CATANIA – Cambiano le regole per il rilascio del porto d’armi, anche per uso sportivo. Non senza qualche difficoltà in più per gli utenti. Relatori altamente qualificati si sono dati appuntamento presso la Sala Filippo Raciti del X Reparto Mobile della Polizia di Stato per un convegno dal titolo “La disciplina della certificazione dei requisiti psico-fisici necessari per il rilascio e il rinnovo delle licenze di porto d’armi fra luci e ombre.” L’evento, organizzato congiuntamente dalla Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato e dal Dipartimento per la Sicurezza della Confcommercio Catania, si è proposto di affrontare un tema di grande attualità, analizzandolo con rigore scientifico nei suoi vari aspetti giuridici, amministrativi, medici, sociali, psicologici ed etici.
“Da circa due anni le regole per il rilascio della certificazione per il porto d’armi sono cambiate – ha spiegato la Dott.ssa Carmela Lucia Longo, Dirigente Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Catania, che ha brillantemente moderato il dibattito – creando qualche difficoltà tra gli utenti. Pertanto oggi vogliamo fare chiarezza e cercare soluzioni per dare risposte certe ai nostri interlocutori”.
Dopo i saluti del Questore di Catania, Dott. Giuseppe Gualtieri, ad aprire i lavori la relazione introduttiva del Dott. Corrado Fatuzzo, Primo Dirigente della Polizia di Stato, nonché coordinatore della segreteria scientifica del convegno, su Una situazione aporetica, a cui ha fatto seguito la Dott.ssa Marilina Giaquinta, Dirigente Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Catania, con la trattazione dei Requisiti soggettivi in materia di armi. La parola è passata poi al Dott. Sebastiano Neri, Presidente di sezione della Corte d’Appello di Messina che ha dissertato sull’ Individuazione delle competenze per l’accertamento dei requisiti necessari al rilascio del porto d’armi. E’ stata poi la volta del Dott. Domenico Firringa, Medico Capo del X Reparto Mobile di Catania con l’esposizione su Escursus normativo sul rilascio della certificazione medica per l’idoneità al porto d’armi. Al Dott. Giuseppe Giammanco, Direttore Generale Azienda Sanitaria Provinciale di Catania è toccato parlare de La certificazione sanitaria nella tutela della salute pubblica: risposta ai bisogni della popolazione e approccio di sistema. Ampio spazio all’aspetto psicologico con la relazione del Prof. Orazio Licciardello, Ordinario di Psicologia Sociale all’Università di Catania coadiuvato dalle Dott.sse Giuseppina Maria Cardella e Francesca Scuderi, su Percezione del rischio, controllo delle emozioni e uso delle armi e con la relazione della Dott.ssa Dorotea D’Urso, psicologa psicoterapeuta su Ne buoni ne cattivi. I lavori si sono avviati alla conclusione puntando i riflettori sulla questione sociale con la relazione della Dott.ssa Alessandra Greco, Psicologa psicoterapeuta, Tra realtà e apparenza: il possesso di armi in Svezia e con la relazione del Dott. Luigi Mario Lombardo, Funzionario Medico dell’Ufficio Sanitario Provinciale della questura di Catania su L’utilizzo delle armi: contraddizioni sociali tra business ed etica. Ampia la soddisfazione del Cav. Francesco Zaccà, Responsabile Dipartimento per la sicurezza Confcommercio Catania, per l’esito dell’evento, che ha commentato: “L’avere preso parte all’organizzazione di questo importante convegno si inscrive a pieno titolo nel Protocollo d’intesa che Confcommercio Catania ha stipulato con le Istituzioni provinciali preposte alla sicurezza del territorio. Come ho detto in altre occasioni, la sicurezza costituisce un bene primario alla cui costruzione in termini di sussidiarietà nessun attore sociale può sottrarsi. Nel caso di specie, occorre vedere “come coniugare” l’esigenza della generica sicurezza sociale che può essere messa in pericolo da non meditate procedure tecniche riguardanti i suddetti accertamenti, con le esigenze di chi per lavoro o per seri pericoli riguardanti le propria incolumità è costretto a doversi armare. In altri termini, occorre tentare di individuare procedure standardizzate che diano la “ragionevole certezza” circa il possesso dell’idoneità psicofisica da parte del richiedente la licenza, senza però comportare disparità di trattamento e di costi per i richiedenti medesimi. Non è un mistero, per esempio, che le suddette modalità di accertamento, e non ultimo i costi, variano da un’Asp all’altra. E si tratta di variazioni spesso notevoli, con tempi di rilascio della certificazione medesima parimenti variabili. Questa situazione è il risultato di una recente giurisprudenza amministrativa che, pur nel dovuto rispetto che qualsiasi sentenza merita, appare chiaramente viziata dalla mancanza di analisi ed approfondimenti degni di rigore scientifico. Ebbene, lo scopo del convegno è quello di costituire un momento di riflessione tra noti professionisti di settore, al cui esito verrà pubblicato un volume contenente i risultati di tali riflessioni.”
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