Si alza il sipario su un sistema di gestione dei fondi pubblici per lo spettacolo in Sicilia che sta già facendo discutere: un esposto firmato da ben 103 compagnie teatrali siciliane denuncia opacità e irregolarità nella distribuzione di milioni di euro erogati a favore di un ristretto gruppo di associazioni private. Il tutto è stato reso noto dai giornalisti dott. Mario Barresi e dott.ssa Luisa Santangelo, il cui articolo, pubblicato oggi, svela come queste sovvenzioni siano state assegnate senza evidenza pubblica, spesso per eventi di dubbia esistenza e a soggetti di recentissima costituzione, privi di attività pregresse o trasparenza.
L’associazione dei consumatori d’Italia Consitalia, attraverso lo Sportello Difesa del Cittadino, si è congratulata ufficialmente con i due giornalisti, lodando la loro professionalità e l’impegno civico che ha portato alla luce una situazione che, a detta di molti, richiede un controllo rigoroso. Consitalia sottolinea l’importanza di questa inchiesta giornalistica per i cittadini e per tutte le realtà culturali siciliane che si affidano ai fondi pubblici per sostenere attività di elevato valore sociale e culturale.
Nel dettaglio, l’inchiesta mostra come la “Tabella H” del passato sia stata evoluta in una versione 4.0, uno strumento dal meccanismo analogo: contributi concessi senza un bando pubblico, dove oltre 8 milioni di euro sono stati indirizzati verso una ristretta cerchia di beneficiari privati in nome della promozione turistica, mentre il Fondo Unico Regionale dello Spettacolo (Furs), che dovrebbe garantire trasparenza e parità d’accesso ai finanziamenti, ha ricevuto meno della metà dei fondi destinati a queste associazioni “amiche”.
Consitalia auspica l’avvio di una seria indagine giudiziaria
In un clima di generale indignazione, Consitalia invita le autorità competenti, in primis la magistratura ordinaria, a raccogliere il grido di allarme lanciato dai giornalisti e dalle associazioni teatrali siciliane, affinché venga fatta chiarezza e, se del caso, giustizia. Una gestione dei fondi pubblici non trasparente e con possibili violazioni dei principi di imparzialità e merito non può infatti essere tollerata in una regione in cui la cultura e lo spettacolo sono parte integrante dell’identità e del patrimonio sociale.
I cittadini siciliani e le istituzioni culturali meritano la garanzia che i fondi pubblici, provenienti dalle tasche dei contribuenti, siano distribuiti in modo equo, trasparente e soprattutto funzionale alla crescita del settore.