La controversa vicenda della concessione demaniale concessa alla società La Tortuga srl per l’ampliamento del porticciolo di Ognina a Catania continua a destare preoccupazioni tra i cittadini, le istituzioni locali e gli esperti di settore. Nonostante la recente sentenza favorevole al progetto da parte del TAR, che ha rigettato il ricorso presentato dal Circolo Canottieri Jonica, rimangono dubbi su vari aspetti della vicenda, tra cui la sicurezza delle strutture, la regolarità delle procedure e l’impatto ambientale delle operazioni in corso.
Da una parte, i titolari di La Tortuga srl ribadiscono con fermezza che la concessione è stata ottenuta in modo trasparente, seguendo una procedura pubblica regolare e ottenendo pareri favorevoli da enti come la Capitaneria di Porto, la Soprintendenza ai Beni Culturali e il Comune di Catania. La società afferma che il progetto prevede la riqualificazione del porticciolo senza oneri per l’erario comunale o regionale, puntando a migliorare l’accesso pubblico e a porre fine alle presunte occupazioni abusive in corso nel porto.
Tuttavia, i numerosi segnali di preoccupazione emersi negli ultimi mesi sollevano più di un interrogativo. In particolare, recenti video realizzati da un gruppo di subacquei hanno documentato alcune gravi problematiche strutturali del molo di Ognina. Le immagini mostrano infatti vuoti pericolosi sotto il molo, mettendo in evidenza il rischio di un possibile crollo. La struttura, secondo gli esperti, appare precaria, sorretta da blocchi di dimensioni ridotte, che sollevano serie preoccupazioni sulla sicurezza dell’intero impianto e sull’affidabilità delle opere realizzate finora.
L’allarme è stato lanciato anche da residenti e pescatori dilettanti di Ognina, che, da anni, segnalano le problematiche legate alle concessioni e alle pratiche di gestione del porto. Secondo queste voci, l’ampliamento delle concessioni potrebbe portare alla privatizzazione di spazi pubblici, creando un pericoloso precedente che favorirebbe speculazioni e danni irreversibili all’ambiente marino. Inoltre, alcuni sostengono che le concessioni siano state rilasciate senza una adeguata vigilanza, aumentando il rischio di illegalità diffusa, con possibili abusi legati alla gestione delle acque e delle aree demaniali.
Non solo le criticità strutturali destano preoccupazione. A fare luce sulle anomalie legate al progetto c’è anche l’inquietante silenzio da parte degli enti locali. Nonostante le ripetute sollecitazioni da parte dell’Assessorato regionale, il Comune di Catania non ha fornito risposte chiare riguardo le possibili interferenze tra il progetto di La Tortuga e i Piani urbanistici comunali. Questo silenzio, insieme alla mancanza di trasparenza nelle fasi di concessione, alimenta ulteriori dubbi sull’intera operazione, portando a domandarsi se siano state rispettate tutte le normative e se siano state correttamente valutate le conseguenze per la comunità e per l’ambiente.
In aggiunta, le denunce di possibili danni ambientali, tra cui la distruzione di scogli e flangiflutti senza autorizzazioni, sollevano la questione di come vengano gestiti e controllati i beni naturali all’interno del porto. Se confermate, queste accuse rappresenterebbero una grave violazione delle normative ambientali e un danno significativo per l’ecosistema marino di Ognina. Le immagini dei fondali danneggiati, che mostrano la perdita di habitat naturali e la modifica irreversibile degli equilibri ecologici, sono un segnale evidente che la gestione attuale potrebbe non essere sufficientemente attenta alla tutela dell’ambiente.
La società La Tortuga, pur difendendo il proprio progetto, si trova a dover rispondere a queste preoccupazioni, che potrebbero rivelarsi rilevanti non solo per la sicurezza del porto, ma anche per il futuro economico e sociale di Ognina. Sebbene l’ampliamento della concessione possa teoricamente offrire una riqualificazione della zona, la mancanza di trasparenza e le gravi preoccupazioni sollevate da esperti e cittadini lasciano aperte numerose questioni irrisolte.
In questo contesto, la richiesta di una verifica approfondita da parte delle autorità competenti, come la Capitaneria di Porto e la Regione Siciliana, appare fondamentale per garantire che il progetto rispetti pienamente le normative e tuteli l’interesse pubblico, senza danneggiare irreparabilmente l’ambiente marino e le strutture pubbliche. La cittadinanza, nel frattempo, continua a chiedere maggiore chiarezza e trasparenza, per evitare che questa situazione possa trasformarsi in un pericoloso precedente che minaccia la sicurezza e la sostenibilità del porto di Ognina.
In sintesi, mentre la concessione demaniale di La Tortuga prosegue tra luci e ombre, la comunità locale e gli esperti invitano le autorità a rivedere attentamente ogni aspetto del progetto, al fine di garantire la protezione dell’ambiente, la sicurezza delle strutture e il rispetto per gli interessi collettivi. Solo con un’azione trasparente e responsabile si potrà evitare che la vicenda assuma proporzioni più gravi, mettendo a rischio il futuro del porto e delle sue risorse naturali.