Porticciolo di Ognina: protesta pacifica tra striscioni, risarcimenti e misteriosi fondi spesi

Porticciolo di Ognina: protesta pacifica tra striscioni, risarcimenti e misteriosi fondi spesi

Sabato 23 novembre, il borgo marinaro di Ognina è stato teatro di una protesta pacifica ma tutt’altro che silenziosa, contro la concessione demaniale del porticciolo alla società La Tortuga Srl. Un’affluenza sorprendente, con decine di cittadini e associazioni schierati in difesa dello storico approdo, armati di striscioni che gridavano messaggi eloquenti come: “Avete offeso un’intera borgata marinara” e “Il porto di Ognina non è in vendita”.

Una protesta “autorizzata” e piena di energia
L’evento, regolarmente autorizzato (che sia scritto nero su bianco, non si sa mai), si è trasformato in una sorta di talk show all’aperto. Gli interventi, tanti e tutti carichi di pathos, hanno toccato il cuore dei presenti… e probabilmente anche le orecchie degli emissari della società La Tortuga Srl, che, secondo indiscrezioni, osservavano tutto a distanza. Chissà se i loro appunti includevano frasi come: “Si prevede tempesta di risarcimenti in caso di revoca concessione”.

Eh sì, perché La Tortuga Srl, in un’interessante dichiarazione stampa, ha già messo le mani avanti: se salta la concessione, scatteranno richieste di risarcimento per le somme investite. Somme che, ci dicono, sono già state spese, anche se al momento risulta un po’ difficile capire esattamente dove e come. Forse si trovano in qualche misterioso forziere sommerso nei fondali del porticciolo?

Il Comune e la magistratura: salvatori o spettatori?
Nel frattempo, il presidente dei Pescatori Marittimi Professionali, con tono da cronista sportivo, ha commentato che, se il Comune si decide finalmente a fare la sua mossa – come sembrerebbe aver dichiarato il sindaco Enrico Trantino – la concessione potrebbe essere sospesa “a stretto giro”. E se non bastasse, potrebbe arrivare anche il fischio d’inizio della magistratura, pronta a scendere in campo con cartellini rossi in caso di anomalie.

Nel frattempo, le forze dell’ordine presenti durante la manifestazione hanno ascoltato attentamente ogni parola. È confortante sapere che, mentre qualcuno si preoccupa di salvare un borgo marinaro, altri si preoccupano di riempire i verbali.

Un porto che vale più di quanto appare?
Il porto di Ognina, a detta di tutti, non è in vendita. Ma con un futuro legale così intricato, sembra più vicino a un’asta giudiziaria. Tra i cittadini indignati, i pescatori storici, gli amanti della tradizione e una società concessionaria che si prepara a brandire carte bollate, il piccolo porticciolo rischia di diventare un’arena legale.

In attesa di ulteriori sviluppi, il nostro editore ribadisce la massima apertura a qualunque dichiarazione della società La Tortuga Srl, della Regione Siciliana, del Comune di Catania o di qualunque altra voce interessante. Per il momento, però, lo scenario sembra più quello di una serie Netflix con protagonisti agguerriti e trame intricate: “Porticciolo di Ognina: il ritorno della concessione perduta”.

Restiamo sintonizzati, perché, come si suol dire, “la tortuga non si svende… ma il risarcimento è dietro l’angolo”.

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