Quando la TV diventa un tribunale: Consitalia denuncia il pericoloso circo mediatico

Quando la TV diventa un tribunale: Consitalia denuncia il pericoloso circo mediatico

Trasmissioni che mettono in discussione il lavoro della magistratura, ecco il nuovo intrattenimento di Prima Serata

Sembra proprio che in Italia il vecchio detto “Giudice in TV, giudice in piazza” non sia più sufficiente. Ora il nuovo mantra sembra essere: “Giudice in TV, giudice nella vita reale”. Almeno questa è l’impressione che si ricava dalle ultime trasmissioni televisive in prima serata, dove il vero protagonista non sembra essere lo spettacolo, ma la denigrazione della magistratura e del pubblico ministero.

L’Associazione dei Consumatori d’Italia, Consitalia, non ci sta e grida al “pericoloso condizionamento dell’opinione pubblica”. Secondo l’associazione, questi programmi non solo mettono in discussione il lavoro della magistratura, ma arrivano addirittura a processare i giudici davanti a milioni di telespettatori. Un vero e proprio circo mediatico, dove il rispetto per le istituzioni sembra essere una mera utopia.

“Siamo stanchi di vedere la giustizia trasformata in un reality show”, denuncia il presidente di Consitalia. “La magistratura deve essere tutelata e rispettata, non usata come carne da macello per gli ascolti televisivi”.

Eppure, a quanto pare, il pubblico sembra gradire questo nuovo genere di intrattenimento. Forse perché è più facile puntare il dito contro i pubblici ministeri, piuttosto che affrontare i veri problemi della giustizia italiana. Insomma, molto più semplice scaricare le proprie frustrazioni sugli “odiati” giudici, piuttosto che impegnarsi per migliorare un sistema che, a volte, fa acqua da tutte le parti.

Ma Consitalia non ci sta e lancia un appello: “Basta con questo pericoloso show-process televisivo. La magistratura merita rispetto e tutela, non può essere trasformata in un circo per l’audience. È ora di tornare a parlare di giustizia in modo serio e responsabile”.

Chissà se i produttori TV ascolteranno questo appello, o se preferiranno continuare a intrattenerci con le nuove “telenovele giudiziarie” di prima serata.

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