CATANIA – Consiglio Provinciale e assemblea generale del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, si sono svolte nell’aula della Questura etnea, presenti i poliziotti aderenti al Siap e i quadri dirigenziali in rappresentanza di tutte le specialità della Polizia di Stato. I temi trattati: il riordino delle carriere e il nuovo contratto nazionale, argomenti che interessano ai poliziotti ma anche al cittadino che grazie a queste risorse aggiuntive, avrà più operatività sul territorio. La rivendicazione sindacale quindi parte dall’implementazione delle risorse disponibili da investire su pattuglie H24 e servizi di ordine pubblico, obiettivi per la prevenzione nel territorio.
«Gli argomenti trattati – ha detto il segretario provinciale Tommaso Vendemmia – non potevano non affrontare gli ultimi fatti di cronaca catanese che creano non solo allarmismo sociale, ma purtroppo reati concreti e ripugnanti che pongono al sindacato dei poliziotti serie riflessioni. I cittadini, le associazioni di categoria e la politica chiedono più pattuglie, più presenza di poliziotti, dell’esercito ma la sicurezza non si garantisce con la sola prevenzione, quindi con l’aumento delle pattuglie, ma con investimenti seri sul territorio, coordinamento tra le forze dell’ordine e implementazione dei servizi investigativi, non si può mettere un poliziotto in ogni via. Purtroppo da anni si assiste ad una diversa tendenza, ogni singola amministrazione agisce per proprio conto mascherando i coordinamenti efficaci su carta, ma poi non lo sono altrettanto efficienti nel concreto. La riduzione degli straordinari per la Squadra Mobile – ha continuato l’esponente sindacale -, la diminuzione dei servizi di polizia giudiziaria nei commissariati, sott’organico, sono una delle gravi carenze che riducono il controllo e contrasto del crimine. Noi chiediamo più risorse per il controllo del territorio, risorse che devono essere richieste al Dipartimento di P.S., soprattutto da quelle parti politiche che rappresentano i cittadini che ad oggi hanno ben rappresentano i fenomeni, ma non hanno portato soluzioni. Anche un serio programma finalizzato alla creazione di “poli della sicurezza” non solo in città, ma anche nella provincia, potrebbero garantire punti di riferimento concreti di sicurezza per i cittadini. Si potrebbero creare strutture che ospitino la polizia locale, un presidio medico (guardia medica) e una delle forze dell’ordine presente Carabinieri o Polizia. Ciò ridurrebbe le spese di logistica e d’impiego in vigilanze per ogni forza di polizia che investirebbe nel territorio. In questa Regione, e questo è un appello al prossimo Presidente, in considerazione alle competenze sulla pubblica sicurezza, si potrebbero siglare appositi accordi con i sindaci per realizzare i poli della sicurezza. Validi punti di riferimento anche per le assistenze sociali che mancano nei territori a favore delle fasce più aggredite, donne e minori. Ma – ha concluso Vendemmia – noi siamo la città che dopo 10 anni ancora aspetta la cittadella della Polizia».
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