Speculazione sulle Aste Giudiziarie: Una Piaga Sociale che Persiste a Catania

Speculazione sulle Aste Giudiziarie: Una Piaga Sociale che Persiste a Catania

Questo articolo prende spunto da un’inchiesta pubblicata sul Quotidiano dei Contribuenti il 26 novembre 2020 e dalle dichiarazioni rese all’epoca dal Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, durante una conferenza stampa. Allora, Finocchiaro denunciava con forza un sistema opaco e truffaldino legato alle aste giudiziarie di immobili pignorati a Catania, una delle città più colpite dal fenomeno.

A distanza di quasi quattro anni, MetroCT intende approfondire se qualcosa sia cambiato e se ci siano novità. Finocchiaro aveva sottolineato come beni, frutto del lavoro e del sacrificio di una vita, finissero nelle mani di speculatori a prezzi irrisori, con i debitori che, oltre al danno del pignoramento, dovevano affrontare la beffa di un debito non estinto. Un sistema che, a suo dire, coinvolgeva anche figure istituzionali, dai giudici ai notai, passando per i custodi giudiziari, alimentando una rete di connivenze e speculazioni.

Confedercontribuenti aveva proposto riforme strutturali per rendere le aste più trasparenti e garantire una giustizia equa, inclusa la digitalizzazione delle procedure e la rotazione obbligatoria dei giudici. Tuttavia, la situazione sembra essere rimasta invariata, almeno secondo quanto emerge dall’osservatorio di Consitalia, l’associazione dei consumatori che dal 2017 si batte contro questo sistema.

Consitalia segnala infatti che, nonostante le denunce e l’attenzione mediatica dell’epoca, la “cupola” di interessi che governa le aste giudiziarie a Catania non è mai stata oggetto di indagini giudiziarie imparziali e mirate. Anzi, a quanto pare, le pratiche illegali denunciate continuano indisturbate. Un caso emblematico riguarda una famiglia catanese che ha subito la vendita del proprio immobile senza che venisse mai effettuata la perizia di stima obbligatoria.

Per questo motivo, Consitalia ha depositato una denuncia circostanziata presso la Procura della Repubblica di Messina, confidando che questa volta le indagini possano fare chiarezza. La denuncia, presumibilmente, sarà iscritta a Modello 21, ovvero nella sezione dei reati perseguibili d’ufficio, segno della gravità delle accuse mosse.

A fronte di queste segnalazioni, MetroCT intende risentire lo stesso Finocchiaro per verificare se ci siano stati sviluppi concreti e se le proposte di riforma avanzate a suo tempo abbiano trovato un riscontro.

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