Il 27 febbraio, in tutta Italia, si terrà uno sciopero dei magistrati, che vedrà manifestazioni ed eventi in tutti i distretti, aperti anche alla partecipazione della società civile. Questo sciopero, che prende piede in un momento particolarmente delicato per la giustizia italiana, rappresenta una presa di posizione netta e forte da parte del corpo giudiziario contro la crescente pressione politica e la pericolosa delegittimazione della magistratura, a tutela della Costituzione e dei principi democratici su cui si fonda il nostro ordinamento.
L’evento romano, che prenderà il via alle ore 10 in Piazza Cavour, prevede un simbolico flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione, dove i magistrati, indossando la toga e una coccarda tricolore, terranno in mano una copia della Costituzione Italiana. Un gesto semplice, ma potente, che vuole riaffermare l’importanza della Costituzione e l’indipendenza della magistratura. La manifestazione, poi, proseguirà con un’assemblea pubblica al Cinema Adriano, alla quale parteciperanno magistrati e rappresentanti della società civile, creando un ponte tra il mondo della giustizia e i cittadini.
Questo sciopero non è solo una protesta, ma un appello alla società civile affinché prenda coscienza di quanto la giustizia sia sotto attacco. I magistrati, infatti, sono da tempo oggetto di continui tentativi di delegittimazione, un attacco che proviene anche da esponenti della politica. Alcuni politici, purtroppo, hanno avviato una campagna di discredito nei confronti del sistema giudiziario, strumentalizzando i casi isolati di errori giudiziari o le sentenze impopolari per minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Tuttavia, questo tipo di politica non solo non serve al bene comune, ma mina le fondamenta stesse dello Stato di diritto.
La magistratura non è infallibile, è vero, ma la sua indipendenza è imprescindibile. I magistrati sono chiamati a garantire giustizia in un contesto complesso, in cui ogni decisione è il frutto di un rigoroso procedimento legale. Gli attacchi a singoli magistrati o all’intero corpo giudiziario rischiano di compromettere l’equilibrio tra i poteri dello Stato, indebolendo la separazione tra giurisdizione e politica. È fondamentale che la magistratura rimanga libera da pressioni esterne, in modo che possa esercitare il suo ruolo di garante della legalità senza timore di conseguenze politiche.
L’assemblea pubblica di Roma vedrà anche l’intervento di personalità come lo scrittore Gianrico Carofiglio, che ha più volte denunciato i rischi derivanti dall’ingerenza politica nella giustizia, e di magistrati di primo piano come Giuseppe Santalucia ed Enrico Scoditti, che hanno offerto il loro contributo al dibattito sulla giustizia in Italia. A questi si aggiungeranno esperti e avvocati, come Giuseppe Iannaccone, che porteranno il loro punto di vista sulla necessità di tutelare l’indipendenza del potere giudiziario.
Le Conclusioni dell’Editore
Il sostegno a questa manifestazione è doveroso, non solo per i magistrati, ma per tutti i cittadini che credono nella democrazia e nella necessità di un sistema giudiziario indipendente. Non si tratta di una difesa corporativa, ma di una difesa della giustizia stessa. La protezione della legalità e dei diritti fondamentali dei cittadini dipende dall’indipendenza dei magistrati, i quali devono essere liberi da interferenze politiche per garantire che la legge venga applicata equamente.
L’iniziativa dei magistrati è un richiamo forte alla responsabilità collettiva. È importante che la società civile si faccia sentire, sostenga i magistrati e si opponga a chi tenta di strumentalizzare la giustizia per fini elettorali. La vera sfida per il nostro paese non è solo l’efficienza del sistema giuridico, ma la sua capacità di restare fedele ai principi che lo fondano: l’indipendenza, la legalità e l’imparzialità. Sostenere la magistratura oggi significa difendere la democrazia e tutelare i diritti di tutti.