Consitalia sostiene la Procura di Catania: “La questione dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio deve arrivare alla Corte Costituzionale”

Consitalia sostiene la Procura di Catania: “La questione dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio deve arrivare alla Corte Costituzionale”

L’Associazione Consitalia – Sportello Difesa del Cittadino – ha espresso pieno sostegno alla posizione della Procura della Repubblica di Catania, che ha chiesto al Tribunale di sollevare la questione di legittimità costituzionale riguardante l’abrogazione dell’articolo 323 del Codice Penale, norma che fino a pochi mesi fa regolava il reato di abuso d’ufficio. Consitalia, da anni in prima linea nella difesa dei diritti dei cittadini e nella promozione della legalità, sottolinea l’importanza di portare la questione davanti alla Corte Costituzionale per evitare un grave vuoto di tutela giuridica.

Un’abolizione problematica e i rischi per la giustizia

Il nodo centrale della memoria difensiva presentata dalla Procura di Catania è legato alla recente abrogazione dell’art. 323 c.p. avvenuta con la legge n. 114 del 9 agosto 2024. Tale abrogazione è stata già oggetto di dubbi di costituzionalità sollevati anche dal Tribunale di Firenze. Secondo la Procura di Catania, questa norma, che un tempo costituiva un fondamentale strumento di contrasto alle condotte abusive dei pubblici ufficiali, è stata cancellata senza considerare adeguatamente le ripercussioni sull’efficacia della giustizia penale, soprattutto in settori delicati come quello delle selezioni pubbliche universitarie.

Il caso specifico, noto come “Università Bandita“, vede coinvolti diversi imputati accusati di aver alterato le procedure di selezione per professori e ricercatori universitari. Secondo Consitalia, la decisione del GUP di riqualificare alcune delle imputazioni da art. 353-bis (turbata libertà degli incanti) ad art. 323 c.p. ha generato una situazione paradossale, in cui alcuni imputati rischiano ora di beneficiare dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio, con la conseguenza di una possibile sentenza di non doversi procedere.

La posizione di Consitalia: “Evitare un vuoto di giustizia”

Consitalia ribadisce che, senza l’art. 323 c.p., molte condotte che, pur non configurando corruzione o concussione, rappresentano un abuso dei propri poteri da parte dei pubblici ufficiali, rischiano di non essere più punibili. “L’abuso d’ufficio – spiega l’associazione – era una norma fondamentale per garantire che l’azione dei pubblici ufficiali fosse esercitata nell’interesse della collettività e non a fini personali o di parte”.

L’associazione sottolinea come la questione posta dalla Procura di Catania non sia un mero tecnicismo giuridico, ma un problema che tocca da vicino la vita dei cittadini e il corretto funzionamento delle istituzioni. “La giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione – continua Consitalia – ha sempre escluso che le alterazioni nelle procedure di selezione di docenti universitari rientrino nell’ambito dell’art. 353-bis c.p., indicando piuttosto l’art. 323 c.p. come il quadro normativo adeguato. L’abrogazione di questo articolo rappresenta, di fatto, un’amnistia mascherata per molte condotte lesive della fiducia pubblica”.

Richiesta di rimessione alla Corte Costituzionale

Consitalia, appoggiando la memoria della Procura di Catania, chiede con forza che il Tribunale sollevi la questione davanti alla Corte Costituzionale, affinché venga valutata l’eventuale illegittimità dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Secondo l’associazione, la Corte deve verificare se la cancellazione di questa norma possa avere effetti sproporzionati sul sistema di tutela della legalità e sul rispetto del principio di uguaglianza davanti alla legge.

“Giustizia per i cittadini e fiducia nelle istituzioni”

“La fiducia nelle istituzioni passa anche dalla capacità di punire chi abusa del proprio potere”, conclude Consitalia. L’associazione teme che l’abrogazione dell’art. 323 c.p. possa rappresentare un segnale negativo per tutti coloro che chiedono maggiore trasparenza e integrità nelle istituzioni pubbliche. Consitalia invita dunque il legislatore a considerare attentamente le ripercussioni di questa scelta, auspicando un intervento correttivo che possa restituire al sistema giuridico italiano uno strumento indispensabile per la tutela dell’interesse pubblico.

In attesa della decisione del Tribunale e, auspicabilmente, dell’intervento della Corte Costituzionale, l’associazione ribadisce il proprio impegno a sostegno della legalità e della giustizia, affinché nessuno possa sentirsi al di sopra della legge.

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