30 spettacoli in programma, cui 16 produzioni e 14 ospitalità. Sono questi i numeri della Stagione 2024/2025 del Teatro Stabile di Catania, la prima diretta da Graziano Piazza, Presidente Rita Gari Cinquegrana. Una Stagione che propone al Teatro Verga numerosi titoli classici celebri, ma anche tanti testi di drammaturgia contemporanea. Mentre a Sala Futura la programmazione è più focalizzata sull’innovazione e le nuove generazioni.
La Stagione di Graziano Piazza si contraddistingue proprio per avere due anime: una attenta alla tradizione e una aperta alla contemporaneità con uno sguardo rivolto soprattutto ai più giovani ai quali per anni il neo direttore si è dedicato con grande passione attraverso docenze in accademie.
E queste due anime si ritrovano anche nel logo scelto ad accompagnare la sua permanenza a Catania: un logo ispirato a quello storico del teatro catanese, caratterizzato da due angioletti, e sul quale è iniziato un percorso di restyling.
Il claim dell’anno è APPASSIONATI che può essere letto sia come una esortazione che come una affermazione.
In continuità con la precedente direzione, Graziano Piazza ha anche deciso di proseguire alcune delle iniziative collaterali alla Stagione: i Caffè Letterari introdotti da Gianni Garrera filologo, traduttore e curatore delle opere estetiche di Kierkegaard, che con la sua dialettica ha conquistato gli abbonati del Teatro Stabile e le Poesie a teatro, ciclo cominciato con il professor Massimo Bacigalupo, docente di Letteratura anglo americana all’Università di Genova, ma anche comunicatore nelle reti nazionali e grande studioso di poesia. E proseguono anche il giovedì, prima dello spettacolo, gli incontri della Compagnie con il pubblico.
SALA VERGA
La Stagione della Sala Verga si apre con un evento straordinario: una serata d’onore curata proprio da Graziano Piazza e dedicata al grande Maestro del teatro italiano Gabriele Lavia che leggerà Giacomo Leopardi. Queste letture, che Lavia sempre più spesso regala al pubblico, diventano delle vere e proprie lezioni che l’attore trasforma, per il godimento di tutti, in momenti di grande interpretazione.
Nel calendario salta all’occhio la presenza di tre dei più grandi autori russi: Lev Tolstoj, Anton Čechov
e Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Il primo ad andare in scena è Guerra e pace di Lev Tolstoj, considerato da
molti critici uno dei romanzi più importanti della letteratura. La regia è di Luca De Fusco che dopo “Anna Karenina” decide di affrontare un altro dei grandi capolavori russi. Tra gli interpreti Pamela Villoresi. Il grande Peter Stein propone invece Crisi di nervi, i tre famosi atti unici di Anton Čechov: l’Orso, I danni del tabacco e La domanda di matrimonio, tre variazioni sul tema dell’umana ipocrisia in salsa borghese che il famoso drammaturgo scrisse ispirandosi alla commedia francese e al vaudeville. Tra gli interpreti Maddalena Crippa. E infine L’ispettore generale di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, scrittore russo considerato il precursore del realismo magico, che arriva a Catania con la regia di Leo Muscato e l’interpretazione di Rocco Papaleo, attore amatissimo dal grande pubblico.
La coscienza di Zeno di Italo Svevo, capolavoro della letteratura italiana del Novecento, viene invece presentato in un allestimento realizzato l’anno scorso da Paolo Valerio per celebrare i cento anni dalla pubblicazione del testo. Protagonista Alessandro Haber, attore che riesce a coniugare in scena ironia e profondità in ogni interpretazione. Arturo Cirillo torna a Catania in veste di regista e protagonista con il Don Giovanni tratto da Moliere, da Ponte e Mozart, un testo considerato uno dei massimi capolavori di Mozart, della musica e della cultura occidentale in generale.
Tra i titoli legati alla drammaturgia contemporanea spicca A torto o a ragione del sudafricano Ronald Harwood che racconta la storia di Wilhelm Furtwangler direttore d’orchestra tra i più famosi della sua generazione, accusato di essere nazista per aver scelto di continuare a dirigere in Germania durante la guerra. La regia è di Giovanni Anfuso. Tra gli interpreti Stefano Santospago. A seguire, Il male oscuro di Giuseppe Berto considerato un caposaldo della letteratura italiana, un testo diventato famoso anche per un film realizzato da Mario Monicelli e interpretato da Giancarlo Giannini. A firmarne l’adattamento scenico e la regia, Giuseppe Dipasquale, protagonisti Antonio Vassallo e Ninni Bruschetta.
La Chunga è la pièce più conosciuta e rappresentata del Premio Nobel Mario Vargas Llosa. La storia è quella della padrona di un bar che fa credito a un giocatore di dadi sull’orlo della rovina, solo per averlo tutto per sé per un’intera notte. A firmarne la regia Carlo Sciaccaluga che per il Teatro Stabile ha già lavorato con successo ad un altro testo di Vargas Llosa, “I racconti della peste”.
Vincenzo Pirrotta presenta una nuova edizione dell’adattamento teatrale di Terra matta, l’eccezionale autobiografia di Vincenzo Rabito, contadino siciliano analfabeta che ha lasciato un’appassionata testimonianza della storia del Novecento italiano attraverso emozionanti e suggestive pagine dattiloscritte, pubblicate nell’omonimo libro edito da Einaudi. Sarabanda è invece l’ultimo lavoro di Ingmar Bergman che Robertò Andò mette in scena nella convinzione che, sebbene pensata per il cinema, abbia una struttura straordinariamente affine al linguaggio teatrale. In questa opera il Maestro svedese torna a parlare dei protagonisti di “Scene da un matrimonio”, trent’anni dopo, ritrovandoli non solo più maturi, ma anche più spietati. A interpretarli sono Renato Carpentieri e Alvia Reale.
La commedia non può mancare in una Stagione teatrale e al Teatro Verga sono in programma alcuni titoli particolarmente amati. Innanzitutto San Giovanni decollato uno dei testi più esilaranti di Nino Martoglio, protagonisti il grande Tuccio Musumeci, monumento vivente del teatro catanese insieme a Mirko Magistro.
Gianluca Guidi (che cura anche l’adattamento e la regia) e Giampiero Ingrassia saranno i protagonisti
de La strana coppia di Neil Simon considerato il più geniale e prolifico autore di teatro comico della seconda metà del ‘900.
Dove eravamo rimasti è il nuovo spettacolo di Massimo Lopez e Tullio Solenghi. Un lavoro che riprende le fila di discorsi interrotti con la solita verve di entrambi. Rivedremo sketch indimenticabili, ma anche una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, l’inedito Renato Zero di Solenghi e un confronto Mattarella/Berlusconi.
La caccia al tesoro è una commedia satirica scritta da Bruno Fornasari del Teatro Filodrammatico di Milano che esplora il concetto di inclusività, partendo dal fatto che una società per essere davvero inclusiva deve fare i conti con il passato e superare la naturale inclinazione ad escludere i suoi membri più fragili.
Infine La pianta della parola, La favola ecologica e Anima mundi tre spettacoli realizzati per le scuole. Il primo, La pianta della parola, affascinante fiaba di Luigi Capuana, ha l’adattamento e la regia di Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi due attori nati nella Scuola d’arte drammatica dello Stabile che hanno poi dato vita a Buio in sala scuola di teatro molto attiva sul territorio.
La favola ecologica è un testo di Ezio Donato, che ne firma anche la regia, uno specialista nella formazione teatrale oltre che Docente di Pedagogia Generale presso Università di Catania. I suoi spettacoli piacciono soprattutto ai più giovani che vi ritrovano argomenti di attualità e contemporaneità. E, infine, Anima mundi testi a cura di Piero Ristagno che con Monica Felloni ha creato nel 1989 l’associazione culturale NEON punto di riferimento teatrale importante della città.
SALA FUTURA
Ad aprire la programmazione della Sala Futura, lo spazio piccolo del Teatro Stabile di Catania sito in via Macallè, nel quale ci si dedica maggiormente all’innovazione, lo spettacolo Amori rubati, un progetto dedicato alla violenza sulle donne, due monologhi tratti dal libro “L’Amore rubato” di Dacia Maraini e adattati per la scena dalla stessa autrice. Ogni monologo è diretto e interpretato da un’attrice: Marina da Lorenza Sorino, Angela da Federica Restani, curatrice del progetto Federica Di Martino.
Fratellina è invece lo spettacolo di Spiro Scimone vincitore di 5 Premi UBU. Un lavoro che ha conquistato pubblico e critica per l’atmosfera lieve e giocosa molto beckettiana. Nic e Nac da due grandi letti a castello osservano e commentano le cose del mondo: ne escono riflessioni, denunce, sconforto, ma anche tanti sorrisi e ironia, elementi fondamentali per superare ansia e sofferenza, due sentimenti molto diffusi nella nostra epoca. Per la prima volta in Italia, arriverà a Catania uno spettacolo dello scrittore, drammaturgo e regista ungherese Zsolt Pozsgai: Gina e Fidel una storia vera che ha visto Gina Lollobrigida intervistare Fidel Castro nel 1974 per un documentario. Uno spettacolo che è un racconto di un’amicizia apparentemente impossibile.
Il Vangelo secondo Giuda è tra i testi teatrali più belli di Giuseppe Fava, inedito per la scena. E’ la storia di un uomo dall’esistenza misera, conscio delle proprie debolezze che anela ad un futuro migliore. Si unisce ad un gruppo che come lui vuole cambiare il mondo, ma al momento dell’azione è l’unico che si rivela disposto a rischiare. A firmarne l’adattamento e la regia sarà il figlio Claudio Fava.
Non domandarmi di me, Marta mia è il titolo dello spettacolo scritto dalla giornalista Katia Ippaso ispirato al carteggio tra il grande scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello e la sua Musa ispiratrice
Marta Abba, una delle più grandi interpreti del Novecento. Quando si conobbero lui aveva 58 anni e lei 25. La regia è di Arturo Armone Caruso, la protagonista, è Elena Arvigo.
Come negli anni scorsi con Leonardo Sciascia, quest’anno un ciclo di tre spettacoli è dedicato ad un altro grande scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista siciliano, Vitaliano Brancati. Tre racconti che permettono di fare un focus sui vari periodi vissuti da Brancati, quello segnato dalla politica e quello dall’amore per l’erotismo: Sogno di un valzer avrà adattamento e regia di Cinzia Maccagnano, Don Giovanni involontario di Angelo Tosto e In cerca di un sì di Nicola Alberto Orofino.
«Brancati è lo scrittore italiano che meglio ha rappresentato le due commedie italiane, del fascismo e dell’erotismo in rapporto tra loro e come a specchio di un paese in cui il rispetto della vita privata e delle idee di ciascuno e di tutti, il senso della libertà individuale, sono assolutamente ignoti – diceva di lui Leonardo Sciascia – Il fascismo e l’erotismo però sono anche, nel nostro paese, tragedia: ma Brancati ne registrava le manifestazioni comiche e coinvolgeva nel comico anche le situazioni tragiche”.
Nella stagione di Sala Futura ritroviamo anche un omaggio a Curzio Maltese con Azzurro di Paola Ponti, atto unico che vedrà protagonista Antonio Catania, con la regia di Carmen Giardina. Lo spettacolo è tratto da “Azzurro stralci di vita”, ultimo libro di Curzio Maltese, in cui il grande giornalista, travolto da una malattia importante, guarda indietro alla sua vita e ne ripercorre le tappe, facendo anche una cavalcata attraverso gli ultimi sessant’anni del nostro Paese.
A Sala Futura sono previsti anche tre appuntamenti che guardano con particolare attenzione ai giovani autori e attori teatrali. Lo spettacolo L’invisibile-teatro di cartone è il vincitore della prima edizione del bando drammaturgia varato dal Teatro Stabile di Catania nel 2023. Il testo è di Giovanna Valenti, la mise en espace è a cura di Marta Cirello. Carte mute è invece lo spettacolo scelto dal Teatro Stabile di Catania nell’ambito del Fringe 2023 di e con Pietro De Nova e Maurizio Zucchi. E, infine, le esibizioni dei partecipanti della seconda edizione del Bando di drammaturgia, un’iniziativa che già nel primo anno di vita, ha riscosso particolare interesse raccogliendo partecipazione da tutta Italia.
PROGETTI PER I GIOVANI
Tante le iniziative rivolte alle giovani generazioni.
Matinée per le scuole
con incontro a fine spettacolo con attori e regista
Prove aperte agli studenti
per gli spettacoli prodotti dal Teatro Stabile di Catania
Alternanza scuola-lavoro
GIOVANI CRITICI CERCASI
percorso formativo nell’ambito della critica teatrale
LE PROFESSIONI DEL TEATRO
percorso formativo nell’ambito del settore dell’organizzazione teatrale
LEGGERE AD ALTA VOCE, INTERPRETARE IL TESTO
Educazione alla lettura e ai metodi narrativi
DAL TESTO ALLA SCENA
Approfondimento sulla messinscena del testo
“Ho attraversato tanti anni di lavoro sul palcoscenico – ci ha detto il Direttore Graziano Piazza – tante azioni, tante emozioni, fuori e dentro la scena, copioni, studio su studio, memoria e memoria e memoria, allenamento, atletica affettiva dell’attore, del regista. Ho sperimentato cosa significa alimentarsi di ciò che si fa, nutrirsi della Bellezza che si fa, creare le condizioni ideali alla comunicazione, contenere i dualismi e le tensioni, direzionare sempre le cose per la loro massima realizzazione, essere sinceri e onesti, decisi e assertivi, comprendendo quando incidere e quando lasciare andare. Anni a muovere il pensiero e leggere i corpi, la fisiognomica, a sentirsi giudicati, vilipesi, non capiti, e ancora esortare, incitare, dare motivazione, sviluppare gli organi di percezione fino al massimo; poesia e pratica concreta della scena, dell’Arte, come della musica, della filosofia, fino ai numeri, alle geometrie euclidee e non, diagonali auree che passano dal centro dell’Uomo. Anni di cammino per conoscere forse l’unica legge che permea l’intero Teatro e trova risonanza in Shakespeare: essere pronti a tutto!
E aggiungo: essere al posto giusto, nel tempo giusto, ed essere pronti. Una Risonanza costante di interconnessione tra le parti.
Il Teatro, come per chi va per mare, continua a cambiare gli scenari, ha bisogno di esperienza e di passione, per me che ho scelto l’aria degli aeroplani che piloto, è un equilibrio molto sottile, la coordinazione di tutti gli elementi che concorrono allo stare a galla, in aria o sul mare, come nella vita. Per gli spettatori, per gli attori, per i tecnici, per tutti gli amministrativi degli uffici, per la Donna e per l’Uomo, solo l’incanto del gioco, solo la risonanza di tutti gli elementi insieme condotti e direzionati formano quell’equilibrio che si chiama Vita Reale, e come diceva Artaud, può essere solo espressa qui, senza il sonno meccanico della quotidianità apparentemente vera. Solo il costante proposito della passione Cura e mantiene l’Amore nel Tempo”.
La Presidente del Teatro Stabile Rita Gari Cinquegrana invece ha tenuto a sottolineare che “ anche nella Stagione che sta per concludersi, abbiamo lavorato con grande impegno con l’obiettivo di ridare una cifra culturale riconoscibile ad una Istituzione che negli anni aveva perso la sua stessa identità, la parola scelta dal nostro nuovo Direttore, Graziano Piazza, per la campagna abbonamenti della prossima stagione, “appassionàti” o “appassiónati”, che dir si voglia, è compendio del nostro sentire, della passione con cui tutti noi abbiamo agito per riportare il nostro Teatro Stabile ad occupare di nuovo, con determinazione, la posizione centrale che ha storicamente avuto nella vita culturale della Città. Un lavoro faticoso che ha già dato però molti frutt:.
– i Protocolli d’Intesa e le collaborazioni con le maggiori Istituzioni, a cominciare dall’Università di Catania, il Tribunale dei Minorenni di Catania, il Comune di Catania, l’Università di Messina, il Teatro Massimo “V. Bellini”, il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Catania, l’Accademia di Belle Arti di Catania;
– nella Sala Verga del Teatro, con un contributo dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali a valersi sul Fondo Sviluppo e Coesione Patto per il Sud, sono stati ultimati i lavori di restauro, innovazione tecnologica e miglioramento prestazioni energetiche e sostituite le poltrone ormai consunte;
– la partecipazione, in qualità di partner, al progetto “Accademia”, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia, che ha portato alla realizzazione dello spettacolo “L’Albatros” andato in scena, con grande successo, a Tunisi e a Catania;
– la programmazione di Stagioni, con presenze artistiche di altissimo livello in grado di riqualificare la produzione del nostro Teatro;
– l’organizzazione di importanti tournée che hanno riposizionato il Teatro Stabile di Catania a livello nazionale;
– l’aumento del numero degli spettatori.
Risultati raggiunti con tenacia, pazienza e perseveranza, attraverso un controllo costante del Bilancio, azione che ha consentito la chiusura di innumerevoli contenziosi che gravavano da molti anni sul Teatro, il pagamento puntuale del debito certificato dal Tribunale di Catania, la regolarità nella corresponsione degli stipendi al personale e il puntuale pagamento degli artisti.
E per questi risultati raggiunti voglio esprimere la mia gratitudine al CdA, ai suoi componenti, il Vice Presidente, notaio Carlo Zimbone, i Consiglieri, dott. Raffaele Marcoccio, prof.ssa Ida Nicotra, prof. Enrico Nicosia, insieme ai Revisori dei Conti, dott.ssa Busardò, dott. Granata, dott.Torre.
Un ringraziamento speciale va poi al nostro ex Direttore, Luca De Fusco, per i grandi risultati ottenuti, e al nuovo Direttore, Graziano Piazza che ha raccolto al volo il testimone per dare continuità, pur nella diversità, al lavoro fin qui svolto. Grazie ancora a tutti i Lavoratori del Teatro e ai nostri Artisti.
Particolare gratitudine voglio esprimere alla Regione Siciliana, al Comune di Catania e alla Città Metropolitana che hanno voluto premiare il nostro lavoro e la nostra progettualità assegnando, già da due anni, un maggior contributo al Teatro Stabile di Catania.
Adesso, per continuare ad operare bene per Catania, per il nostro Teatro, per tutti i Lavoratori, è importante che ognuno faccia la sua parte, che i nostri Soci possano assicurare contributi adeguati per proseguire nel cammino intrapreso e consolidare ulteriormente quel rapporto strettissimo che c’è sempre stato tra il Teatro e la sua Città”.
La foto di copertina ritrae il Direttore del TSC Graziano Piazza ed è di Antonio Parrinello