Una interminabile sequenza di lavori, film e serie televisive in cui ricorrono con un taglio traverso il suo viso, i suoi espressivi occhi verdi. Un’aria da ragazzino sempre ingenuamente sorpreso, un’espressione incantata come a meravigliarsi di ciascuna cosa accada seppure sia accaduta tante altre volte. Orio Scaduto è l’attore che riempie di significato la categoria dei “caratteristi”, ovvero quel tipo di attore che, pur non rivestendo ruoli da protagonista, assume in sé il proprio personaggio connotandolo di una forza espressiva che riverbera in tutta la durata della storia. Lo abbiamo visto da poco in televisione, ne La Stagione della Caccia di Andrea Camilleri, in cui ha interpretato il ruolo di Natale Bonocore.
“Il mio è un personaggio molto bello – dice Orio – quasi da commedia all’italiana. E’ un campiere così devoto al proprio padrone, il Marchese, che acconsente di fargli ingravidare la moglie. Ho dato un carattere di tenerezza al personaggio”.
Sua sorella Rossella Scaduto, pittrice, vedendolo in questo ruolo, lo ha definito con parole affettuose e anche molto coerenti: “E’stato davvero bravo. Lo è stato sempre, ma stavolta mi ha davvero commossa. Un personaggio difficile, che è riuscito a calzare con la delicatezza e la sensibilità che da sempre sono la sua forza. Mi è sembrato che non stesse recitando, ma tratteggiando con il pennello dell’anima il ritratto di un piccolo personaggio, che è venuto fuori dai suoi sguardi e dal suo cuore, senza sforzi ma con semplicità ed autenticità. Perchè tu caro fratello” – prosegue Rossella – “sei questo, cuore, semplicità, autenticità e tanta passione.”
Orio è così: innamorato della sua Bagheria, devoto al proprio lavoro, lontano da accenti da divo, disposto sempre a prestare ascolto e assolutamente consapevole che le arie da divo dell’ultim’ora non appartengono all’attore, quello vero che fa fatica, che studia la parte per renderla al meglio; fossero anche sole un paio le battute previste dal proprio ruolo, l’attore deve riuscire ad essere tale connotando quel personaggio come meglio può e sa, portandolo alto nel ricordo dello spettatore. E lui ci riesce: lo amiamo seduto ai banchi della scuola serale in “Provaci ancora Prof”; come avvocato amico di Alessandro Gassman ne “I Bastardi di Pizzo Falcone”.
Innumerevoli ed indimenticabili i suoi lavori: per il Cinema, Tu Ridi dei fratelli Taviani (1998), La fame e la sete, regia di Antonio Albanese (1999),I cento passi, regia di Marco Tullio Giordana (2000), Malèna, regia di Giuseppe Tornatore (2000), Gangs of New York, regia di Martin Scorsese (2002), Baarìa, regia di Giuseppe Tornatore (2009), Pagate Fratelli, regia di Salvo Bonafinni (2012), Andiamo a quel paese, regia di Ficarra e Picone (2014).
Per la televisione, Brancaccio – regia di Gianfranco Albano (2001); La buona battaglia – Don Pietro Pappagallo, regia di Gianfranco Albano (2006); Giovanni Falcone – L’uomo che sfidò Cosa Nostra, regia di Andrea Frazzi e Antonio Frazzi (2006); Il capo dei capi, regia di Enzo Monteleone e Alexis Sweet (2007); L’ultimo padrino, regia di Marco Risi (2008); Agrodolce, di registi vari (2008-2009); Squadra antimafia – Palermo oggi 2 – (2010); Il giudice meschino, regia di Carlo Carlei (2014); La mafia uccide solo d’estate, regia di Luca Ribuoli (2016-2018); I bastardi di Pizzofalcone (2017-2018); Provaci ancora prof! 7, regia di Lodovico Gasparini (2017); La stagione della caccia – C’era una volta Vigata, regia di Roan Johnson – Film TV (2019)
– Cosa vuol dire essere attore in Italia?
Per me è passione pura, anche a distanza di tanti anni, e seppure tra mille ostacoli sento ancora forte questa attrazione.
Ogni personaggio, anche se piccolo, ha una vita, ha emozioni, sentimenti, io cerco di riconoscerli e di viverli.
Non sempre.. se devo fare dei nomi di registi con cui ho lavorato che invece hanno valorizzato il mio viso espressivo sono Tornatore – lui ama le belle facce e fa venir fuori la tua espressività – e anche i Taviani.
Ho lavorato con tantissimi attori siciliani..se mi chiedi di attori del continente.. ho lavorato ultimamente con Alessandro Gassman ed è nato un bellissimo feeling .
– Quale ruolo amarebbe interpretare?
Sicuramente un ruolo comico.. credo di avere in me dei tempi comici innati.. mi piacerebbe un personaggio dalla comicità intelligente.
– Qual è il suo pensiero, ogni volta che si rivede a lavoro completato?
Non vorrei mai rivedermi.. mi vergogno .. spesso non mi rivedo in tv .
Per me è un argomento molto doloroso. I motivi sono a me ancora sconosciuti… Quello che posso dire sicuramente è che io avevo investito tanto a livello umano, e a distanza di anni mi fa soffrire ricordarlo.
Sono un uomo con i pensieri, i desideri, i problemi di tanti altri uomini.. cerco di vivere la vita con leggerezza anche se spesso non ci riesco.
Non ho una scala di valori ben definita: a livello umano sicuramente la famiglia, anche se paradossalmente non me ne sono creata una mia. Tengo molto all’ amicizia, attribuisco ad essa un valore alto e concreto; in campo professionale, ambisco a corrispondere e ricevere la serietà dell’impegno e degli intenti.
– Progetti?
Si, diversi; ma per parlare di questo, le do appuntamento alla prossima intervista.
– Una cosa che la fa sorridere ed una che la fa indispettire? Sono ironico ed auto ironico e mi fa sorridere tutto quello che riguarda il nostro essere buffi e ridicoli nella quotidianità delle cose. Mi indispettisce tanto l’inciviltà, inciviltà negli atteggiamenti, nei comportamenti.. quella la trovo insopportabile.
– Cane o Gatto?
…credo più cane.
Ed io aggiungo il perchè: perchè Orio Scaduto è come un sentimento, un modo di essere, quello che si può definire “meravigliosa spontaneità”!
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