La Secolare Tradizione di “U Pisci a Mari” ad Acitrezza

La Secolare Tradizione di “U Pisci a Mari” ad Acitrezza

Ogni anno, il 24 e 25 giugno, il pittoresco villaggio di Acitrezza, famoso per essere stato il teatro del romanzo verghiano “I Malavoglia”, si anima per celebrare il suo Santo Patrono, San Giovanni Battista. Al centro di questa sentita ricorrenza c’è la secolare tradizione de “U Pisci a Mari”, un’emozionante pantomima che rievoca la pesca del pesce spada nello Stretto di Messina.

Affondando le radici intorno al 1750, questa rappresentazione popolare è un rito propiziatorio che vede i pescatori locali, i “trezzoti”, cimentarsi in una sfida all’ultimo respiro contro gli elementi naturali per la sopravvivenza. Tra antichi costumi, canti e danze tradizionali, la comunità di Acitrezza rinnova così il legame indissolubile tra uomo e mare, in un’atmosfera carica di suggestione e folclore.

Al calar del sole della vigilia di San Giovanni, la processione con le reliquie del Santo precede la benedizione del mare da parte del sacerdote, momento clou della festa. Poi prende il via la spettacolare pantomima de “U Pisci a Mari”: il Raisi, il capo dei pescatori, dà il via alla caccia al pesce spada con il suo inconfondibile abbigliamento e i suoi gesti scenografici. Tra urla, inseguimenti e drammatici tentativi di cattura, il pesce, impersonato da un esperto nuotatore, riesce infine a fuggire, simboleggiando la perenne lotta dell’uomo contro gli elementi.

A coronare i festeggiamenti, non mancheranno i tradizionali fuochi d’artificio e bombe a festa, con il suggestivo scenario dell’Area Marina Protetta delle Isole Ciclopi a fare da cornice. Per un giorno, pescatori, flora e fauna sembrano unirsi in un’armonia ancestrale, rendendo omaggio al Santo Patrono in una celebrazione davvero unica nel suo genere.

Condividilo: