CATANIA – «L’interrogazione dei deputati del Movimento 5 Stelle, primo firmatario il senatore Mario Giarrusso, riceverà indubbiamente una pronta risposta dal governo». Così il Rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, sull’interrogazione da parte del senatore Giarrusso. L’esponente del Movimento ha infatti chiesto al Governo se fosse a conoscenza di «comportamenti inadempienti all’ordine dei giudici tenuti dal professore Giacomo Pignataro e dal consigliere Paolo Aquilanti» e «quali iniziative urgenti si intende assumere per ripristinare immediatamente il legittimo svolgimento delle attività istituzionali di Unict, con la costituzione dei nuovi organi statutari, a partire dal rettore, così come ordinata dal giudice amministrativo?».
«Di fronte alla diffusione di questo testo sugli organi di stampa – continua Pignataro -, occorre tuttavia rilevare che tale interrogazione, mediante la quale il Parlamento dovrebbe svolgere la sua attività di ispezione e controllo sull’operato dell’esecutivo, finisce per riportare unilateralmente le tesi di una parte di un procedimento amministrativo in corso. L’Università degli Studi di Catania applicherà integralmente le disposizioni dettate dal Supremo Giudice amministrativo siciliano non appena esse verranno esplicitate, come appare indispensabile. Va infatti rilevato che è quanto meno temerario affermare che con la sentenza n. 243, pubblicata il 29 luglio 2016, il CGA abbia prescritto l’obbligo del rettore di avviare le procedure per la ricostituzione degli organi statutari dell’università “ivi comprese le procedure per l’elezione del rettore”, giacché tale prescrizione non risulta esplicitata nel testo della sentenza.
Si può inoltre affermare con certezza che il Ministero competente è già informato dei fatti in quanto, in data 10 agosto 2016, esso ha espresso un parere a firma del Direttore Generale del suo Dipartimento per la formazione generale e per la ricerca, che è bene riportare per esteso a beneficio dei firmatari della suddetta interrogazione».
Ecco il parere:
“Occorre innanzi tutto premettere che il Supremo Giudice amministrativo siciliano ha ritenuto ultimato il procedimento di approvazione dello Statuto con l’emanazione del decreto rettorale n.881 del 15 marzo 2015, chiarendo che lo stesso costituisce ‘il primo ed unico statuto validamente ed efficacemente emanato dopo l’entrata in vigore della riforma introdotta con la L. n.240 del 2010’ e ha conseguentemente dato mandato al Rettore di avviare tempestivamente le procedure per la costituzione dei nuovi organi statutari ai sensi dell’articolo 2, comma 8, della legge n.240 del 2010.
Nel prendere atto che codesto Ateneo ha già avviato tutte le procedure per la costituzione degli organi, si osserva che le norme transitorie contenute nel comma 9 del citato articolo 2 della legge n.240/2010 devono essere applicate proprio in considerazione del fatto che il testo statutario di cui al D.R. n.881 del 2015 costituisce il ‘primo’ Statuto dell’Università.
In particolare, il terzo e quarto periodo dell’art.2, comma 9, prevedono che ‘il mandato dei rettori in carica al momento dell’adozione dello statuto di cui ai commi 5 e 6 è prorogato fino al termine dell’anno accademico successivo. Sono comunque fatte salve le scadenze dei mandati in corso previste alla data dell’elezione dei rettori eletti, o in carica, se successive al predetto anno accademico’.
A parere della scrivente Direzione Generale, tenendo conto che il Rettore si è insediato in data 13 marzo 2013, si applica, alla fattispecie in questione e analogamente a quanto avvenuto nelle stesse situazioni in altri atenei, la disposizione che fissa la scadenza del mandato rettorale al termine naturale dello stesso.
Del resto la sentenza del CGARS conferma tale interpretazione rinviando esclusivamente alle procedure di cui all’articolo 2, comma 8, della legge 240/2010 ed incaricando proprio il Rettore in carica della loro applicazione”.
«Fin qui la nota ufficiale del Ministero – dice ancora il Rettore -. Appare dunque evidente che, in presenza di una parere così esplicito, il Rettore in carica non poteva far altro che rimettere al medesimo Consiglio di Giustizia Amministrativa richiesta di chiarimento ottemperativo in ordine alle modalità di esecuzione della sentenza. Tale istanza è stata rivolta con la massima urgenza, già nei primi giorni di agosto, e con l’unica preoccupazione di garantire il rispetto della legge. L’accusa di avere assunto un atteggiamento dilatorio, ricalcata dalla unilaterale assunzione delle tesi di una parte, risulta infondata. Poiché non c’è da dubitare sulla buonafede dei proponenti, c’è da credere che essa sia stata determinata da una superficiale conoscenza degli atti. D’altra parte, quale che sia l’esito del chiarimento ottemperativo atteso a breve, la conclusione di questo lungo e travagliato iter amministrativo è da salutare con soddisfazione perché mette fine a un’anomalia provocata dalle scelte inopportune compiute dalla precedente amministrazione. Qualora, per dettato del CGA, si dovesse andare a nuove elezioni anche per la carica di rettore, si procederà senza esitazione alcuna all’indizione di tale elezione, coerentemente con uno stile di questa amministrazione, caratterizzato dal massimo rispetto del principio di legalità e certamente non timoroso della democrazia».
Lascia un commento
You must be logged in to post a comment.