Il Tribunale di Catania ha disposto il rinvio a giudizio di un noto professionista della città, imputato per reati di turbativa d’asta, riciclaggio e autoriciclaggio. La decisione risale al 2022, a seguito delle denunce presentate dall’associazione Siciliana Contribuenti Art. 580 No Profit, che da anni si batte a tutela dei cittadini vittime di aste illecite e contro distinti avvoltoi “protetti” grazie alla complicità di personaggi influenti all’interno del “Palazzo”.
La vicenda ha avuto inizio nel 2019, quando un cittadino ha presentato un esposto denunciando presunte irregolarità nell’aggiudicazione di un immobile pignorato. Secondo l’esposto, l’acquisizione sarebbe avvenuta tramite un prestanome, con l’intervento di persone vicine al professionista indagato. Le indagini hanno rilevato che gli assegni circolari utilizzati per l’acquisto degli immobili erano stati indicati come mezzo di pagamento anche nelle successive compravendite, suggerendo operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio.
Gli inquirenti hanno inoltre evidenziato che il professionista avrebbe partecipato a diverse aste giudiziarie tramite intermediari, acquisendo numerosi immobili per importi rilevanti, nonostante i prestanome dichiarassero redditi modesti o nulli. Questo modus operandi ha sollevato sospetti sulla legittimità delle operazioni e sull’eventuale alterazione delle aste.
L’associazione Siciliana Contribuenti, che ha presentato le denunce, ha attirato l’attenzione nazionale sulla questione, con importanti testate giornalistiche che hanno trattato le loro segnalazioni. Alcuni articoli hanno titolato “Aste: affari di famiglia e amici”, evidenziando il sistema di protezioni e connivenze che facilita queste operazioni illecite.
Nonostante le reiterate richieste di archiviazione da parte della difesa, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto sufficienti gli elementi indiziari raccolti, disponendo quindi il rinvio a giudizio.
L’associazione Siciliana Contribuenti continua la sua battaglia con nuovi casi, monitorando situazioni sospette come quella di una nuova società unipersonale che riesce ad aggiudicarsi le aste più appetitose in concorso con altre società unipersonali, costituite con il sostegno di certi avvocati legati al mondo delle aste. Il caso ha destato notevole interesse pubblico, non solo per la figura coinvolta ma anche per le implicazioni sul sistema delle aste giudiziarie e sulla fiducia nelle procedure esecutive immobiliari.
Il merito di portare alla luce queste dinamiche va anche all’eccellente lavoro della Polizia Giudiziaria, che ha permesso di mettere sotto la lente di ingrandimento le complicità che consentono agli “avvoltoi” di pescare con facilità nel mondo delle aste immobiliari.
Nuovi casi anomali stanno attirando l’attenzione delle autorità giudiziarie. Grazie alla diligenza di pubblici ministeri scrupolosi, si potrebbe presto scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora riguardante i business protetti relativi alle aggiudicazioni delle aste. In particolare, sono in corso indagini su una società di recente costituzione, con un solo socio e un capitale di soli 10.000 euro, che da gennaio a fine maggio 2024 è riuscita ad aggiudicarsi diversi immobili di grande interesse a prezzi irrisori. Una visura catastale ha rivelato che questi immobili sono oggetto di interscambio con un’altra società unipersonale, creata ad hoc per attuare manovre sofisticate e difficilmente individuabili dalla polizia giudiziaria tradizionale.
La comunità locale attende con attenzione lo svolgimento del processo, auspicando che venga fatta piena luce sulla vicenda e che venga garantita la giustizia.