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Il 3 Dicembre si celebra la giornata mondiale delle persone disabili: domani presso la scuola secondaria di primo grado, Nino Martoglio i ragazzi protagonisti di un flashmob.

Home Giovani Il 3 Dicembre si celebra la giornata mondiale delle persone disabili: domani presso la scuola secondaria di primo grado, Nino Martoglio i ragazzi protagonisti di un flashmob.
Il 3 Dicembre si celebra la giornata mondiale delle persone disabili: domani presso la scuola secondaria di primo grado, Nino Martoglio i ragazzi protagonisti di un flashmob.

Il 3 Dicembre, è la giornata internazionale dedicata ai diversamente abili. Istituita nel 1981 dalle Nazioni Unite, questa commemorazione vuole promuovere l’integrazione sociale dei portatori di handicap. Cogliere l’opportunità, ogni anno in questo giorno, per discutere delle difficoltà e dei problemi dei disabili, è la dimostrazione di prendere atto delle varie realtà che, girano intorno ai soggetti svantaggiati, sia da parte delle istituzioni, che da parte delle associazioni e di tutte le strutture volte al supporto socio assistenziale, ed educativo. I temi che vengono affrontati sono tanti, nello specifico ciò che oggi si sta cercando di consolidare, riguarda i progetti di integrazione lavorativa per arrivare al’obbiettivo di rendere la persona disabile autonoma ed indipendente. L’eliminazione delle barriere architettoniche, è un altro aspetto importantissimo per far sì che, un’ascensore, un ufficio municipale o addirittura la propria casa, non diventino trappole che impediscano una vita dignitosa ed il più normale possibile. Sicuramente rispetto al passato, si sono fatti progressi positivi, oggi un bimbo o un ragazzo con disabilità, viene tranquillamente inserito nelle scuole con un supporto di assistenza sanitaria ed un sostegno da parte di insegnanti specializzati che, si occupano del programma didattico da svolgere all’interno dell’anno scolastico. Cercare di migliorare la qualità di vita delle persone disabili è un dovere, aiutarli laddove non riescono per difficoltà fisiche o di apprendimento. Nascere oppure ritrovarsi disabili, per circostanze di vita che possono accadere a chiunque, non è un colpa; in passato ad esempio, quando nasceva un figlio malformato, con la sindrome di Down, non udente, il più delle volte non era accettato per ignoranza, ma anche perchè erano le istituzioni stesse che isolava i disabili collocandoli in istituti simili a carceri, dove si pensava solo a sfamarli e spesso le condizioni igienico personali lasciavano parecchio a desiderare.Se la struttura era sufficentemente decente, da provvedere in tal senso, era ritenuta una fortuna; se invece non vi erano i requisiti basilari di assistenza, i disabili si ritrovavano in veri “lager” e le loro vite già segnate, divenivano insopportabili, indecorose, anzi, indegne per un’essere umano. Diseguaglianze che fino al secolo scorso, erano presenti in tutti i settori sociali, cosa paradossale se si pensa che, la nascita dei giochi Paraolimpici, risale al 1948, dopo appena tre anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Un medico tedesco: Ludwig Guttman, organizzò per la prima volta, delle gare sportive in un paese dell’entroterra inglese: Stoke Mandeville. Guttman, ideò queste competizioni, per i reduci della seconda guerra mondiale ritornati a casa con lesioni spinali, dove dal punto di vista medico, egli cercò di riabilitarli con la fisioterapia, ma ben presto, si accorse che i suoi pazienti avevano bisogno anche di un aiuto psicologico, attraverso lo sport. Ecco, il primo esempio di progetto concreto a favore dei disabili che, pian piano si sparse in tutto il mondo e a tutt’oggi viene riproposta parallelamente alla fine dei giochi Olimpici tradizionali. Grazie all’impegno di tante persone di ogni estrazione sociale: medici, psicologi, educatori, genitori, fratelli ed amici, i disabili possono tranquillamente integrarsi autonomamente con i giusti supporti, pianificazioni e strumenti adattabili alla civile connivenza. Un esempio di sensibilizzazione verso le disabilità, verrà celebrato in musica con un flashmob organizzato dai docenti dell’ Istituto secondario di primo grado: Nino Martoglio di Belpasso che, si sono occupati di preparare i ragazzi con una coreografia ballata nel cortile del plesso scolastico. Dire “No” alla discriminazione verso i disabili esprimendo attraverso la gioia solidale della danza e della musica. Chi ha un famigliare o un amico disabile, sa di avere leggi a loro favore, sicuramente non perfette, tuttavia da migliorare negli anni prossimi da parte dei governi di tutto il globo. Ciò che, bisogna tenere presente e che la vita è preziosa, in ogni sua forma e diversità, perchè in ogni differenza, si acquisisce ricchezza, sensibilità e comprensione, fondamentali per eliminare ogni forma di discriminazione.

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