Sinistra Italiana denuncia l’inquinamento dei torrenti della zona industriale di Catania

Sinistra Italiana denuncia l’inquinamento dei torrenti della zona industriale di Catania

L’ordinanza di divieto di balneazione, nelle zone della plaia antistanti i torrenti Forcile ed Arci è il triste epilogo di uno scandalo che Sinistra Italiana denuncia da tempo.
Il 2 luglio 2024, quasi due mesi fa, ha ricordato Marcello Failla, segretario cittadino di Sinistra Italiana, il nostro partito ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica del tribunale di Catania, denunciando il grave stato di abbandono dei torrenti che sfociano nel mare di Catania, dovuto all’assenza di ogni controllo ed all’incuria dell’amministrazione comunale e delle alte autorità preposte al controllo della qualità dell’acqua di questi torrenti, che oggi sono diventati vere e proprie discariche di rifiuti civili ed industriali.
Già più volte la magistratura è intervenuta nel recente passato ed in particolare, con ordinanza del 2021, il giudice Mangano, Tribunale civile sezione I, precisava che: “Accertato che l’Arci scarichi a mare i reflui industriali, non sembra necessario verificare ulteriormente la portata nociva degli scarichi, pericolosi per la salute pubblica e l’incolumità dei bagnanti”.
L’inquinamento di questi torrenti, quindi, non deve stupire nessuno: il nostro litorale è attraversato da acque che mettono a rischio la balneabilità delle nostre spiagge e la salute delle famiglie che vi si bagnano.
La responsabilità è del comune di Catania, cui il 23 aprile 2020 il Consorzio ASI ha trasferito la proprietà delle strade e delle relative pertinenze, e delle infrastrutture ad uso pubblico (pubblica illuminazione, reti acque piovane sia interrate che a cielo aperto, etc.) ricadenti nel territorio della zona industriale di Catania ed in particolare i torrenti Arci, Jungetto, Bicocca, Acquasanta, Forcile, Acquicella e Buttaceto, corsi d’acqua ormai perenni che, attraversando la zona industriale, sfociano in mare nella plaia di Catania.
Periodicamente le autorità preposte dovrebbero effettuare analisi e rilevazioni della pericolosità delle acque di questi torrenti, non solo dei valori di Escherichia Coli ed Enterococchi, che segnalano la presenza di scarichi fognari, ma soprattutto dei reflui provenienti dalle attività industriali, che molto spesso non sono depurati.
Il segretario provinciale Giolì Vindigni ha ricordato come la stessa amministrazione comunale sia consapevole che il problema dell’inquinamento è reale perché le aziende alla zona industriale, in assenza di fognature, non avrebbero provveduto a mettersi in regola con propri depuratori dei reflui prodotti e che appare certo che “su detti torrenti vengono scaricati reflui non depurati, ad alta azione inquinante” per l’intera spiaggia della plaia, dove centinaia di migliaia di cittadini catanesi passano i mesi estivi.
Allo stato, infatti, non risulta che ci sia un elenco dei soggetti che scaricano nei corpi recettori della costa, né che questi siano dotati di autorizzazione del Dipartimento Acqua e Rifiuti, e se rispettino ciò che è previsto dall’autorizzazione, effettuando i loro controlli e se tali controlli siano confermati o meno dai rilievi dell’ASP.

Abbiamo denunciato alla Procura, ha concluso Marcello Failla, perché lo scarico in mare sostanze inquinanti così definite dalla norma “qualsiasi tipo di acqua proveniente da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni” non depurate è vietato , configurandosi un reato ex art. 137 d.lgs. 152/2006, che punisce severamente ed in modo specifico “comportamenti afferenti la mala gestio di un tipo particolare di acque reflue, ovverosia quelle industriali, il cui scarico senza autorizzazione integra il reato di scarico abusivo.”
Emanare il divieto di balneazione per inquinamento da reflui fognari, deve essere solo il primo passo per spingere l’amministrazione comunale a capire le cause di questo inquinamento: da dove provengono questi reflui? Chi, violando ogni norma, avvelena il nostro mare, scaricando in esso la propria fogna non depurata? Quali industrie non depurano i propri reflui industriali, trasformando i torrenti in bombe ecologiche?
Aspettiamo queste notizie dal sindaco e chiediamo urgentemente che la stessa Procura avvii ogni accertamento per individuare i responsabili dello sfregio delle nostre coste.

 

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