“Il filo rosso dei messaggeri caduti” di Paolo Toti alla Galleria d’Arte moderna di Catania

“Il filo rosso dei messaggeri caduti” di Paolo Toti alla Galleria d’Arte moderna di Catania

“Il mondo è una forma riflessa in uno specchio malato, cosparso delle acute spine della vanità, ma è un privilegio dei santi raggiunger la meta, piuttosto che viver col buio nel cuore è meglio morire d’amore”.

Credo che questi versi di Cristiano Minellono per le musiche del catanese Umberto Balsamo siano, da sole, in grado di dare il senso dello spettacolo  Il filo rosso dei messaggeri caduti  che abbiamo visto l’altra sera alla Galleria d’Arte Moderna di Catania; si è trattato di un Happening Teatrale o, come preferisce chiamarlo l’autore e regista Paolo Toti, una mise en espace, liberamente tradotto in “lettura scenica”, avente per oggetto una Weltanschauung tendente a scavare oscure prigioni al vizio e ad agire per il bene e il progresso dell’Umanità.

Paolo Toti, Chiaraluce Fiorito, Maria Rita Sgarlato non sono solo i tre attori protagonisti della mise en espace,  essi si sono rappresentati come animati da una passione civile e politica (nel senso di San Tommaso D’Aquino che considerava la Politica la forma più alta e nobile d’amore, quella che più s’avvicina all’Amore di Dio, il quale è per tutti senza alcuna distinzione) che li porta a sforzarsi di lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore di come essi l’hanno trovato, parafrasando la ben nota idea-forza dello scautismo forgiata da Sir Baden Powell.

Paolo Toti, che ha composto il testo, s’è servito per attuare codesta sua “passio civilis”, tra i tanti, di quattro figure mitiche: Icaro, Cassandra, Pandora e Giovanna d’Arco, convinto com’è (e noi con lui) che i miti ci insegnano sempre qualcosa.

Ogni figura mitica racchiude in sé aspetti e caratteristiche dell’animo umano, esse danno vita alle ripartizioni che compongono la nostra psiche. Studiando i miti, approfondendo il senso dei tanti significati che ci offrono, non facciamo altro che fare un viaggio per comprendere l’essere umano, per migliorarlo.

I miti sono una delle strade che conducono al “conosci te stesso” e alla consapevolezza di sé, del mondo dell’intero universo.

ICARO è la personificazione di una umanità che tutto vuole raggiungere attraverso la tecnologia e, distaccandosi dalla dimensione spirituale, finirà col perdere il senso delle proprie origini e la vita stessa.

CASSANDRA è  la vox clamantis in deserto, colei che vede profilarsi il pericolo della distopia e della guerra.

PANDORA è la divulgatrice delle cronache dei mali di un mondo ferito da piaghe contemporanee, ma che prendono forme diverse da epoca a epoca.

GIOVANNA D’ ARCO è l’eroina, mossa dalla Mano Celeste, che compie con la sua fede azioni prodigiose e si rivolge ad un mondo che adesso non crede più a nulla.

Il filo rosso che lega questi messaggeri è che  sono destinatari del loro messaggio: essi possono sottrarsi  all’ascolto o scegliere di seguire il varco di  speranza come ciascuno di noi; in una dimensione senza tempo dove i personaggi storici e mitici diventano simboli atemporali.

Il Reading è una forma di rappresentazione teatrale che penalizza la performance degli attori, per questo l’accorta regia s’è premurata di fare uscire, ogni tanto, gli attori fuori dall’ambito ristrettissimo del leggio e a dare forma, per ciascuno, a movenze sceniche esplicative, accompagnati da un corredo sonoro altamente significativo, diremmo; recitante anch’esso più che le luci.

Nelle condizioni date, da 10 e lode è stata la recitazione di Paolo Toti, Chiaraluce Fiorito, Maria Rita Sgarlato sulle cui spalle ricadeva, quasi per intero, di dare il senso della rappresentazione con l’uso chirurgico dell’espressione vocale e dell’accompagnamento corporale, considerando che la scarsa luce non consentiva al pubblico una chiara visione della mimica facciale; tanto più che alcune parti del testo, prese di peso da Wikipedia, mal si prestavano ad esser recitate.

Bravissimi tutti.

Lo spettacolo s’è concluso con un verso che tradisce e illumina l’intimo significato dell’intera opera, in un auspicio e un monito teso a punire “chi ha le ali e non vola” affinché ciascuno possa “insieme a questi messaggeri caduti essere esposto al baratro, alla dolce inclinazione, che in un sonno confuso un filo dal Cielo possa muovere i vostri sogni e dare significato al giorno”.

Una “dolce inclinazione” per “dare significato al giorno” … un’immagine poetica che evoca l’ultima Dea, la Speranza, la speranza patrimonio intimo dei cristiani, ma anche degli illuministi, che fa rima con il sogno di un futuro migliore del presente e che si ribella, ancora una volta, alla logica ben espressa da Plauto e codificata da Tommaso Hobbes dell’Homo Omini Lupus; e che richiama alla mente un altro celebre verso di Cesare Zavattini che chiude uno dei capolavori del neorealismo cinematografico italiano, il film Miracolo a Milano di Vittorio De Sica del 1951, dove i diseredati, finalmente riscattati volano “Verso un regno dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno”.

Lo spettacolo è prodotto dall’associazione REBÉTIKO PRODUZIONI che è nata nell’aprile del 2023 e che si occupa della valorizzazione e della diffusione dell’arte drammatica, dello spettacolo e della cultura attraverso, principalmente,  il veicolo espressivo della rappresentazione teatrale; finora ha dato vita a tre produzioni:  PEST(E) A BUDA, BATTAGLIA PER LA GROENLANDIA, che ha debuttato a Catania ad aprile – maggio 2023, ELETTRA E CLITEMNESTRA, CLITEMNESTRA E ELETTRA, debuttato a Gioiosa Ionica (RC) a luglio 2023 e  IL FILO ROSSO DEI MESSAGGERI CADUTI che ha debuttato a Modica Alta (RG) a luglio 2024 e ora a Catania.

Chiaraluce Fiorito

Maria Rita Sgarlato

In copertina la foto di Paolo Toti

 

Condividilo: