Quando si va per assistere agli spettacoli prodotti da Proscenio APS si ha sempre l’impressione di partecipare ad una festa, una specie di happening della spensieratezza; sorridono tutti: attori, tecnici, pubblico; sono tutti allegri, vocianti e soprattutto in gran parte sono giovani.
Non ha fatto eccezione l’altra sera al Teatro Nuovo Sipario Blu la rappresentazione de La strana coppia di Neil Simon, un classico della drammaturgia mondiale che dal 1965 allieta e attira il pubblico quand’anche conosca a memoria la storia.
Oscar Madison, giornalista sportivo, conduce un’esistenza da scapolo da quando si è separato dalla moglie. Disordinato e approssimativo, vive da solo in un appartamento trasandato, passando le serate a giocare a poker con gli amici Vinnie, Murray, Roy e Speed. La routine di Oscar viene sconvolta dall’arrivo di Felix Ungar, un amico appena lasciato dalla moglie e che è l’esatto opposto di Oscar: preciso in modo maniacale, ossessionato dall’ordine e dalla pulizia, pieno di allergie e di tic, e incapace di rassegnarsi alla fine del proprio matrimonio: un vero e proprio psicopatico affetto da una seria sindrome paranoide compulsiva.
Dopo alcune settimane, non sopportando più la convivenza, Oscar obbliga Felix ad andarsene ma poco tempo dopo se ne pente e va a cercarlo per le strade di New York con gli amici, senza però trovarlo. Scopre poi che si trova a casa di Gwendolyn e Cecily, le vicine di appartamento di Oscar con le quali pochi giorni prima i due uomini avevano organizzato una cena mal riuscita.
Oscar e Felix si riappacificano, ma Felix decide di non ritentare la convivenza e di rimanere ancora per qualche settimana dalle vicine, in attesa di trovare una nuova sistemazione altrove.
Nei panni si Oscar s’è cimentato brillantemente Mirko Marotta mentre in quello di Felix, come sempre accade, ha conquistato il pubblico Manuel Giunta; Angelo Calì Giorgio Piccione e Riccardo Zappalà, hanno interpretato al meglio i tre compagni di poker vittime dei due protagonisti; le straripanti, applauditissime Chiara Compagnini e Bernadette Giunta hanno interpretato Guendalina e Cecilia le vogliose, occasionali amiche d’una sera.
Nel complesso, l’ardita sfida di cimentarsi in una piecès interpretata da tanti mostri sacri del teatro, tra i quali – indimenticabili – Walter Matthau e Jack Lemmon, è riuscita alla grande.
Il pubblico s’è sbellicato e la performance degli attori è stata all’altezza del compito, mostrando una crescita professionale che, sebbene abbia ampi margini di ulteriore incremento, sottolinea la maggiore maturità acquisita negli anni.
Lodevole è stato l’apparato tecnico curato da Serena Giuffrida direttore di scena, Salvo Testa assistente di scena, Angelo Pulvirenti per la scenografia e le luci e Antonio Giunta per la fotografia.
La regia agile e attenta è stata curata da Andrea Giuffrida, anima dell’intero collettivo, coadiuvato da Margherita Malerba.