Promette scintille la nuova rassegna del Teatro Canovaccio di Catania 2024/2025 a cui è stato dato il nome di “Attraverso”, a simboleggiare quasi una radiografia del mondo e dei sentimenti rappresentabili sulle tavole del palcoscenico. Si comincerà con TERAS, TIRESIA di Valeria La Bua che ne cura la regia assieme a Davide A. Toscano con Rita Fuoco Salonia, prodotto dalla Bottega del pane in collaborazione con Teras Teatro: “In un momento indefinito -che può essere ora e sempre -un uomo, che ci rappresenta tutti, evoca dal regno dei morti l’indovino Tiresia. Il profeta in un primo momento risponde alle domande che gli vengono poste, poi comincia a ripercorrere la propria vita, convinto che molte delle cose tramandate non siano state raccontate nel modo giusto. Il lungo viaggio del suo racconto è il viaggio di tutti noi: il viaggio eroico dei mortali, che nascono nella certezza della fine di tutte le cose.”
Si prosegue con QUANDO IL CUORE FA BUM BUM testo e regia di Franco Giorgio con Fiorenza Barbagallo, Saro Pizzuto e GiovanniZuccarello, produzione: teatro del Canovaccio e centro Teatro studi ETS: “Che cos’è l’amore? È la domanda che tutti ci poniamo, da sempre, senza però trovare una risposta esaustiva. Proprio perché l’amore è una percezione soggettiva ed è un sentimento troppo ampio per poter essere esplicitato in maniera esauriente con una semplice ed univoca risposta. Il testo si dipana nella classica e scontata triade: Lei, Lui e l’Altro. Un menage à trois che, pur nella sua frivolezza, esplora, con leggerezza e umorismo, le aspettative, le debolezze, le emozioni degli esseri umani, soprattutto quando l’età giovanile è già volata via e nuove e vaghe “illusioni” frullano per la testa, degli uomini soprattutto. “; poi LA CAMERIERA di PUCCINI testo e regia di Nicola Zavagli con Giovanni Esposito e Beatrice Visibelli produzione: Compagnia Teatri d’Imbarco: “Uno spettacolo che unisce musica e teatro, alternando al racconto drammaturgico le apparizioni in musica delle celebri eroine pucciniane. Siamo nel 1908, Arriva da Firenze un giovane giornalista per intervistare il Maestro. Viene accolto da Marianna, la cameriera di casa che racconterà le emozionanti storie delle opere Pucciniane e le pieghe più intime della sua vita. Il racconto dell’appassionata cameriera si tingerà anche di giallo, prendendo il risvolto di un’indagine tra le pieghe di quel mistero che avvolse casa Puccini: il caso Doria Manfredi, per il quale furono coinvolti il maestro e la moglie.”
Seguirà IL VESPRO DELLA BEATA VERGINE testo Antonio Tarantino regia: Mauro Lamanna con Dario Natale produzione: TIP teatro scenari visibili:“Un padre è venuto a riprendersi il corpo del figlio, morto suicida nelle acque dell’Idroscalo. Nell’attesa che l’autopsia si compia egli rievoca, nell’oscurità di un obitorio, come, nel corso di una tumultuosa telefonata notturna, abbia aiutato – nell’apparenza di assecondarne la follia – quel figlio nell’affrontare e superare gli ostacoli e le trappole del trapasso. Un’estrema decisione genera un’intesa fatale in un linguaggio estremo: capace cioè di sciogliere i nodi di un’esistenza “drammatica” densa di casi arruffati, di accidenti. Ciò che può favorire, al di fuori di ogni liturgia, l’incontro con il mito. Così, per vie casuali, siccome la poesia è l’occasione, l’eroe perviene a una consapevolezza, sia pur opaca, dell’inevitabilità della tragedia: inevitabilità che domanda l’innoce-nza dell’eroe, la cui sorte è costretta in un conflitto di forze remote ed estranee. Tali da impedire l’affacci-arsi dell’idea stessa di giustificazione. Questo genera in un lui una sofferenza tragica che, se pur non lo redime (da cosa poi?), lo rende partecipe di una favola originaria, di un’identità.”
Di seguito LA VITA SESSUALE di GUGLIELMO SPUTACCHIERA Dal romanzo di Alberto Ravasio con Daniele Brune e Loriana Rosto, produzione Teras Teatro:“Guglielmo Sputacchiera, inetto sociale e sessuale si sveglia trasformato in ciò che più gli manca: una donna. È diventato una donna. Ma cosa è stato? L’abuso di pornografia, il surriscaldamento globale, gli amici del liceo, uno scherzo di Dio? Un po’ Samsa, un po’ Fantozzi, un po’ soldato Sc’vèik, il giovane lascia la casa dei suoi e parte per un’avventura surreale e realista. Sulla sua strada incontrerà paesani cattonazisti, la dottoressa che palpa, il santone mariano e tutta la tipica fauna dell’orrore provinciale, fino a un epilogo un po’ osceno, ma che è anche il solo possibile. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo, affronta con crudele sarcasmo alcuni temi del nostro tempo: la digitalizzazione della vita e della sessualità, l’inconciliabile rapporto con la generazione dei padri e la disperazione economica del nuovo proletariato colto.”
Infine PRIMA NOTTE dall’omonima novella di Luigi Pirandello e l’adattamento di Rita Stivale; con Fiorenza Barbagallo, Iolanda Fichera, Pippo Marchese, Stefania Micale, Saro Pizzuto, Agata Raineri, Giovanni Zuccarello produzione Teatro del Canovaccio: “I concetti di amore, sessualità (negati da altri o inibiti per propria scelta), il desiderio del matrimonio, si ritrovano spesso, nell’opera pirandelliana, indissolubilmente legati al concetto di morte. Che il matrimonio sia considerato da Pirandello un trapasso ad altra vita, si può comprendere con evidenza dalle connotazioni lugubri, funeree, luttuose che assume qui il racconto di Prima Notte. La circostanza umanache si viene a creare ne è una chiara metafora. Il bisogno di legarsi a un’altra metà è qui spiegato da Pirandello come una forzatura, un salto nel vuoto, un tuffo a occhi chiusi che può tradursi in vita o morte. Intriso di un umorismo tipicamente pirandelliano, sempre strisciante, e a volte perfino grottesco l’autore non rinuncia mai a puntare il dito e denigrare la vile razza umana, coi suoi imbrogli e i suoi assurdi compromessi. Con le continue false apparenze che coprono e giustificano i veri sentimenti dei personaggi della storia. Questa è la nostra chiave di lettura. Una storia dolce-amara dai toni comunque leggeri e a volte perfino spassosi”.