Inquinamento alla “Playa” di Catania: il Tribunale ordina lo stop, ma i responsabili riaprono il canale in inverno

Inquinamento alla “Playa” di Catania: il Tribunale ordina lo stop, ma i responsabili riaprono il canale in inverno

Consitalia denuncia la reiterazione di gravi reati ambientali nonostante le ripetute ordinanze giudiziarie

Da anni, il Tribunale di Catania ha emesso ripetuti provvedimenti cautelari che ordinano la cessazione dello sversamento di reflui industriali nel canale Arci, il quale sfocia direttamente nel mare della “Playa” di Catania. Eppure, quanto disposto dalle autorità giudiziarie viene sistematicamente disatteso, con un “schema stagionale” che vede l’illecito ripetersi puntualmente.

Durante i mesi invernali, infatti, quando gli stabilimenti balneari sono chiusi, i soggetti responsabili della gestione del canale rimuovono gli ostacoli e permettono nuovamente lo scarico illegale di reflui industriali, a grave danno della salubrità delle acque e dell’ambiente. Soltanto in vista della stagione balneare, provvedono a insabbiare temporaneamente il torrente, impedendone lo sversamento a mare.

L’Associazione dei Consumatori d’Italia (Consitalia) denuncia da tempo questa situazione, evidenziando l’assoluta mancanza di controlli e la reiterazione di gravi reati ambientali, nonostante le ripetute ordinanze giudiziarie.

“Quello che emerge è la gravità di una situazione di inquinamento ambientale ormai cronica, con scarichi industriali illegali che hanno compromesso la salubrità di un’intera zona turistica”, afferma il presidente di Consitalia. “Nonostante gli interventi del Tribunale, i responsabili agiscono indisturbati, riattivando lo sversamento puntualmente ogni inverno.”

Secondo l’associazione, è necessario un intervento deciso da parte delle autorità competenti, al fine di individuare i soggetti responsabili e perseguirli penalmente per i gravi reati ambientali aggravati e continuati nel tempo.

“I cittadini e i turisti hanno diritto di godere di un ambiente sano e pulito”, conclude il presidente di Consitalia. “Chiediamo alla magistratura e agli organi di controllo di intervenire con la massima urgenza per porre fine a questa situazione inaccettabile.”

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In sintesi, i principali elementi emersi dalla sentenza sono:

Reati/illeciti:

  • Sversamento di reflui industriali nel canale Arci, che sfocia direttamente in mare nelle vicinanze dello stabilimento balneare (?).
  • Omessa gestione e manutenzione del canale Arci da parte dei soggetti competenti (IRSAP e successivamente Sidra S.p.A.), nonostante gli obblighi a loro carico.
  • Rischi per la salute pubblica e l’ambiente derivanti dall’inquinamento del mare.
  • Possibili danni all’attività economica dello stabilimento balneare (?) a causa del rischio di divieto di balneazione.

Decisione:

  • Il Tribunale ordina a Sidra S.p.A. di far cessare immediatamente lo sversamento dei reflui nel mare.
  • Rigetta la domanda cautelare nei confronti di Comune di Catania e IRSAP, ritenendo Sidra S.p.A. l’unico soggetto responsabile della gestione e manutenzione del canale Arci.

Possibili problemi penali:

  • Lo sversamento di reflui industriali nel mare e l’omessa depurazione potrebbero integrare reati ambientali, come l’inquinamento delle acque, puniti dal Codice dell’ambiente.
  • Potrebbero inoltre configurarsi reati contro la pubblica incolumità, come il disastro ambientale, a seconda della gravità dell’inquinamento e dei danni provocati.
  • La decisione in sede civile lascia aperta la possibilità di ulteriori azioni penali nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili.

Quindi, la sentenza affida in via cautelare la responsabilità dell’inquinamento a Sidra S.p.A., ma non esclude eventuali conseguenze penali a carico di tutti i soggetti coinvolti.

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