Riceviamo, pubblicandolo integralmente, un documento da parte di una nutrita compagine di lavoratori Regionali
UN ORDINAMENTO PROFESSIONALE VECCHIO DI UN QUARTO DI SECOLO DA RINNOVARE, UNA RICLASSIFICAZIONE ANNUNCIATA CHE NESSUNO CONOSCE …
… e intanto le OO. SS. rappresentative del comparto ignorano una richiesta sottoscritta da circa cinquecento dipendenti regionali che chiedono un’occasione di confronto per avere adeguate informazioni in merito alla trattativa in atto per il rinnovo del CCRL della Regione Siciliana.
Crediamo che la misura sia davvero colma! Da mesi leggiamo comunicati unitari che ci raccontano tutto della dinamica temporale di svolgimento degli incontri con ARAN, Governo e Amministrazione Regionale, che parlano di fantomatici blocchi su cui si articola il confronto, ma nessuna notizia trapela sui contenuti reali della discussione.
Rappresenta un’eccezione la tabella contenuta nell’ultimo comunicato unitario, che accanto agli incrementi contrattuali a regime, introduce un differenziale stipendiale che lascia intendere un ulteriore incremento dei tabellari a partire dal 2024. Tutto ciò senza spiegare che lo stesso si riferisce all’eventuale PEO e solo a un numero limitato di fruitori che dovrà essere determinato dalla contrattazione. Dalla tabella si evince come le categorie A e B sembrano
proiettate verso la I fascia funzionale del nuovo contratto, con nessun riconoscimento per la categoria A e, paradossalmente, un passo indietro per la categoria B.
Il resto dei titoli li conosciamo: nuovo ordinamento, riclassificazione e aumenti contrattuali, ma sui contenuti tutto è opaco.
Si discute di un ordinamento professionale dell’Amministrazione Regionale Siciliana, vecchio di quasi due decenni, che risente delle modificazioni dell’organizzazione del lavoro intervenute nella pubblica amministrazione soprattutto negli ultimi anni e che necessita di una profonda revisione, senza coinvolgere minimamente, ancor peggio occultandone i contenuti ai diretti interessati, anche a dispetto di una pressante richiesta di confronto che viene dalla base.
Non si era mai visto in regione un percorso talmente opaco, una classe dirigente sindacale, in larga misura composta da pensionati che non vivono più sulla loro pelle le problematiche degli uffici, si arroga il diritto di avviarsi verso un rinnovo contrattuale del quale i diretti destinatari, ovvero i dipendenti regionali, non sono resi consapevoli di nulla. Dispiace rilevare da parte di chi crede ancora nel ruolo e nella funzione dei sindacati, che siamo alla torsione dei principi fondativi del patto tra OO.SS. e dipendenti, con la negazione del diritto a partecipare alla discussione e ad
essere informati.
Se riteniamo che un nuovo ordinamento professionale deve assumere l’obiettivo di superare una diffusa inadeguatezza organizzativa e tecnologica degli uffici regionali, se vogliamo che la riclassificazione ridisegni funzioni e mansioni in grado di produrre un generale cambiamento e una maggiore efficienza nell’offerta di servizi al cittadino, allora il nuovo sistema di classificazione e di inquadramento professionale dovrà favorire l’ottimale bilanciamento delle esigenze organizzative e funzionali dell’amministrazione con quelle del riconoscimento e della
valorizzazione delle professionalità dei dipendenti.
Tutto questo non può avvenire senza la consapevolezza e il coinvolgimento dei dipendenti regionali che sono i diretti destinatari e i futuri protagonisti di un eventuale progetto di cambiamento della nostra Regione. Se si perde questa occasione, se si banalizza l’importanza di questo passaggio si rischia di condannare al definitivo declino un’Amministrazione Regionale che già gode di pessima salute.
Con l’ultimissimo comunicato, per contro, le OO. SS., che sostengono di interpretare il generale malessere, anziché adoperarsi nel loro dovere primario e basilare di ascoltare i dipendenti regionali, si proiettano in una ulteriore accelerazione dei tempi per la firma di una preintesa il cui contenuto continua ad essere occultato al comparto.
Chiediamo pertanto a tutti i colleghi Dipendenti Regionali, di farsi portatori nei confronti delle proprie sigle sindacali e in tutti gli ambiti pubblici e privati di questa accorata richiesta di trasparenza, nella consapevolezza che questo passaggio, che potrebbe profondamente modificare l’assetto dell’Amministrazione Regionale, se non viene indirizzato per il meglio, trascina con se il rischio di seppellire definitivamente ogni aspettativa di valorizzazione del personale e di efficientamento della pubblica amministrazione regionale.
Comitato Spontaneo Dipendenti Regionali