ARRESTATI DUE SOGGETTI CHE RICICLAVANO NUOVI MODELLI DI MOTOCICLI PER SPEDIRLI IN AFRICA

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ARRESTATI DUE SOGGETTI CHE RICICLAVANO NUOVI MODELLI DI MOTOCICLI PER SPEDIRLI IN AFRICA

La Polizia di Stato ha arrestato due cittadini extracomunitari, in flagranza, ABDULLAH Yussif (classe ‘99) del Mali e MOHAMMED Abdulazizu (classe ’96) del Ghana, per riciclaggio, resistenza, violenza e lesioni a P.U. in concorso.

Lo scorso 6 aprile, personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico intorno alle ore 09:00, a seguito di attività info-investigativa constatava la presenza di un’area adibita a parcheggio sita in via Zia Lisa di un container nascosto, contenente svariati motocicli di provenienza furtiva destinati allo smercio nei paesi africani.

Gli operatori procedevano, quindi, ad effettuare un servizio al fine di cogliere in flagranza i soggetti che, per come emerso dall’attività di P.G., si sarebbero dovuti trovare nel posto in procinto di smontare uno dei mezzi in questione.

Entrati all’interno del posteggio, gli Agenti riuscivano ad individuare il container che si presentava con uno dei portelloni semi aperto e, accedendo all’interno, trovavano i predetti ABDULLAH e MOHAMMED intenti a smontare una moto Ducati di colore rosso.

I due soggetti, sorpresi, si scagliavano contro i poliziotti e, in particolare, il MOHAMMED, brandendo due cacciaviti, si lanciava contro uno degli Agenti.

L’operatore, nonostante l’accanita resistenza posta in essere dal soggetto, riusciva con l’ausilio dei colleghi a disarmarlo e ad ammanettarlo.

Nella circostanza uno degli operatori, durante la colluttazione, riportava delle lesioni ad entrambe le mani.

Dopo aver ammanettato i due malfattori, veniva effettuata una perquisizione all’interno del container, ove venivano rinvenute 17 motoveicoli parzialmente smontati, privi di targa ed imballati e un motoveicolo DUCATI ancora in fase di smontaggio, tutti di provenienza furtiva; inoltre, venivano rinvenuti diversi accessori di moto, tra cui serbatoi e bauletti. Il tutto per un contro valore di svariate migliaia di euro.

In ufficio venivano effettuate le ricerche che consentivano di risalire agli intestatari di tutti i mezzi sequestrati che verranno successivamente riconsegnati agli aventi diritto.

Su disposizione del P.M. di turno, gli arrestati venivano associati presso le camere di sicurezza della Questura di Catania.

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