Catania e il Nubifragio: La Buona Politica del “Ma Tanto Piove Poco”

Catania e il Nubifragio: La Buona Politica del “Ma Tanto Piove Poco”

Dopo l’ultimo nubifragio che ha colpito Catania, durato meno di un giorno, l’associazione dei consumatori d’Italia, Consitalia, ha deciso di alzare la voce. Con un’incredibile dose di ironia e sarcasmo, ci chiediamo: “Ma che ci vuole per passare dalle parole ai fatti?”

Il sindaco Avv. Trantino e i suoi assessori, così abili nel distribuire responsabilità alle amministrazioni precedenti, hanno mostrato una certa creatività nella gestione della situazione. Ma ora, di fronte a una città che fatica a drenare le poche gocce che cadono, la popolazione chiede interventi concreti, non solo promesse.

La neo amministrazione – che, a dirla tutta, “nuova” non è – ha clamorosamente fallito nel predisporre seri interventi utilizzando i fondi del PNRR, quelli della protezione civile e altri fondi europei, regionali o nazionali. La nostra fortuna? Secondo l’opinione pubblica, è che piove poco e per breve tempo, sia acqua che cenere. Immaginate, però, se le precipitazioni diventassero come quelle che stanno flagellando l’Emilia Romagna. Catania sarebbe un lago!

E poi, sempre l’opinione pubblica si interroga: “Come mai non si parla dei lavori sbagliati fatti in Via Etnea?” Ah, Via Etnea, la “perla” di Catania! Un esempio lampante di come si possano investire soldi e tempo in progetti che, se non altro, offrono spettacolo e un ottimo spunto per una risata (amara).

Forse la soluzione sarebbe un bel comitato permanente dedicato all’arte del “cosa non fare”, per insegnare ai nostri amministratori che il vero lavoro di un politico non si limita a tagliare nastri e fare proclami, ma richiede pianificazione e responsabilità.

Insomma, mentre il cielo si apre e le strade si allagano, la città si aspetta un cambiamento. E, cari amministratori, la pioggia non è solo un problema quando si tratta di lamentarsi del passato; è un’occasione per dimostrare che si può davvero passare dalle parole ai fatti. Siamo tutti in attesa, con ombrelli in mano e un pizzico di sarcasmo sul viso.

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