L’ANM denuncia l’invarianza finanziaria: “Giurisdizione in affanno, serve più sostegno”

L’ANM denuncia l’invarianza finanziaria: “Giurisdizione in affanno, serve più sostegno”

Negli ultimi anni, la politica ha affrontato problematiche sociali, anche di carattere sovranazionale, principalmente attraverso risposte di tipo giudiziario, con un progressivo aumento dell’impegno per la giurisdizione. Tuttavia, a fronte dell’ampliamento dei compiti affidati ai magistrati, le risorse messe a disposizione per far fronte a tali responsabilità sono rimaste invariate, con gravi conseguenze per la qualità e l’efficacia del sistema giudiziario.

In risposta a questa situazione, il Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha approvato un documento che denuncia la costante introduzione di leggi che impongono nuovi carichi di lavoro alla magistratura senza prevedere le risorse adeguate. Alla base di tali provvedimenti vi è la cosiddetta “clausola di invarianza finanziaria”, che impone che dall’attuazione delle leggi “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Questo significa che le amministrazioni devono far fronte ai nuovi compiti con le risorse umane e finanziarie già disponibili, creando un sistema insostenibile per gli uffici giudiziari.

Le normative recenti, sia in ambito civile che penale, come le nuove disposizioni sui processi familiari, la protezione internazionale, la messa alla prova, il codice rosso, e la giustizia riparativa, sono esempi di come la giurisdizione sia stata gravata da compiti sempre più complessi, senza un adeguato supporto. A ciò si aggiungono le criticità legate alla legge Nordio, che introduce ulteriori adempimenti procedurali, in particolare con l’introduzione del G.i.p. collegiale.

Il documento dell’ANM sottolinea come questa gestione abbia generato un pesante impatto sul lavoro dei magistrati, che si vedono costretti a gestire un numero crescente di pratiche con risorse limitate. L’effetto è un abbassamento della qualità del lavoro giudiziario, la trasformazione della giurisdizione in un’attività di “smaltimento fascicoli” e l’aumento della pressione sui giudici e i pubblici ministeri, il cui lavoro si riduce spesso a una gestione puramente burocratica.

In questo contesto, il Comitato Direttivo Centrale dell’ANM apprezza l’introduzione degli standard di rendimento e dei carichi esigibili da parte del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), ma sottolinea che molto resta da fare per garantire condizioni di lavoro adeguate in tutti i settori, come la Corte di Cassazione e il Tribunale per i Minorenni, che al momento non sono coperti da tali delibere.

Il Comitato ha quindi chiesto alla Giunta Esecutiva Centrale di monitorare attentamente la situazione dei carichi di lavoro negli uffici giudiziari e di continuare a denunciare tutte le proposte legislative che non prevedono le risorse necessarie per far fronte ai nuovi impegni, al fine di tutelare la qualità della giustizia e le condizioni di lavoro dei magistrati.

In un momento in cui la giurisdizione è sempre più sotto pressione, è fondamentale, secondo l’ANM, che le risorse adeguate vengano stanziate per garantire l’efficacia del sistema giudiziario e per evitare un ulteriore deterioramento della qualità del servizio.

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