In memoria dell’ imprenditore Renato Caponnetto, oggi è stata posta una stele in sua memoria.L’ imprenditore ucciso perché non si è piegato al racket delle estorsioni. Omaggio doveroso e di forte senso civico da parte delle istituzioni belpassesi presenti per l’occasione insieme al primo cittadino di Belpasso, Carlo Caputo che dalla sua pagina social ufficiale, ha scritto:
-“Ho provato una grande commozione oggi, durante la commemorazione di Renato Caponnetto, l’imprenditore agricolo ucciso barbaramente dalla mafia l’8 aprile del 2015 perché non avrebbe ceduto alle solite logiche estorsive.
Una vita spezzata a soli 45 anni. Un padre di famiglia prima rapito, poi torturato, ucciso e infine dato alle fiamme.
Una storia disumana che fa male solo ad ascoltarla.
Sono il Sindaco di Belpasso, il paese che era di Giuseppe Pulvirenti – “u mappassotu” – ma che oggi è il paese che in tanti modi e in tanti momenti si è ribellato con coraggio.
In questi anni il Comune di Belpasso si è costituito due volte parte civile in processi di mafia, cosa mai accaduta prima.
E’ stato l’unico soggetto ammesso come parte civile nell’ambito del processo “Araba Fenice” nei confronti di Aldo Navarria e altri quattro affiliati al clan, condannati per l’omicidio Caponnetto e per altri reati di criminalità organizzata.
La Cassazione, nell’ambito dello stesso processo, ci ha confermato un risarcimento di 30mila euro per danno all’immagine.
Oggi sento di voler ricordare Renato Caponnetto e tutti quegli onesti lavoratori che si ribellano alla mafia e che ne pagano le conseguenze, molto spesso con la vita.
Oggi più che mai voglio testimoniare da che parte voglio stare, perchè la legalità è stata – e sempre sarà – il timone del mio agire.
Ringrazio i familiari della vittima per aver deciso di continuare a ricordare a noi tutti che uomo è stato Renato Caponnetto. Faccio lode all’associazione Libera Antiracket per loro opera continua sul territorio.”-
Alla commemorazione presenti: il Presidente dell’ARS Galvagno, i deputati Barbagallo, Ciancitto, Marano, Sallemi, Zitelli.
Le forze dell’ordine, rappresentanti delle Prefettura, l’Arcivescovo Mons. Renna, diversi amministratori locali dei Comuni di Belpasso e Paternò.
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