Licenze di Pesca: l’anomalia di una persecuzione?

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Licenze di Pesca: l’anomalia di una persecuzione?

Nel complesso mondo della pesca professionale, le licenze sono il cuore pulsante che consente agli operatori di svolgere la loro attività in modo legittimo e conforme alla normativa vigente. È importante sottolineare che queste licenze di pesca hanno una validità che di norma si estende per otto anni a partire dal momento del rilascio. Tuttavia, una vicenda inquietante emerge, in cui le licenze di pesca sembrano essere state al centro di un contesto molto discutibile e controverso. Benché non possiamo menzionare i nomi coinvolti per ragioni di privacy, questa storia solleva importanti questioni sul trattamento riservato agli operatori del settore.

La vicenda in questione ha avuto inizio con una serie di eventi avversi. Nel 2015, un pescatore professionista è stato vittima di atti intimidatori, furti e danneggiamenti alle sue attrezzature. La situazione ha raggiunto l’apice con l’affondamento della sua imbarcazione, avvenuto all’interno del Porto di Acitrezza, un’area sotto stretta sorveglianza video. Il pescatore, come previsto dalla legge, ha tempestivamente segnalato e denunciato l’accaduto alla Procura della Repubblica di Catania.

Successivamente, in seguito a questi eventi, il pescatore ha presentato un’istanza presso la Prefettura di Catania e al Presidente del Tribunale di Catania. La richiesta era finalizzata a conoscere gli strumenti a disposizione delle vittime di estorsione, chiedendo di essere informato in merito. Inoltre, nel giugno 2016, il pescatore ha depositato un’istanza per accedere al Fondo di Rotazione per le vittime di estorsione, seguendo le tempistiche e i modi previsti dalla legge, trasmettendo la domanda al Ministero dell’Interno, alla Prefettura di Catania e alla Procura della Repubblica di Catania, oltre a altre autorità competenti, come il Questore e il Comandante della Capitaneria di Porto di Catania / Guardia Costiera.

La vicenda si è ulteriormente complicata con il furto completo delle imbarcazioni registrate come n. 4 CT 1033 e n. 3 CT 518, entrambi atti denunciati alle autorità competenti. È importante sottolineare che il pescatore risultava essere imbarcato a bordo dell’imbarcazione n. 4 CT 1033 a partire dal gennaio 2015, e quindi era titolare di licenze di pesca in corso di validità.

In aggiunta, è emerso che, dopo diversi anni e a seguito di solleciti ripetuti da parte del pescatore, le imbarcazioni sono state cancellate dai registri navali, presumibilmente a causa di perdita di possesso dovuta a furti e/o affondamenti. Questa situazione ha sollevato una serie di domande riguardo alla condotta delle autorità preposte a tali registrazioni e, in particolare, alle indagini svolte o non svolte. La mancanza di verifica e controllo sulle unità presenti nel Porto, nonché l’assenza di comunicazione tra vari uffici competenti, sembrano aver complicato la situazione.

Un aspetto cruciale di questa storia riguarda la richiesta di rilascio del “Nulla Osta” da parte del pescatore, un passo necessario per poter continuare a svolgere la sua attività legittimamente. Questo passo è stato condizionato dalla trascrizione retroattiva di una data di sbarco, un atto che ha portato all’attuale situazione di ricorso pendente presso il TAR. Tale situazione sembra sollevare interrogativi su presunte persecuzioni nei confronti dell’utente che, nel corso degli anni, ha denunciato diversi reati ambientali all’interno dell’area marina protetta di Acitrezza.

Questa storia solleva interrogativi fondamentali sul trattamento degli operatori della pesca e sulla conformità alle norme e ai diritti riconosciuti dalla legge. La questione rimane irrisolta e solleva preoccupazioni importanti riguardo al rispetto dei diritti degli individui coinvolti. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se verranno fornite risposte chiare alle domande sollevate da questa vicenda.

In questo contesto, è fondamentale che vengano tutelati i diritti dei cittadini, indipendentemente dal settore di attività, e che le autorità competenti rispettino le leggi e le procedure stabilite per garantire una giustizia equa e trasparente. La situazione attuale pone l’accento sulla necessità di una vigilanza attenta e di un rigoroso rispetto della legge in tutti i settori della società.

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