Si è appena conclusa la ricorrenza del 25 Aprile festività nata nel 1946 per volere di Alcide De Gasperi in ricordo alla lotta di liberazione dai fascisti e dai loro alleati Tedeschi.
Con gli anni dopo la riconciliazione Nazionale,si è voluto ricordare questa data come un momento di celebrazione della Libertà in quanto tale, libertà di lavorare, dissentire, fare le proprie scelte in maniera appunto Libera.
Questa è stata una festa della sinistra, di quella sinistra partigiana che ha lottato contro l’oppressore che non fu una prerogativa del P.C.I.; è bene ricordarlo, parteciparono e morirono per l’ideale della Libertà: i Comunisti, i Socialisti, i Liberali, i Monarchici, quei militari chiamati in senso dispregiativo “Badogliani” che invece di consegnarsi ai Tedeschi dopo l’8 Settembre 1943 preferirono salire sui monti e iniziare un periodo di guerriglia. Oggi però il 25 Aprile per la sinistra è un giorno dove le divisioni palesi a sinistra si fanno evidenti, un esempio il Corteo di Catania: in testa il Gonfalone dell’A.N.P.I. seguito da alcuni Sindaci con la fascia tricolore (mancava quello di Catania) poi un nutrito gruppo di militanti, dirigenti delle OO.SS precisamente la triplice, alcuni membri del P.D., varie associazioni del mondo della sinistra. Un po’ distaccati i compagni di Rifondazione Comunista,pochi in verità seguiti da un gruppetto di percussionisti che hanno riscontrato molta curiosità tra le file dei turisti che in questi giorni hanno invaso la città.
Poi di colpo sembra che il corteo finisca, ed invece no! molto più sotto, distanziati in maniera tale, come per fare capire che quello fosse un altro corteo. Più organizzato nello sfilare, allineato, compatto che gridava slogan dietro una regia, non proprio nascosta, formato si!! dai centri sociali catanesi ma anche da quel mondo politico nato con le elezioni nazionali del 2018 quando si presentarono sotto il simbolo di “Potere al Popolo”, denominazione ben espressa nel corteo tramite magliette e quant’altro.
Quello che mi ha sorpreso è l’atteggiamento delle due anime del corteo, quel distacco che ha la simbologia del dire “la sinistra siamo noi, non voi” già ma chi ? la prima parte o la seconda ? Oggi la sinistra vive un momento di profonda crisi idendidaria non solo nei valori, allontanandosi dal mondo del lavoro,ma anche nei fatti, con la frammentazione di tutti questi piccoli partiti al di fuori del P.D. , non stò ad analizzare, in questa sede, le accuse che vengono fatte al P.D. per la politica sbagliata degli anni passati nei confronti della classe dei lavoratori, però coloro che giudicano le scelte, anche attuali del nuovo segretario del P.D., non riescono a costruire un’alternativa di sinistra al P.D., non riescono a farlo con proposte serie in economia, nel sociale, sui diritti umani e del cittadino soprattutto non hanno una voce univoca, sembrerebbe che il loro primo punto programmatico sia fare le scarpe al compagno che appartiene ad un altro partitino dello 0,% , non ci si rende conto che l’elettore sfiduciato, quello che rimane a casa vuole l’unità della sinistra, vuole vedere, non il caos ma scelte di politica ben precise, non vuole vedere la frammentazione, non vuole vedere i due cortei del 25 Aprile.
Però mi sa che è ancora, presto evidentemente si sconosce la storia, il fascismo attecchì quando a Sinistra litigò con se stessa. A quel punto non bastò più gridare allo scandalo.
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