Questo è un brutto momento e non per la vita riservata che ciascuno di noi è tenuto a svolgere da qualche settimana; ma ancor più perché in un clima di perdite umane registrate copiosamente ogni giorno, l’ennesima vita che si spezza ingiustamente troppo presto, assume tinte più cupe, significati più inspiegabili.
Melania Puglisi, viso dolcissimo, occhi allungati e discreti, un sorriso che pareva volesse raccontare agli altri tutto il bello che c’è nel mondo: per lei, il suo Paolo, il Teatro e le gite in fuoristrada. Degli ultimi due aveva fatto un lavoro; del suo compagno, il testimone del periodo più lieto della sua vita. All’improvviso questa farfalla ha smesso di battere le ali, di salire sul palcoscenico, di andare in giro in fuoristrada: non è stato il Covid-19 a fermarla, ma un male altrettanto empio e cieco. Paolo di lei ricorda la forza, la determinazione a non contaminare con le sue condizioni di salute il loro rapporto. E poi, il rispetto verso ciò che lui era stato ed aveva vissuto prima d’incontrarla.
L’attrice e regista Elisa Franco insieme a lui, è la persona che la conosceva di più; sgomenta benché consapevole, non riesce a farsene una ragione. Quanto dev’essere lunga un’esistenza per considerarla di valore? Bastano forse tutte le imprese, i compiti, i progetti portati a termine per stabilirne la compiutezza? Anche se ci sarà sempre “qualcosa che ancora si potrebbe fare”, si può contare il tempo per considerare di aver vissuto? In considerazione di quanto Melania fosse amata e di quanto amore essa stessa avesse infuso nelle sue opere, probabilmente era riuscita ad arrivare sino in fondo ai sui compiti, ma quanta tristezza a guardare quel sorriso…
Elisa, al telefono mi ha regalato un racconto che mi sono determinata a non inscatolare in un’intervista, ma pubblicare esattamente nella forma in cui l’ho ascoltato…
<<Melania…ché dire di lei? Si era formata all’Accademia del Tre, studiando con Gaetano Lembo. Noi, ci siamo conosciute svariati anni fa: dovevamo mettere su uno spettacolo che poi purtroppo non andò in porto. Ci perdemmo di vista e qualche anno dopo ci ritrovammo in scena insieme per un lavoro curato da Gaetano, che ripresi poi nel 2017 durante la prima stagione de La Carrozza degli Artisti. Volli mantenere lo stesso cast: Melania Puglisi, Martina Minissale ed io; lo spettacolo “E adesso parlo io” di Tosi Siragusa fu un successo! Si articolava in diciotto monologhi femminili interpretati a turno da tre attrici: un post mortem di Virginia Wolf, Camille Claudel, Silvia Plath, Madame Butterfly, Janis Joplin e ancora Fedra, Medea, Cleopatra e numerose altre. Uscite da teatro mi disse che non le era mai capitato di sentirsi così soddisfatta e felice. Gli applausi per lei furono davvero tanti… Melania era una donna passionale, istintiva, sempre sorridente e tutta la sua forza la portava dentro i personaggi che rappresentava. L’anno successivo le proposi il ruolo di Gina in “Parenti serpenti”: mi rispose subito di si… Quante risate durante la messinscena dello spettacolo… ogni volta che ci rapportavamo durante le prove scoppiavamo a ridere… i nostri personaggi erano in opposizione ma noi ci volevamo davvero bene… Non dimenticherò mai quello che mi disse dopo il successo con il numeroso pubblico che venne a vedere lo spettacolo: “Ely ti prego, tienimi con te tutta la vita, lavorerei con te in eterno! Mi sono troppo divertita”. Ed io le risposi: “ci puoi giurare”!>>
<<Lei ed io avevamo le stesse idee, lo stesso modo di vedere questo mestiere, la stessa capacità di darci completamente ai personaggi che incarnavamo. Melania possedeva tutte le caratteristiche per far parte della mia compagnia e non volevo perderla. Tre mesi dopo, mentre preparavamo una trilogia di Pirandello… lo stop… “Ely, sono costretta a mollare per il momento…non sto bene”… Ovviamente ne fui dispiaciuta ma capii la situazione e le dissi che la mia porta per lei sarebbe rimasta sempre spalancata…>>
<<Negli ultimi due anni mi scriveva spesso; l’ultima volta mi disse che stava meglio e che voleva riprendere: “appena sto meglio mi rimetto in pista… mi manca troppo il teatro”…. Poi quella telefonata di Gaetano… e il cuore che mi si spacca in due… la notizia mi arriva mentre piango anche la scomparsa di mio zio… Melania non c’è più… Crollo, distrutta dal dolore che si fa ancora più duro per la consapevolezza di quello che il mondo intero sta vivendo, per i giorni da segregati in casa, minacciati da qualcosa di più grande di noi che ha messo in ginocchio l’economia mondiale che sta uccidendo e continua ad uccidere ogni giorno tante persone… Non ci è permesso spostarci, prendere un aereo, abbracciare i nostri cari e fargli sentire la nostra vicinanza. Penso ai miei cari più prossimi da soli; penso a Paolo – meraviglioso compagno di Melania che lei amava più di se stessa – penso a quello che dovrà affrontare in un periodo in cui la solitudine ci attanaglia, ci fa sentire inutili. Li vedevo insieme e provavo sincera ammirazione: erano il ritratto dell’amore, un grande esempio di complicità, passione, tenerezza…sempre insieme, sempre sorridenti.>>
<<Ecco: quando penso a Melania penso ai suoi mille sorrisi… e voglio ricordarla così… Quando tutto questo sarà finito, le porterò un fiore per porgerle il mio ultimo saluto e dirle grazie: grazie per esserci stata nella mia vita e per i bei ricordi che hai inciso sul mio cuore. Qualche sera fa, ho voluto renderle omaggio mettendo in rete (visibile su Youtube) “Parenti serpenti”: con mia grande gioia, ho appreso che ci sono stati oltre cinquecento collegamenti, E’ stata una proiezione speciale in suo ricordo che ci ha permesso di rivederla tutti insieme nei panni di Gina e di farle un ultimo applauso che spero sia stato talmente forte da superare le barriere del cielo e giungere fino a lei che, sono certa, da lassù avrà fatto uno dei suoi più splendidi sorrisi…>>
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