«Se la Sicilia usa bene i finanziamenti provenienti dalla politica di coesione, a guadagnarne non è solo l’isola stessa ma tutta l’Europa”. A dirlo l’eurodeputato della sinistra francese Younous Omarjee, presidente di una delegazione di dodici rappresentanti della commissione Sviluppo Regionale del Parlamento Europeo in visita nel distretto della Sicilia orientale per valutare l’uso dei fondi strutturali.
«La Sicilia – ha aggiunto Omarjee – ha molte difficoltà ma anche molte potenzialità. I fondi di coesione sono un’opportunità che l’isola non può mancare di sfruttare appieno. In questi giorni abbiamo visitato progetti di eccellenza e abbiamo visto come, quando i finanziamenti europei vengono utilizzati bene, si possono fare cose meravigliose legate alla produzione di energia pulita, all’innovazione tecnologica e allo sfruttamento delle risorse naturali rispettando l’ambiente».
Riguardo i recenti scandali legati al cattivo o mancato utilizzo dei fondi strutturali nel Mezzogiorno, Omarjee ha spiegato: «Sono quattrocento milioni all’anno le malversazioni e le frodi riguardanti i fondi europei, e non riguardano solo i paesi del sud ma molti degli Stati membri dell’UE, quindi non ha senso puntare il dito solo sulla Sicilia».
Gli eurodeputati hanno visitato il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia e lo stabilimento della 3Sun (all’avanguardia nella produzione di pannelli fotovoltaici). Nel pomeriggio, poi, la delegazione si trasferisce a Modica, dove visiterà il castello restaurato anche grazie ai fondi europei e incontrerà le piccole e medie imprese e i rappresentanti dei produttori di cioccolato. poi il trasferimento a Enna e a Piazza Armerina per visitare altri progetti di eccellenza finanziati anche grazie ai fondi comunitari.
Enzo Bianco, sindaco di Catania, incontrando gli europarlamentari in Comune, ha dichiarato: «All’Unione europea, oltre a un maggior aiuto nel gestire l’emergenza immigrazione, chiediamo tre cose: la reintroduzione di meccanismi quali il credito di imposta per le imprese, per premiare quegli investimenti che hanno successo, in altre parole per premiare le imprese che producono realmente. In secondo luogo chiediamo un accesso più diretto ai fondi comunitari da parte dei comuni, con meno intermediazioni e burocrazia possibile. Infine, rompere il circolo vizioso per cui mancano i soldi per la progettazione, e senza progettazione non si può partecipare ai bandi europei e quindi non si accede ai fondi comunitari. La nostra isola, e in particolare il distretto della valle dell’Etna, hanno bisogno di un sistema di trasporti più efficiente e meglio integrato con il resto dell’Italia, di infrastrutture più moderne e di un alleggerimento della burocrazia. Se vinciamo queste sfide, la Sicilia potrà crescere a livelli che anche le regioni del nord Italia non potranno raggiungere nei prossimi anni», ha dichiarato Bianco.
L’eurodeputato popolare sloveno Franc Bogovic ha dichiarato: «I fondi strutturali rappresentano, in alcune circostanze, fino all’80% degli strumenti di sviluppo a disposizione delle regioni. Sono la vera dimostrazione pratica di cosa vuol dire solidarietà a livello europeo, e per questo sono così importanti. La cooperazione fra istituzioni e progetti come quelli che abbiamo visitato oggi è l’unica maniera di fare in modo che i giovani restino in Sicilia», ha aggiunto Bogovic, sottolineando l’importanza della creazione di una macroregione adriatico jonica, attualmente in discussione al Parlamento Europeo.
Derek Vaugham, europarlamentare socialista del Regno Unito, ha sottolineato: «Dobbiamo diminuire la burocrazia legata all’utilizzo dei fondi strutturali. Non dobbiamo inoltre esagerare l’importanza che diamo alla corruzione nell’utilizzo di tali fondi, perché rappresenta solo lo 0,2% del totale. I fondi regionali possono essere utili anche per la gestione dell’attuale emergenza immigrazione, e per questo invito le autorità siciliane ad avviare discussioni in materia con la Commissione Europea».
Il conservatore britannico Andrew Lewer, ha sottolineato invece la necessità di finanziare solo quei progetti che veramente hanno dato risultati. «In questi giorni – ha detto Lewer -stiamo visitando le eccellenze della Sicilia orientale. Mi piacerebbe però anche sapere di più su quei fondi strutturali utilizzati per progetti che hanno funzionato male o che non hanno funzionato affatto».
Monika Wana, eurodeputata austriaca dei verdi, ha sottolineato come le politiche di coesione possano essere utili per finanziare progetti che favoriscano l’integrazione, la lotta alle disuguaglianze e la creazione di posti di lavoro rispettando l’ambiente. Questa visita in Sicilia rafforza la mia convinzione che la creazione di più occupazione deve passare sempre per un maggior dialogo con le parti sociali e con la società civile. Solo così i finanziamenti per le politiche di coesione possono funzionare appieno”.
Nell’incontro con le autorità regionali, e in particolare con Giovanni Ardizzone, presidente del Parlamento siciliano, gli eurodeputati sono stati informati sul programma di lavoro 2014-2020 per il fondo di sviluppo regionale per la Sicilia, con oltre 4,5 miliardi destinati all’isola nei prossimi anni.
L’eurodeputata del Partito Democratico Michela Giuffrida, che ha voluto fortemente la visita della delegazione nella Sicilia orientale, ha dichiarato: «Sono convinta che ogni deputato europeo abbia un preciso mandato, rappresentare nella volontà popolare il proprio territorio e fare di tutto perché il divario che alcune regioni devono colmare venga sempre tenuto in considerazione nel lavoro di tutti i giorni. Per questo tengo in maniera particolare a questa visita, perché gli eurodeputati potessero vedere le eccellenze di questa terra ma anche conoscere le autorità regionali e nazionali per tornare poi a Bruxelles con strumenti utili per lavorare a migliorare le politiche di coesione dell’Unione Europea».
La delegazione ha avuto anche un incontro in video conferenza col sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che ha assicurato che entro il 2015 il governo utilizzerà tutti i fondi strutturali per la programmazione 2007-2013 e che i cinquanta programmi fra regionali e nazionali della programmazione 2014-2020 saranno approvati entro metà ottobre (46 di questi sono già stati approvati e alcuni, ad esempio il programma cultura, sono già operativi).
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