Di Santi Maria Randazzo
La programmata visita di Hitler in Italia, prevista per l’inizio del maggio 1938, avveniva in un contesto internazionale caratterizzato dall’obiettivo fondamentale perseguito da Mussolini di ottenere nel consesso delle nazioni il riconoscimento dello Status di Impero per l’Italia. Le trattative diplomatiche sotterrane e non si sviluppavano, oltre che alla ricerca del consenso al riconoscimento dello Status di Impero all’Italia, in un contesto caratterizzato fondamentalmente dalla ricerca di patti ed alleanze di vario genere tra L’Italia e l’Inghilterra, tra l’Italia e la Francia, tra l’Italia e la Germania e tra l’Italia e varie nazioni dei Balcani. Mentre in Europa si cominciava a respirare un’aria foriera di venti di guerra Inghilterra e Francia cercavano con le promesse o con le armi del ricatto di evitare che si consolidasse militarmente l’alleanza militare tra l’Italia e la Germania. Tale accordo che, come dirà nel 1942 ad alcuni del suo Stato Maggiore, aveva cercato di evitare ritenendo che ciò non favorisse i piani di guerra della Germania e l’efficacia delle sue azioni militari; mentre in Italia vi era, fino a prima che l’Italia entrasse in guerra, una maggioranza politico-militare che riteneva dannosa per l’Italia un patto militare con la Germania. Per preparare adeguatamente l’accoglienza di Hitler in Italia si provvide a ristrutturare il Palazzo Reale di Roma dove Hitler sarebbe stato ospitato. Fino a poco prima dell’arrivo di Hitler in Italia vi era stata una crisi nei rapporti tra Italia e Germania dovuti alle azioni violente che gli irredentisti altoatesini aveva attuato in seguito all’annessione dell’Austria alla Germania. Scriverà Galeazzo Ciano nel suo diario il 17 aprile 1938: “Ma, proprio con i tedeschi, le cose non vanno bene in Alto Adige. Gli allogeni, dopo l’Anschluss, hanno troppo alzato la testa e si intensificano manifestazioni irredentistiche che noi non possiamo più oltre tollerare. La prudenza poi consiglia di agire subito, perché certe agitazioni bisogna soffocarle sul nascere per impedire che, sviluppatesi, richiedano un intervento più drastico. Ieri intanto è successo a Lasa un incidente più grave e si sono anche usate le armi da fuoco. Tutto ciò, alla vigilia del viaggio del Fuhrer, è grave.” Nel presentare a Mussolini il testo dell’accordo da proporre a Ribbentrop, nel suo diario Ciano scriverà l’1 maggio 1938 una nota che sembra testimoniare una resistenza della Germania a sottoscrivere il patto:”Lo proporrò a Ribbentrop, facendogli presente che è nel comune interesse sottoscriverlo. Abbiamo fatto un Patto con Londra, tra poco ne faremo uno con i francesi: se non si fissano le posizioni anche con Berlino, tutti diranno che l’Asse è liquidato e che stiamo tornando a Stresa.” Il 3 maggio 1938 Hitler arriva a Roma dove viene accolto dal Re e dalla sua Corte venendo ospitato per la notte a Palazzo Reale. Durante la notte tra il 3 ed il 4 maggio, mentre Hitler risiedeva a Palazzo Reale accadde un curioso episodio che il Re raccontò a Mussolini e a Ciano, che lo registrerà così nel suo diario del 7 maggio 1938:”[Il Re] Ha narrato al Duce e a me che la prima notte di soggiorno a Palazzo Reale, Hitler, verso l’una del mattino, chiese una donna. […] Fu difficile trovarla, ma poi venne una cameriera d’albergo e il problema fu risolto.”