Era il febbraio 2018 quando un governo con le ore contate regalava ai Vigili del Fuoco un contratto truffa che distribuiva pochi spiccioli alla base e ingrassava le buste paga dei dirigenti.
Ben 293 nuovi dirigenti speciali, tra le cui file sono presenti i sindacalisti confederali, ma nessun diritto per una categoria che non ha l’INAIL, necessita del riconoscimento della categoria speciale ai fini del blocco delle prospettive di vita e non ha il riconoscimento né della professionalità né delle malattie professionali.
Questo e altro rivendichiamo come Unione Sindacale di Base ed è per questo che non abbiamo al tempo sottoscritto un accordo, soltanto economico, che sempre di più allontana la base operativa dalla risoluzione delle sue problematiche.
Il 14 marzo c’è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso e abbiamo occupato la sala riunioni del Viminale, palazzo simbolo del disagio della nostra categoria, dove era stata indetta una riunione cercando di escludere USB dalla contrattazione.
Il tutto in forza di una interpretazione meramente soggettiva dei nostri prefetti che, spaventati della presenza di USB ai tavoli, preferiscono contrattare soltanto con chi ha sottoscritto l’ultimo contratto – un contratto truffa, è bene ricordarlo – tutto ai danni dei lavoratori, che blocca ogni aumento economico e non riconosce le professionalità.
Il Corpo Nazionale VVF dal 2004 a oggi è diventato il più grande ufficio di collocamento di cariche prefettizie che, grasse dei collegati stipendi da nababbi, sfruttano il soccorso tecnico per fare carriera e aumentare i propri guadagni.
Oggi i Vigili del Fuoco hanno bisogno di certezze che si possono raggiungere soltanto sedendosi a un tavolo contrattuale e cominciando a lavorare seriamente. Abbiamo bisogno di quella serietà che il governo del fare è sempre pronto a sbandierare sui social ma che, a oggi, proprio al Ministero dell’Interno non abbiamo ancora visto.
Il ministro, sempre attento ad indossare i nostri “abiti”, non ha ancora di fatto convocato i sindacati né aperto con loro la discussione contrattuale.
Noi non abbiamo intenzione di mollare fino a quando non ci siederemo a un tavolo serio con il governo per creare e “fare” finalmente il bene del soccorso tecnico urgente.
La riunione di oggi è stata sospesa per via del forte imbarazzo che l’amministrazione stessa ha dimostrato quando si è trovata davanti ad una folta delegazione di USB che ha ricordato come il DPR41 non abbia gli strumenti necessari per poter dare certezze ai lavoratori.
Durante le fasi molto concitate della mattinata, abbiamo registrato la posizione della Uil che è rimasta seduta a fianco di USB sino a quando la polizia non se ne è andata, assistendo con noi alla fuga delle altre sigle che invece erano, a quanto pare, pronte soltanto a chiudere i soliti accordi escludendo l’ampia e legittima partecipazione di tutte le sigle sindacali rappresentativi.
La Cgil, fuggitiva record, è stata capace di non entrare nemmeno in sala, fornendo così all’amministrazione l’assist per poter invalidare l’incontro causa l’assenza di una delle parti.
USB ha avvisato dell’accaduto il sottosegretario Stefano Candiani, ivi compreso il fatto che i delegati dell’Unione Sindacale di Base sono stati segnalati dalla Digos quali elementi disturbatori e non legittimati alla presenza.
Oggi il Dipartimento ha scritto una pagina triste della sua storia negando il diritto al confronto e denunciando i lavoratori. Per noi la lotta continua…
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