CATANIA – Per la rassegna “estate in città 2017” a Catania il 9 settembre alle ore 21.00 nel regale cortile del Castello Ursino la prima assoluta de L’ultima regina del Sud scritta da Concetto Venti & Lucio Volino, che ha curato la regia, produzione del teatro L’istrione con Marina La placa, Valerio Santi, Francesco Russo e lo stesso Concetto Venti.
Il testo apre la scena ad un personaggio che ha avuto un importante ed appassionato ruolo nel controverso periodo dell’unità di Italia; Maria Sofia di Borbone moglie di Francesco II ultimo re del Regno delle due Sicilie. La piece teatrale è frutto di una attenta, rigorosa e obiettiva ricerca storiografica. La magia del Teatro ci porta a conoscere una donna che ha combattuto sino all’ultimo dei suoi giorni, per riscattare il suo regno e difendere il suo popolo. Maria Sofia nacque nel 1841 da Massimiliano e Ludovica Wittensbach ramo cadetto della famiglia reale di Baviera. Fu sorella della più celebre principessa Sissi e cugina di Ludwig II di Baviera (il principe triste) Maria Sofia ebbe una lunga e travagliata vita .Sino alla fine dei suoi giorni, morì a 83 anni, combattè e tramò contro i Savoia. Fù regina del Regno delle due Sicilie per solo un anno e mezzo, ma questo non placò il suo spirito combattivo e desiderio di rivalsa. La vita a fianco di Francesco II (detto Franceschiello) non fu facile ma ebbe sempre rispetto per lui e il Popolo Napoletano che divenne suo non solo per carica reale ma per fascino acquisito. Amore corrisposto dai Napoletani. La sua vita poteva concludersi in un tranquillo esilio ma scelse la “lotta” frequentando e sovvenzionando personaggi inquietanti pur di combattere i Savoia. Nello spettacolo emerge un affascinante personaggio e nel contempo ci svela episodi e fatti che, a torto, ci sono stati negati nei libri di storia. Il romantico mondo del Risorgimento Italiano, prende una nuova luce a tratti inquietante ma vera. Fatti e misfatti che ancor’oggi non trovano soluzione e possono essere così sintetizzati: “lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti” (da Ordine Nuovo 1920 di Antonio Gramsci).
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