La capitale olandese, tollerante e disinibita, fa da humus all’incontro tra Tommaso e Queen all’interno di una vetrina della “red light street” nello spettacolo Una notte ad Amsterdam. La pièce, prodotta da In Arte, è scritta da Giovanna Criscuolo e interpretata da Vincenzo Volo e dalla stessa autrice, con la regia di Federico Magnano di San Lio è andata in scena l’altra sera al Piccolo Teatro della Città di Catania.
La storia si svolge nella città conosciuta soprattutto per il quartiere a luci rosse e i coffee shop, meta da visitare almeno una volta per chi vuole trasgredire “legalmente”.
Attraverso un approccio buffo e divertente, i due personaggi vivono un maldestro ed esilarante appuntamento a pagamento durante il quale si concedono confessioni di natura intima e privata. Tra timori, speranze, insoddisfazioni e solidarietà reciproca, Tommaso e Queen allacciano un “rapporto” bizzarro e inconsueto.
Nonostante i preparativi e l’euforia dei familiari per il matrimonio da una parte e le strade affollate di Amsterdam e il susseguirsi di clienti dall’altra, Tommaso e Queen si rendono conto che, in fondo, sono solo due anime sole.
Vincenzo Volo e Giovanna Criscuolo, dopo il successo di pubblico e critica dello spettacolo “La foto del turista”, sono tornati a lavorare in coppia proponendo un testo che alterna gag a momenti intensi.
Un testo che, comicamente, affronta due tematiche delicate sempre attuali, senza per questo ridicolizzarne o banalizzarne il contenuto. I due protagonisti dovranno fare i conti con i limiti di natura sociale che condizionano le loro scelte di vita.
La speranza di un cambiamento è il comune denominatore di due personaggi che, nonostante siano caratterialmente distanti, saranno legati da un sentimento puro germogliato da un rapporto che, seppur intimo, è decisamente lontano dall’essere fisico.
Questo è il biglietto di sala di “Una notte ad Amsterdam” che è un piccolo capolavoro di sintesi sulla pièce, com’è altrettanto un piccolo gioiello il testo partorito dalla fantasia e dalla perizia letteraria e storica di Giovanna Criscuolo.
Il biglietto dice tutto, ma questo tutto resta teoria se non si va a vedere lo spettacolo dal vivo che, condito dall’ottima regia di Federico Magnano di San Lio, riserva compiacimento ed emozioni dalla prima scena fino all’ultima.
Si nota immediatamente una conoscenza ambientale precisa e puntuale a cominciare dalle prime battute in un inglese perfetto per chi inglese non è come la protagonista.
Per tutto il prosieguo, il dialogo tra i due protagonisti è essenziale e diretto, come nello stile della Criscuolo, condito dall’abilità attoriale di ambedue i protagonisti il cui affiatamento, oramai sperimentatissimo, rasenta la perfezione.
Al di la del “pepe” inserito nel testo che suscita con regolarità la risata degli spettatori, abbiamo assistito ad un dramma tanto antico quanto moderno, come è il cuore dell’Uomo: il dramma di chi è solo a condurre un’esistenza segnata dalla violenza.
Una solitudine per Tommaso e un’altra diversa per Queen come diverse sono le solitudini di ognuno di noi.
Ambedue vittime di violenza, due tra le mille forme di violenza che impediscono ad ognuno di noi di essere come si è.
Una diversità destinata a non incontrarsi, ma che trova riconoscimento e solidarietà in entrambi come accade nella vita di tutti i giorni dove chi ha il dolore se lo tiene e non vi può sfuggire.
Non si può non rendere conto all’attento lettore delle innumerevoli, gradevoli “furbizie” teatrali di cui è condito lo spettacolo a cominciare dai bagliori della corrusca coscia lunga di Queen e a finire con i frequenti inneschi dialettali che ammiccano all’attenzione e alla benevolenza del pubblico.
Lo spettacolo ha un ottimo ritmo e Vincenzo Volo e Giovanna Criscuolo sono davvero “fit”, come si direbbe ad Amsterdam, proprio tagliati per i personaggi che interpretano, com’avessero da sempre vissuto in Archeburg Strasse. Bravi.
Foto di Dino Stornello
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