Scorrendo i 266 articoli con la previsione di circa 100 provvedimenti di attuazione da emanare, più che un decreto per il rilancio, sembra un “rompicapo” per la resistenza. Il solito decreto redatto in modo caotico come la metodologia burocratese ci ha abituato, con continui rinvii e circonvoluzioni che creano talora veri e propri grovigli di norme che generano confusione successivamente in sede applicativa, da parte della stessa pubblica amministrazione. Per non PARLARE, poi, delle perplessità in sede interpretativa a tutti i livelli, sempre in attesa di circolari illustrative dei singoli articoli, che spesso “impropriamente” assumono il ruolo di interpretazione autentica.
Di fatto la sensazione è quella che più che di misure per lo sviluppo o per il rilancio di un’economia in sofferenza in seguito alla pandemia Covid-19, si caratterizzano come misure di sostegno per la sopravvivenza (laddove ancora possibile), o di qualche piccolo risarcimento per il reddito perduto conseguenza della sospensione/chiusura delle attività.
Poche infatti, le iniziative dirette a recuperare i livelli di crescita o di aumentarli nel breve periodo. Non si riscontra nei decreti quella necessaria sistematicità, e coerenza logica negli aiuti concessi. Le stesse procedure si rivelano spesso complesse se non impossibili. In ultimo riscontriamo una “buona dose ” di confusione fra le misure fiscali relative alla imposizione (eliminazione irap a legislazione invariata) con misure che costituiscono solo meri strumenti di concessione di agevolazioni di altro tipo (credito d’imposta-sanificazione). La prima conseguenza di questa mancata “puntualità” negli interventi ed a distanza di quasi 4 mesi dal disagio creato dal Covid-19, non si rinvengono tracce di vero e proprio snellimento delle procedure così come non si rinviene una visione complessiva per la ripresa.
Di questo passo le imprese non resisteranno, FEDITALIMPRESE calcola che già dal mese di giugno tante imprese non apriranno più. Il parametro delle chiusure con non riaperture oscilla fra il 20 ed il 30 per cento. Per questo, più che di misure a pioggia si sente forte l’esigenza di una riforma immediata della pubblica amministrazione e del fisco. Una pubblica amministrazione accusata, spesso a ragione, di mal processare i provvedimenti messi in atto. Creando blocchi che penalizzano i cittadini e le imprese. Le poche misure agevolative annunciate o inserite nei decreti si sono scontrate con la realtà frenante della burocrazia (inclusa quella bancaria), che non è stata all’altezza del momento, contrariamente ad una popolazione totalmente coinvolta anche se non sempre rispettata.
Le imprese si trovano in enorme difficoltà nonostante le misure decretate perché:
A) Per tante di esse si aspettano ancora i decreti attuativi o le circolari interpretative; B) Rallentamento, quando non blocco, delle procedure.
E’ evidente che così le imprese non resisteranno . I costi correnti non aspettano i tempi della burocrazia.
Per FEDITALIMPRESE una soluzione potrebbe essere quella di scavalcare la lentezza della struttura burocratica, attuando le procedure d’urgenza e con rapporto diretto con le attività produttive. Nel frattempo oltre a procedere con urgenza alla riforma della pubblica amministrazione, evitare le misure a pioggia che creano ulteriore bisogno puntando al sostegno reale delle imprese. Non servono chilometri di norme sull’anticorruzione o sulla trasparenza se poi non si capisce di chi sono eventuali responsabilità dei ritardi.
Le imprese non possono attendere all’infinito. Feditalimprese è presente ed è disponibile al confronto istituzionale per trovare soluzioni possibili.
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