Domani 19 gennaio alle ore 18:00 presso la Chiesa di S. Camillo dei Mercedari avrà luogo un meeting interessante, dove si discuterà di riti passati legati al paganesimo ed al culto alla dea Iside, e riti cristiani ed agatini in prossimità della seconda festa popolare religiosa del mondo, quella della nostra santa Patrona di Catania, s. Agata. Il titolo dell’evento è: “Il mito di Iside ai riti di s. Agata.” Introdurrà il tema l’avvocato Matteo Licari docente accademico e relazionerà il tema Enrico Licciardello dottore commercialista nella vita ma grande appassionato di storia. Il professore Licari, ha sintetizzato così il suo intervento:-” I culti delle divinita’ femminili sono sparsi un po’ tra tutte le popolazioni del pianeta sono il più evidente residuo del Matriarcato che ha retto le società umane fino al Neolitico. Non fa eccezione il culto mariano e delle varie figure femminini di Sante nel cristianesimo (Sant’Agata compresa) che il Patriarcato ha nobilitato e ha reso funzionale alle proprie esigenze. Direi una esaltazione della figura femminile in una logica del tutto ancillare al ruolo che il Patriarcato ha assegnato alla donna fino ad oggi.”-
Al dottor Licciardello l’onere di spiegare dal punto di vista storico e mitologico, ecco un’anticipazione in esclusiva per la nostra redazione:-” Le teologie dell’antico Egitto:
L’Antico Regno, che va dalla terza all’ottava dinastia (2660 – 2120 a.C.), vide costruire tre teologie.
La più antica imperò a Eliopoli e venne chiamata Enneade. Questa prima teologia prevede che nel caos primordiale il Dio solare Atum creò se stesso; questi, a sua volta, generò una coppia divina, Shu dea dell’aria e Tefned dea dell’umidità. Questi, a loro volta, generarono un’altra coppia di dei, Geb dio della terra e Nut dea del cielo. Questi generarono, infine, due coppie di dei, Iside e Osiride e Seth e Nefti.
A Ermopoli, invece, si costruì un’Odgoade dove il dio locale Thot crea otto dei: quattro maschili aventi il corpo di rana e quattro femminili con il corpo di serpenti.
Dal paganesimo al cristianesimo
Iside va in cerca dell’amato Osiride, ucciso dal fratello Seth, e dopo averlo trovato, lo risuscita.
Osiride diventa così il signore del regno dei morti, capace di ridare la vita ai defunti e permettere così agli egizi di dimorare per sempre con lui nell’aldilà.
Il culto di Iside in Sicilia viene praticato quando la dea viene identificata con Proserpina. Infatti Apuleio sostiene afferma che i Siculi chiamarono Iside Proserpina.
Siamo nei primi secoli dell’età cristiana che rappresenta il periodo di transizione fra il paganesimo, ormai morente, e la nuova religione: il Cristianesimo.
Iside viene rappresentata spesso con il suo bambino in braccio, un atteggiamento che ricorda la nostra Madonna. Questa similitudine lascia pensare che il culto alessandrino, specie a Catania, sia stato occupato da qualche santa cristiana e che nella festa di questa santa sia da ricordare l’antica festa della dea egiziana.
Nella letteratura sacra catanese, si parla di una festa la donna che stringeva al seno un bambino.
Iside viene rappresentata spesso con il suo bambino in braccio, un atteggiamento che ricorda la nostra Madonna. Questa similitudine lascia pensare che il culto alessandrino, specie a Catania, sia stato occupato da qualche santa cristiana e che nella festa di questa santa sia da ricordare l’antica festa della dea egiziana. Invece la mammella di Iside, che simboleggiava la forza riproduttrice della natura che nutre l’umanità e nella processione, sotto forma di vasetto di oro a forma di mammella, veniva portata a mano da un sacerdote.
Un altro simbolo lega leggenda, mito e gastronomia, le cascatelle di Sant’Agata, meglio conosciute come le minnuzze che ricordano la tortura subita dalla santa.
Una storia s’intreccia con delle leggende. Una di queste racconta che mentre Sant’Agata stava per essere condotta al processo, si ferma per allacciarsi una scarpa. In quel momento spunta dal nulla un olivo selvatico che genera frutti che dopo il martirio vennero distribuiti ai malati che guarivano. Sono le olivette di Sant’Agata, dolce di pasta di mandorla colorate di verde che diventa il simbolo di una festa che celebra con i dolci la sua santa.
La potenza misteriosa di Iside era rappresentata dal velo che l’avvolgeva (per analogia veniva rappresentata dalla vela nel culto di Iside marinara), si è sostituito il miracoloso velo che aveva addosso e che non si bruciò quando Agata fu arsa viva.
Nei miracoli agatini, il velo fu accostato all’arresto della lava del vulcano Etna o all’acqua del maremoto che avanzava minaccioso verso il centro abitato.”- Un appuntamento da non perdere quindi, l’affascinante mito di Iside ed Agata vi aspettano.
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