Dopo la vergognosa sconfitta di tutta la sinistra alla recente competizione politica nazionale, ci si ritrova ancora una volta di fronte ad una nuova tornata elettorale, quella amministrativa. A Catania si rinnova la carica di sindaco e quella del consiglio comunale elezioni che avvengono in concomitanza anche in altri comuni della provincia.
La sensazione è che il popolo della sinistra provi una grave vergogna, cupa e profonda. Forse, dico forse, da parte dei dirigenti con un senso di colpa, per avere frantumato il tessuto sociale della sinistra allontanarsi dalla base, con discorse anni luce dalla realtà del paese e dalle richieste dei suoi elettori. L. e U. quindi ha superato per poco la misera soglia di sbarramento del 3% mentre Potere al Popolo, la sinistra radicale, neppure questo è stato in grado di fare.
Ma la lezione evidentemente non è bastata tantè che a Catania a poco meno di due mesi dal voto comunale la sinistra catanese non riesce ad avere una linea comune, linea che invece hanno avuto per le regionali.
Oggi la discussione verte su posizioni machiavelliche e atteggiamenti poco chiari su chi appoggiare come candidato sindaco. Emiliano Abramo cattolico, impegnato in prima persona nel sociale, esponente della comunità di Sant’Egidio, quindi un difensore degli ultimi. Oppure un candidato espressione della sinistra progressista.
Abramo in effetti non ha fatto nulla per attirare il popolo di sinistra preferendo anzi non rispondere a numerose ipotetiche conversioni non proprio gradite a quella sinistra che ha detto basta con il P.D. e i suoi personaggi. A Catania oggi abbiamo una frantumazione di tanti piccoli satelliti; la sinistra radicale, che sono coloro che sin da subito hanno fatto opposizione alla giunta Bianco in tutti i modi possibili, e che procede sulla sua linea e che sicuramente scenderà in campo
Sinistra Italiana e Possibile, che convergono su Abramo mentre in Art. 1-M.D.P ancora ha un dibattito aperto, che è culminato nelle dimissioni del gruppo dirigente, ancora non formalizzate in assemblea,a causa di un ordine del giorno per un’apertura verso Abramo, che non ha mai contattato formalmente Art. 1 e continua a tacere su eventuali alleanze creando non poche perplessità verso quella parte di Art. 1 che vuole un candidato di sinistra.
Qualche giorno fa poi un nuovo colpo di scena, sempre a sinistra i militanti della lista Cento Passi che ha portato alla elezione di Claudio Fava decidono di scendere in campo, da soli, proponendo al consigliere Notarbartolo ex P.D. di candidarsi alla carica di Sindaco di Catania quindi avremmo sino a ora due canditati sindaco a sinistra che diventano tre se mettiamo Abramo il quale anche se non di sinistra rappresenta quella società civile a cui anche la sinistra si rifà. Ora tutto questo proliferare di ipotetiche liste, ordini del giorno, discussioni, veti, azioni machiavelliche, deludono l’elettore, che vuole chiarezza e trasparenza, non discussioni e accordi da bar, non è più semplice andare uniti e decidere semplicemente se appoggiare un candidato o presentarne uno che si rifaccia a quei valori di sinistra che il suo popolo non ha dimenticato?
Mi rendo conto invece che il tempo manca gli avversari sono già avanti e che si rischia di presentarsi disuniti e raffazzonati.Mi convinco sempre di più che saltare un turno alla sinistra non gli farebbe male, avrebbe il tempo di organizzarsi e meditare, questo volta in maniera costruttiva, sugli errori fatti.
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