La Federazione Armatori Siciliani e l’Associazione Pescatori Marittimi Professionali (A.P.M.P.) lanciano un grido d’allarme: “Il settore della pesca è in grave crisi, e non possiamo più aspettare. Il Governo italiano e l’Unione Europea devono intervenire subito, superando ogni condizionamento imposto da lobby e comitati d’affari che stanno ignorando la realtà dei fatti”.
Negli ultimi dieci anni, i posti di lavoro nel settore della pesca si sono ridotti drasticamente, passando da circa 30.000 a meno di 19.000. Un calo che non può essere spiegato solo con l’evoluzione tecnologica o i mutamenti di mercato, ma che riflette una gestione inefficace delle risorse marine e delle politiche di settore.
“Ridurre lo sforzo di pesca – sottolineano i rappresentanti delle due associazioni – non è la soluzione, soprattutto se tale scelta non è supportata da studi scientifici rigorosi e condivisi. Il problema è molto più complesso e ha radici profonde”. Tra le principali preoccupazioni evidenziate vi è il ruolo dei tonni, la cui popolazione è cresciuta a dismisura, mettendo in pericolo il delicato equilibrio dell’ecosistema marino. “I tonni si nutrono di enormi quantità di pesce azzurro, una risorsa fondamentale per la pesca italiana. Questo sta contribuendo in modo significativo alla sua drastica riduzione nel Mediterraneo”.
Un Appello agli Stati Membri dell’UE
La Federazione Armatori Siciliani e l’A.P.M.P. invitano tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a “svegliarsi e aprire gli occhi”. “Non possiamo più permetterci politiche miopi, influenzate da interessi particolari. È necessario affrontare il problema con coraggio, guardando alla realtà e non alle narrazioni confezionate dalle lobby”.
Le due associazioni propongono un approccio innovativo e inclusivo: organizzare gli Stati Generali della Pesca, un incontro che riunisca tutti gli attori del settore – pescatori, armatori, ricercatori, istituzioni e consumatori – per discutere e adottare soluzioni condivise. “Solo un dialogo aperto e trasparente potrà portare a una strategia efficace per il ripopolamento ittico e la gestione sostenibile delle risorse marine”.
Richieste al Governo Italiano
A livello nazionale, le associazioni chiedono al Governo italiano di:
- Promuovere una revisione delle politiche sulla gestione della pesca, basata su dati scientifici aggiornati e trasparenti.
- Sostenere programmi di controllo delle popolazioni di tonni attraverso misure mirate e sostenibili, come quote di cattura ragionevoli.
- Istituire incentivi economici per favorire tecniche di pesca innovative e a basso impatto ambientale.
- Potenziare il monitoraggio e la ricerca scientifica sulle risorse ittiche del Mediterraneo.
Una Sfida Europea
La questione è globale e richiede un impegno concertato da parte di tutti gli Stati membri dell’UE. “Il Mediterraneo è una risorsa condivisa, e la crisi della pesca colpisce tutti. È il momento di agire come un’Unione, mettendo da parte interessi nazionalistici e affrontando la questione con un piano coordinato e ambizioso”, dichiarano i rappresentanti della Federazione Armatori Siciliani.
Un Futuro Sostenibile
La crisi della pesca non riguarda solo i pescatori, ma l’intera catena alimentare e il futuro delle comunità costiere. Concludono le associazioni: “Serve un cambio di passo immediato, che metta al centro la sostenibilità, l’occupazione e la salvaguardia dell’ecosistema marino. Solo così potremo garantire un futuro al settore della pesca e al nostro mare”.