FCE cede il passo ad AMT, con un misterioso “BRT Università”
L’aspirazione multiculturale e europea di Catania subisce una brusca battuta d’arresto, proprio nel momento in cui tutte le forze dovrebbero rivolgersi al progresso e alla programmazione, presupposti irrinunciabili per una società che voglia affrontare con successo la crisi generata dall’Emergenza Covid.
In tempi in cui mobilità e sostenibilità costituiscono un binomio imprescindibile, per affrontare le sfide legate a un mondo che cambia velocemente, la FCE decide di sopprimere un servizio indispensabile per la fruizione del servizio di metropolitana da parte degli studenti.
Sembrerebbe[1] infatti che il servizio Metro Shuttle, in servizio tra il piazzale antistante la stazione Milo e la Cittadella universitaria, sia destinato alla soppressione. Un servizio con caratteristiche simili sarà fornito dalla linea BRT dell’Azienda municipalizzata trasporti, che dovrebbe percorrere un percorso in larga parte sovrapponibile a quello offerto fino a oggi da FCE. Ad onor del vero, c’è un numero di vetture in livrea FCE, che svolge tutt’ora la tratta di servizio: ci riferiamo nel concreto, a una serie di bus extraurbani, che svolgono servizio dai paesi dell’hinterland etneo servito da Ferrovia Circumetnea, che arrivano già in città con un carico di pendolari e spesso sono costretti a saltare le fermate, creando un grave disservizio.
Anche la promiscuità sembrerebbe essere preferita, a una logica di piccoli cluster autonomi che durante l’epidemia sarebbero più facili da controllare.
Una scelta che lascia gli utenti attoniti, increduli, sbalorditi. Nell’anno della pandemia, laddove il distanziamento è visto come un mantra e l’assembramento un’apocalisse da scongiurare, si decide di affidare il popolo studentesco, a un servizio che negli anni non ha mancato di evidenziare i propri problemi, che tradizionalmente risente di un’alta densità di utenza, con vetture sovraccariche e orari spesso non sincronizzati, con quelli della breve (ma utile, e pronta all’ampliamento della rete) metropolitana catanese. E la frequenza della stessa metropolitana registra un grave e ingiustificabile rallentamento, raddoppiando i tempi di attesa (e quindi di assembramento).
Il nuovo “BRT Università” dovrà riuscire nell’azione non far rimpiangere e garantire un servizio, sino a pochi mesi fa impeccabile sotto qualsivoglia punto di vista: una sfida non secondaria, per un’Azienda Metropolitana Trasporti, che già da qualche anno non gode di solidità economica, pur avendo chiuso l’esercizio scorso con un utile di 2 milioni di euro. Gli studenti non ci stanno: seppur offerto a prezzo simbolico, l’abbonamento annuale per la linea BRT Università ha destato qualche malumore, per un servizio che precedentemente era incluso nel titolo di viaggio FCE. Un minimo esborso, potranno contestare i più, ma che potrebbe non promettere il rispetto delle coincidenze tra i treni metropolitani e i bus dell’AMT.
Suona quasi come una beffa, la diramazione della notizia poco dopo la fine della settimana della Mobilità Sostenibile, evento di sensibilizzazione alle problematiche del traffico e del trasporto urbano. E quel che più lascia perplessi, è che nessuna notizia sia stata diffusa dagli enti interessati, eccetto una nota dell’Università di Catania, che informa la comunità studentesca della modifica dei servizi interessati.
Tuttavia non sono unicamente gli studenti ad essere penalizzati da questa singolare condotta di FCE, che tramite il proprio sito istituzionale non informa (sino al 24 settembre 2020, ore 23.41, n.d.r.) riguardo alla soppressione del servizio in oggetto. E qualora non bastasse, a peggiorare la situazione c’è l’avvenuta soppressione della navetta Nesima-Centro Sicilia, lo shopping center ubicato in Contrada Cubba a Misterbianco. Già da diverse mattine si registrano utenti che lamentano il disservizio, costretti ad aspettare una navetta che è stata eliminata dal prospetto delle linee.
La riduzione delle corsee il ridotto orario d’esercizio a causa del Covid, riportano Catania indietro di trent’anni in una manciata di mesi: è innegabile che la tratta interrata coperta dai treni sotterranei FCE, non sia da sola sufficiente ad alleggerire in maniera sostanziale il traffico veicolare, che opprime la nostra città; purtuttavia dobbiamo registrare la nutrita schiera di studenti, pronti ad avvalersi del nuovo mezzo di locomozione, per fare la spola tra i vari poli didattici. In una contingenza storica caratterizzata dall’esigenza di mantenere una distanza interpersonale a scopo precauzionale, si decide di affidare gli studenti ai non sempre impeccabili servizi dell’AMT, che storicamente ci ha abituati a bus strapieni e precisione non esattamente svizzera, al punto da rendere inutili i pannelli informativi a led, installati in alcune fermate.
Le istituzioni per il momento mantengono il silenzio: nessuna nota da parte di Città Metropolitana, AMT, FCE, a sottolineare le gravi carenze comunicative che le istituzioni accusano, in un momento nel quale sarebbe indispensabile trovare le sinergie necessarie, per non spogliare ulteriormente la città di servizi pubblici.
La bolla potrebbe rivelare spiacevoli sorprese: molti studenti potrebbero scegliere l’automobile, per spostarsi verso i luoghi di studio, congestionando ulteriormente il traffico di una città già al collasso.
Oppure, si consenta l’ironia, decideranno tutti di acquistare un monopattino elettrico, gadget molto in voga nell’ultimo periodo. Ma attraversare la città in monopattino, e magari percorrere la circonvallazione o Via Santa Sofia, non è probabilmente la cosa più saggia da fare…
[1] Siamo costretti a utilizzare il condizionale, vista la mancata conferma della notizia da parte dell’azienda che svolge il servizio
(Foto di Carla Licari)
Lascia un commento
You must be logged in to post a comment.