“8 Marzo, Parliamo di donne”: Antonella Bacci, mai avere paura di attraversare la tempesta…

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“8 Marzo, Parliamo di donne”: Antonella Bacci, mai avere paura di attraversare la tempesta…

Mi piace raccontare le donne, quelle che tutti i giorni vanno di qua e di là della vita con cartelle sotto al braccio, uno zaino in spalla, i sacchetti della spesa da una parte e quelli della spazzatura dall’altra: quelle che si truccano ai semafori, che rincorrono i figli la mattina fra letto colazione e bagno, che aggiustano la cravatta al marito, trovano i calzini al compagno, che accudiscono i genitori in un ribaltarsi di ruoli, rielaborano mentalmente il programma giornaliero come un RisiKo pieno di varianti, e portano i tacchi in un ufficio, in un’aula, in uno studio; alzano una saracinesca, o si allacciano un camice ed una mascherina, o salgono su un palcoscenico. Ovunque si guardi ci sono loro a modificare il mandala colorato di una giornata che non è quasi mai solo la “loro” giornata, bensì quella di tutti gli esseri viventi e le cose di cui si curano. Le donne sono tutte laddove succedono le cose e non occorre essere personaggi pubblici per fare la differenza in ordine alla qualità del ruolo rivestito nella società.

Antonella Bacci tiene gli occhiali sulla punta del naso, sferruzza e legge davanti al caminetto o al suo mare, con i suoi amati animali intorno: lei, il marito ed i figli abitano a Latina, lontano dal caos, in una casa circondata di Natura. Sorride e qualche volta guardando fisso davanti a se intravede ciò che è stato, ma non si sofferma su ciò che poteva essere perché sa che non serve più: il 2020 ha portato i suoi progetti su una strada diversa, disperdendo le energie che aveva impiegato per realizzarli. Il suo mondo fatto di tutte quelle piccole necessità degli altri che le fanno recuperare costantemente il ruolo della moglie e della mamma, si scompone per ricomporsi ogni volta per dare occasione alla soluzione di mettere alla porta il problema; lei lo sa.  Antonella ha una forte personalità: è stata una donna costretta a salire sulle vetture dell’autoscontro urtando e schivando un disegno delle stelle qualche volta un po’ ingrato: si è letteralmente rialzata, impugnando stampelle ed idee nuove, scappando via dal rischio di chiudersi nei propri dispiaceri ed è ripartita proprio da questi, attraversando la tempesta e lasciandosi guidare solo dalla consapevolezza che chi ne fuoriesce non sarà mai più la stessa persona, ma una persona migliore.

Mi chiamo Antonella ed ho 62 anni. Sono dell’Acquario e ho sempre rappresentato le caratteristiche del segno…mi piace sperimentare e creare, sono curiosa, sognatrice e credo nell’amore universale. Appunto…sono una sognatrice. Chissà mai se riusciremo a realizzare questo bellissimo sogno?

Torniamo in terra. Ho sempre amato il disegno e tutto ciò che viene realizzato con le mani.
Ho frequentato il Liceo Artistico e poi la facoltà di Architettura, che però non ho finito per pochi esami scegliendo di fare la mamma: ho adottato due splendidi ragazzi. Ma questa è un’altra storia.
Ero una persona insicura e pessimista, poi l’incontro con il buddismo mi ha completamente cambiata; adesso non esistono problemi, ma soluzioni ed anzi, ogni problema è diventato una sfida sulla quale interrogarmi e vincere.”
 
La certezza che ogni persona nasconda un enorme potenziale che aspetta anche di essere capito ed aiutato a venire fuori, mi ha sempre accompagnato, guidando i miei giudizi. Guardo le persone oltre la scorza che si sono create per proteggersi dal mondo; oltre alla qualifica che per motivi sociali ognuno di noi è costretto ad assumere, c’è un altro ” noi” che ci identifica e che rappresenta forse ancora di più la nostra identità, la nostra essenza. Ecco, mi piace conoscere quell’altro” io”. Guardare oltre e più in profondità.”
      
“Ho vissuto una infanzia molto solitaria, poiché affidata ad una nonna iperprotettiva che mi’impediva di uscire e rapportarmi con i miei coetanei. Paffutella, impacciata e complessata, ho riversato la mia energia sui lavori manuali: disegnare, dipingere, modellare…riempivo così la mia immensa voglia di vivere.
Un’ estate trascorsa in vacanza a Tirli un paesino in provincia di Grosseto – la mia città natale – ha scandito l’inizio del mio amore per i lavori a maglia.
Ma ho un’altra grande passione ereditata da mio padre: gli animali.: grazie all’amore per  i miei levrieri, un po’ di anni fa, ho rispolverato la passione x maglia ed uncinetto, realizzando piccoli amigurumi ( dal giapponese: giocattolo all’uncinetto) da vendere. Le mie creazioni piacevano e piano piano mi venivano (in realtà  proseguono ad esserlo) commissionati  tanti accessori per proteggere dal freddo i cani, soprattutto scialli.”
  
“Mi sono avvicinata al mondo levriero conoscendo i whippet di un amico. Cercando su internet notizie su questa razza, mi sono imbattuta nella triste storia dei levrieri irlandesi ( greyhound) e levrieri spagnoli ( galgo) e sono andata in Spagna, collaborato per una associazione che salvava levrieri, aiutando la ricerca di fondi. Sono cani molto timidi, discreti schivi, sfruttati dall’uomo per poi essere uccisi ignobilmente se non idonei ai loro scopi. I greyhound per la corsa nei cinodromi ed i galgos per la caccia a vista. Questi ultimi sono vere e proprie macchine da guerra in grado di catturare la preda e portarla al cacciatore. Sono cani fieri con un carattere speciale: ti ubbidiscono solo se ti rispettano, solo avendoli si può comprendere. A me è sufficiente sussurrare nelle loro orecchie ciò che devono fare per farmi ascoltare, non serve alcuna prepotenza. Per il loro inusuale carattere, possono essere considerati l’anello di congiunzione tra cane e gatto, da cui hanno ereditato l’indipendenza, ma anche le modalità di approccio nei gesti di affetto.”
    
“All’età di 47 anni ho perso il mio lavoro, e siccome non mi piace fermarmi di fronte agli ostacoli, mi sono messa in discussione e ho preso il diploma di Estetica. Però, dalla mia precedente occupazione, ho ereditato l’abitudine a viaggiare, quindi, quando tutti mi scoraggiavano  per l’età, (avevo ormai 50 anni, dunque considerata “anziana”), ho intrapreso la strada della formatrice e beauty Specialist per aziende di tecnologie medico- estetiche e estetiche. Il lockdown purtroppo ha fermato tutto e durante l’ anno di inattività mi sono impegnata per realizzare delle calzamaglie per levrieri. Ho sviluppato uno schema studiando l’anatomia del cane , è stata una bella scommessa, come sempre, perché non volevo un prodotto uguale a molti che si vedono in giro.”
 
“Credo che ogni luogo sia buono per creare valore. Da piccola volevo fuggire da Latina, una città che avevo scelto basandomi su ciò che era quando ci venivo in vacanza, senza capire che la vita di tutti i giorni è un’altra cosa. I miei genitori venivano qui x lavoro ( vendevano corredi da sposa) ed avevano fatto coincidere il loro periodo lavorativo con le mie vacanze. Poi, avendo scelto il liceo artistico che a Grosseto non c’era, ci siamo trasferiti. Ci ho messo un bel po’ a capire che nessun luogo può essere subito se ci si impegna a crescere interiormente noi per primi impegnandoci a creare e a non smettere mai di essere curiosi.”
   
“Non penso mai al passato in modo negativo quindi non ho rimpianti perché sono sempre proiettata verso il futuro. Il passato fa di noi ciò che siamo adesso e nessuna scelta è sbagliata perché ci porta a darci delle risposte, a cercare delle soluzioni. In questa ottica di vita non c’è mai tempo per piangere o rimpiangere. Io dico sempre: che la morte ci trovi vivi.”
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