Di Nemo Dormitelli
Nella Sala convegni “Sebastiano Russo” della CGIL di Via Crociferi a Catania, il 15 aprile si è tenuto un incontro del movimento “Salvalacircum – Non distruggete la Circumetnea” con le associazioni e i cittadini, un momento pubblico di riflessione denunciante il precario futuro della storica Circumetnea insidiata dall’avanzare sotterraneo della Metropolitana, una tematica che, lungi dall’apparente contenuto meramente pratico inerente agli spostamenti urbani ed extraurbani, è stata incentrata fin dalle prime battute dal giudizio critico sulle conseguenze di precise scelte politiche e territoriali. Infatti risulta immediatamente evidente come il treno della Circumetnea sia perfettamente integrato nel paesaggio perché il suo lungo percorso, ben 110 chilometri, malgrado sia giornalmente frequentato da pendolari, diventa nei fatti un vero e proprio viaggio turistico alla scoperta dei territori di origine lavica formatisi intorno all’Etna, mentre la Metropolitana sceglie la via del sottosuolo, ne scava le fondamenta insidiandosi in modo tentacolare. Al di là di facili metafore, le perplessità nascono dal fatto che l’attuale finanziamento governativo all’estensione della Metropolitana, in particolare la tratta Misterbianco-Belpasso (Piano Tavola)-Paternò, i cui lavori sono stati ufficialmente inaugurati il 22 marzo 2024 con la visita del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini alla stazione di Piano Tavola, porterà inevitabilmente alla chiusura di linee ferroviarie già esistenti e pienamente funzionanti.
L’incontro è stato moderato da Marisa Falcone, presidente dell’ADAS (Associazione Difesa Ambiente Salute), che ha messo in luce il valore storico della Circumetnea, un sistema di trasporti che sin dalle origini è vissuto in pacifico equilibrio con il caratteristico paesaggio siciliano, cosa che non sembra avvenire con la soluzione del potenziamento delle linee metropolitane, decisamente più invasive per il territorio.
Tra le associazioni invitate, il Presidente dell’Associazione Amici della Ferrovia Circumetnea di Riposto, nata nel 2014, si è soffermato sulla lunga storia della Circumetnea, una linea ferroviaria che permettesse la circumnavigazione del territorio etneo a partire da Catania. Successivamente al regio decreto di riconoscimento del progetto nel 1883 e alla concessione dei lavori nel 1889, dalla fine dell’Ottocento la Circumetnea è stata una delle più importanti vie di comunicazione interna, parte integrante dunque della memoria collettiva, un patrimonio culturale che merita il progetto di un Museo di reperti storici della FCE con sede a Riposto.
Momento centrale dell’incontro è stato il lungo intervento di Attilio Pavone, promotore dell’iniziativa a salvaguardia dell’esistenza stessa della Circumetnea, che avvalendosi di una cospicua serie di fotografie da lui stesse realizzate, diagrammi e documenti tecnici, ha evidenziato tutte le potenzialità e debolezze di un percorso ferroviario da modernizzare, che invece finirebbe per venire annullato e sostituito dal percorso metropolitano. Ma dall’approfondimento tecnico si evince anche come la Circumetnea e la Metro siano incompatibili, come dimostra il diverso passo delle rotaie della Circumetnea, il cosiddetto scartamento ridotto (più stretto rispetto ai binari ordinari ma più agevole in territori montuosi), e ciò rende impossibile un ideale prosecuzione tra percorsi sotterranei e urbani. Ecco dunque come il discorso si fa politico, quando si denuncia come il finanziamento governativo del PNRR che prevederebbe un progetto che giustifichi l’invio dei fondi, porta a modificare e potenziare realtà già esistenti come la Metropolitana, in ampliamenti non strettamente necessari vista la presenza della Circumetnea, a sua volta finendo schiacciata dalla concorrenza e infine dismessa.
In conclusione, si è auspicata una maggiore presa di coscienza verso problematiche spesso poco note, il cui impatto ambientale può essere ben pesante, ma il clima si è mantenuto ottimistico per la crescente presenza di pubblico, segno del sorgere di una coscienza critica dei cittadini verso queste realtà sempre sotto gli occhi di tutti e forse proprio per questo motivo trascurate.