Ognina, natante abbandonato da mesi: la “diffida” arriva via social. Consitalia contesta la legittimità della procedura

Ognina, natante abbandonato da mesi: la “diffida” arriva via social. Consitalia contesta la legittimità della procedura

Sta suscitando perplessità e segnalazioni da parte dei cittadini la vicenda di un natante da diporto, modello Rio 450 Cross con motore Yamaha 40 hp, ormeggiato da oltre cinque mesi nel porticciolo di Ognina, a Catania. A sorprendere non è solo l’abbandono prolungato dell’imbarcazione, ma soprattutto le modalità con cui una società privata ha deciso di renderne nota la presenza: un post pubblicato su Facebook, con tanto di “invito” pubblico al ritiro rivolto a chiunque possa dimostrarne la proprietà.

Nel post si fa riferimento a una serie di indirizzi PEC relativi a enti come la Capitaneria di Porto di Catania, la Questura, i Carabinieri della sezione Picanello e la Guardia di Finanza, ai quali sarebbe stata inviata la comunicazione. Tuttavia, il testo diffuso pubblicamente attraverso i social non è accompagnato da alcuna documentazione ufficiale e soprattutto non rispetta le forme previste dalla legge per la gestione di beni mobili ritrovati o abbandonati in area portuale.


L’intervento di Consitalia: “Modalità irregolari, possibili profili penali e amministrativi”

A sollevare con forza dubbi sulla legittimità della procedura è Consitalia, l’Associazione dei Consumatori d’Italia, che dopo aver ricevuto diverse segnalazioni ha avviato una verifica legale sull’intera vicenda.

«Pubblicare su Facebook un invito generico al ritiro di un natante, dopo oltre cinque mesi di silenzio, senza alcun riscontro formale da parte della Capitaneria di Porto o di altri enti competenti, rappresenta una modalità totalmente irregolare e priva di valore giuridico», sottolinea l’Ufficio Legale di Consitalia.

Secondo il Codice della Navigazione (artt. 508, 510, 511) e il relativo Regolamento di attuazione (art. 461), ogni natante abbandonato o ritrovato in mare o in porto deve essere tempestivamente segnalato alle autorità marittime, le quali devono disporne l’eventuale rimozione, deposito e pubblicazione ufficiale.
«Nessuna di queste condizioni – prosegue Consitalia – sembra essere stata rispettata. Inoltre, la richiesta di un “corrispettivo economico” non meglio quantificato e privo di base legale rischia di configurare illeciti civili e penali, come l’appropriazione indebita (art. 646 c.p.) o l’indebito esercizio di diritti su beni altrui.»


Cinque mesi di silenzio: perché nessuno ha segnalato prima?

Altro aspetto critico riguarda la tempistica: l’imbarcazione, secondo quanto dichiarato dalla stessa comunicazione social, risiederebbe nella “raclina” dell’arca in concessione da almeno cinque mesi, senza che alcuna autorità sia intervenuta.

«Cinque mesi per comunicare l’esistenza di un natante in abbandono sono troppi. La domanda è: perché la Capitaneria non è stata coinvolta immediatamente? E perché rendere pubblica una diffida soltanto ora, attraverso i social, senza alcuna firma ufficiale né pubblicazione nei registri nautici?» si chiede la redazione legale dell’associazione.


Consitalia invita le autorità a fornire chiarimenti

Nel rispetto della trasparenza e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, Consitalia ha inviato una richiesta ufficiale di chiarimento a tutte le autorità coinvolte – Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Questura, Carabinieri – e alla società autrice della comunicazione.

Chiunque desideri fornire la propria versione dei fatti o documenti ufficiali può farlo scrivendo a:
📧 federazionearmatorisiciliani2@gmail.com


Conclusioni

Questa vicenda riaccende l’attenzione sull’importanza di una gestione corretta, trasparente e conforme alle leggi vigenti del patrimonio nautico nei porti italiani. Affidarsi a metodi non ufficiali, come la pubblicazione sui social, può danneggiare i diritti dei legittimi proprietari, generare incertezza legale e mettere in discussione l’efficacia delle autorità competenti.

Consitalia continuerà a seguire da vicino la questione e invita chiunque ritenga di essere coinvolto, direttamente o indirettamente, a contattare i propri sportelli per ricevere assistenza legale gratuita.

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