La recente apertura del canale Arci e Forcile, presumibilmente in seguito alle piogge che hanno colpito la zona, sta scatenando un’ondata di proteste tra i bagnanti, preoccupati per la qualità delle acque. A fare da portavoce del malcontento è Santo Abate, un frequentatore storico del Lido Roma, che ha denunciato pubblicamente la situazione, facendo appello alle autorità competenti per un intervento immediato.
Secondo quanto riportato, l’apertura dello sbarramento del canale ha trasformato il mare, normalmente apprezzato dai bagnanti, in un luogo da evitare. La preoccupazione principale riguarda i liquami industriali che, provenienti dalla zona industriale e dall’aeroporto di Catania, finiscono direttamente in mare attraverso il canale. Una situazione che, stando alle parole di Santo Abate, rende impossibile godersi il mare in sicurezza e serenità.
Abate ha inoltre diffuso un video che documenta la situazione, e che in meno di un giorno ha raggiunto quasi 40 mila visualizzazioni sui social media. Le immagini, eloquenti e scioccanti, mostrano chiaramente gli effetti devastanti degli sversamenti in mare, suscitando l’indignazione di molti cittadini.
Ma la questione non si limita alla semplice protesta pubblica. Santo Abate ha fatto appello all’autorità giudiziaria e alla Capitaneria di Porto di Catania affinché intervengano con urgenza. In particolare, richiama l’attenzione su una sentenza del Tribunale di Catania che, a quanto pare, dovrebbe già disciplinare questi sversamenti, imponendo misure più rigorose per la tutela dell’ambiente marino.
Una situazione che non può più essere ignorata
Il problema del canale Arci e Forcile non è nuovo, ma questa nuova ondata di segnalazioni sembra indicare che la situazione è peggiorata, al punto da richiedere un intervento immediato e deciso. I bagnanti, che da anni frequentano le spiagge di Catania, si trovano ora costretti a rinunciare al loro mare a causa di una gestione inadeguata e potenzialmente pericolosa per la salute pubblica.
Le autorità sono chiamate a rispondere non solo alle proteste dei cittadini, ma anche alle implicazioni legali che questa vicenda comporta. La sentenza del Tribunale, richiamata da Abate, potrebbe rappresentare un punto di partenza per azioni più concrete e risolutive, che possano finalmente porre fine a questi sversamenti indiscriminati in mare.
Mentre la vicenda continua a suscitare l’attenzione pubblica, resta da vedere come le autorità locali risponderanno a queste denunce, e se verranno prese misure efficaci per proteggere il mare e i bagnanti da ulteriori danni. Nel frattempo, la comunità di Catania continua a seguire con attenzione gli sviluppi, sperando in un cambiamento che tarda ad arrivare.