Un futuro incerto si prospetta per 220 lavoratori della Global Service, che nella mattinata di ieri hanno partecipato a un’assemblea sindacale per discutere le implicazioni della revoca dell’appalto da parte di Eurospin in Sicilia. La decisione di Eurospin di cessare il contratto con la Global Service, che si occupa della logistica e dei servizi, ha gettato un’ombra di preoccupazione su numerose famiglie della provincia etnea, che rischiano di trovarsi senza lavoro o senza le garanzie economiche finora ottenute.
A partire da settembre, infatti, subentrerà una nuova azienda per la gestione dell’appalto, ma gli operai temono che quest’ultima non rispetti gli stessi accordi previsti, né le tutele contrattuali acquisite. Dopo anni di precariato e instabilità lavorativa nelle cooperative, i lavoratori avevano finalmente ottenuto un contratto logistica con diritti e garanzie, un traguardo fondamentale che, purtroppo, potrebbe essere messo in discussione con la modifica dell’appalto.
In particolare, i sindacati temono che le condizioni di lavoro possano peggiorare e che gli accordi per un premio di produzione, da tempo negoziato, possano svanire, compromettendo il reddito dei lavoratori. La situazione ha generato un forte allarme tra i dipendenti e le loro famiglie, che si vedono ora costretti a lottare per mantenere i diritti conquistati con fatica.
Edoardo Pagliaro, segretario generale di Filt Cgil Catania, e Giuseppe Campisi, responsabile del dipartimento merci e logistica della Filt, hanno richiesto un incontro urgente con Eurospin, la società subentrante e quella uscente, per garantire che venga applicata la clausola sociale prevista dall’articolo 42 del Contratto Logistica, che tutela i lavoratori in caso di cambio di appalto, assicurando la continuità occupazionale e il mantenimento delle condizioni di lavoro.
Durante l’assemblea, è stato deciso di mantenere un presidio permanente a tutela dei lavoratori e contro ogni tentativo di scaricare i costi sui 220 addetti, che si sono uniti con determinazione per difendere i propri diritti. Il presidio è un segnale forte di protesta, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di garantire stabilità e sicurezza occupazionale per i lavoratori coinvolti, evitando che il cambiamento di appalto si traduca in un ulteriore sacrificio per chi da anni si impegna con serietà nel settore della logistica.
La vicenda, che si inserisce nel più ampio contesto delle difficoltà legate al lavoro precario e alla gestione degli appalti, pone una questione urgente che richiede l’intervento immediato delle autorità competenti per evitare che i lavoratori siano penalizzati da un sistema che troppo spesso scarica sulle spalle dei più deboli i costi della riorganizzazione aziendale.