Stagione ACMC: concerto di musica antica dell’ ensemble “Per Affetto e per Diletto”

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Stagione ACMC: concerto di musica antica dell’ ensemble “Per Affetto e per Diletto”

Il controtenore Salvo Disca e il tenore Salvo Fresta, accompagnati al clavicembalo da Rosaria Politi, domenica scorsa nella Chiesa di San Camillo sono stati i protagonisti del concerto di musica antica “Cari Baci” con composizioni di autori che si pongono tra Rinascimento e Barocco: Caccini, Falconieri, Monteverdi, Frescobaldi e D’India.
I tre musicisti, riuniti nell’ensemble “Per Affetto e per Diletto”, con la loro applaudita esibizione hanno dato un contributo alla diffusione di un genere musicale affascinante che fa da filo conduttore alla stagione concertistica dell’ ACMC (Associazione Collegium Musicum Catania).

I brani eseguiti dal trio vocale e strumentale segnano il passaggio, il confine, tra il vecchio e il nuovo modo di concepire la musica, cioè tra la “prima pratica” (Rinascimento) e la “seconda pratica” (Barocco).
In realtà i prodromi del nuovo stile compaiono già sul finire del XVI secolo, anche se il vecchio stile non scompare del tutto, rimanendo in uso nell’ambito ecclesiastico.
I compositori della “vecchia pratica” non accettavano la subordinazione della musica alla parola e, d’altro canto, i compositori barocchi sferrarono numerosi attacchi al vecchio stile contrappuntistico.
La differenza più eclatante tra la musica rinascimentale e la musica barocca risiede nel modo di trattare le dissonanze e nell’uso che se ne fece: nella musica rinascimentale il compositore poteva usare poche dissonanze, soprattutto in un ritmo armonico stretto; al contrario, il compositore barocco utilizzò generosamente le dissonanze più ardite, riuscendo così ad enfatizzare la parola e a fornire il mezzo necessario per una rappresentazione “affettuosa”.
Scompaiono le limitazioni imposte al compositore rinascimentale: il compositore barocco adopera nuovi intervalli melodici, talvolta audaci, ma necessari per sottolineare ed enfatizzare un particolare “affetto”.
Ed è in questa direzione che si mossero compositori come Sigismondo D’India, musicista palermitano, che non esita ad utilizzare intervalli particolarmente dissonanti ed insoliti in prossimità di parole che presentano una grande forza emotiva, richiedendo una intensa rappresentazione affettuosa.
“Muovere gli affetti” diventa l’imperativo categorico di questa maniera di esprimersi, a cui aderì senza riserve il grandissimo Claudio Monteverdi, che si muove da uno stile all’altro, seguito da altri compositori del periodo: Falconieri, Cavalli, Frescobaldi, Caccini. Si conclude così l’era del madrigale polifonico, che lascia il testimone alle musiche a voce sola.

Il prossimo appuntamento con la stagione concertistica ACMC è per giovedì 12 agosto con il clavicembalista Sebastiano Cristaldi che in “Correva l’anno 1685” proporrà musiche di Alessandro Scarlatti, Bach, Haendel. Il concerto si terrà nella Chiesa di San Camillo, via Crociferi n. 71, alle ore 20:30.

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