Il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Cesare Parodi, ha tracciato un quadro chiaro e netto delle sfide che la magistratura italiana sta affrontando, a partire dalla recente riforma della giustizia che, secondo Parodi, rischia di minare l’indipendenza della magistratura stessa. Parodi, subentrato a Giuseppe Santalucia e rappresentante di Magistratura Indipendente (MI), ha portato all’attenzione pubblica le critiche che emergono da una proposta di riforma che, pur cercando di risolvere alcuni problemi strutturali della giustizia, finisce per intaccare uno degli aspetti più vitali e fondamentali per la democrazia: l’autonomia dei giudici.
La contrapposizione tra magistratura e politica è stata definita da Parodi non come una “guerra”, ma come una “forte contrapposizione su principi importanti”. Questo scontro, secondo il Presidente dell’ANM, deve confinato nel perimetro del dibattito democratico, a difesa della libertà e della correttezza nell’amministrazione della giustizia. È un invito a non far degenerare il confronto in polemiche che possano minare la fiducia della gente nel sistema giuridico e, in ultima analisi, nel funzionamento delle istituzioni democratiche.
La riforma proposta, con particolare riferimento alla separazione delle carriere e all’introduzione di un’Alta Corte, solleva preoccupazioni per l’influenza che potrebbe esercitare il potere esecutivo sul potere giudiziario. Parodi sottolinea come, nei paesi dove esiste una separazione netta delle carriere, se è arrivato a un controllo della magistratura da parte dei governi, una dinamica che potrebbe rischiare di compromettere l’indipendenza dei giudici e l’efficacia delle indagini.
Un altro tema rilevante riguarda l’uso delle intercettazioni, che Parodi difende come strumento essenziale per combattere la criminalità e risolvere casi anche di impatto “minore”. L’eventuale restrizione nell’utilizzo di questo strumento investigativo potrebbe avere gravi ripercussioni, soprattutto sulle indagini relative a crimini che non rientrano tra i più gravi, ma che sono altrettanto dannosi per la collettività.
Le difficoltà strutturali del sistema giudiziario italiano, in particolare la crescente mole di arretrati nei processi civili e penali, sono un’altra critica emersa nell’intervista. Parodi attribuisce gran parte di questi problemi alla carenza di personale amministrativo e giudiziario, un aspetto che, se non risolto, continuerà a compromettere la qualità della giustizia nel nostro Paese.
Il recente sciopero dei magistrati del 27 febbraio, che ha visto la partecipazione attiva dell’ANM a difesa della Costituzione, segna solo l’inizio di un percorso che proseguirà con convegni e momenti di sensibilizzazione per recuperare la fiducia dei cittadini nella magistratura. Il Presidente Parodi ha ribadito l’importanza di restituire un’immagine positiva e professionale dei giudici italiani, per contrastare la percezione negativa che oggi ancora persiste.
Concludendo, la crisi della giustizia in Italia non è solo una questione di riforme normative, ma una questione di risorse, di strutture adeguate e di fiducia pubblica. La politica deve fare la sua parte, sostenendo l’autonomia della magistratura e affrontando in modo concreto le sfide che oggi minano l’efficienza e l’efficacia del sistema giudiziario. La via maestra è quella di un dialogo costruttivo tra le istituzioni, nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini.