Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Al Museo diocesano concerto di Luca Ferrini e Vadim Pavlov

Home Spettacoli Al Museo diocesano concerto di Luca Ferrini e Vadim Pavlov
Al Museo diocesano concerto di Luca Ferrini e Vadim Pavlov

Gli eccellenti Vadim Pavlov al violoncello e Luca Ferrini al pianoforte sono stati i protagonisti del concerto “Cello Resonances” organizzato dalla CPS nell’ambito della rassegna estiva “Corti e Castelli”.
A causa del forte vento anziché nella spettacolare terrazza del Museo Diocesano i due musicisti si sono esibiti al chiuso, in una sala della pinacoteca, davanti ad un’icona debitrice dell’arte e della spiritualità ortodossa, assolutamente in sintonia con la musica russa presentata al pubblico.
Compatto per ispirazione ed esiti espressivi l’impaginato proposto, con composizioni di tre musicisti accomunati dalla stessa matrice culturale: gli ucraini Bortkiewicz (1877-1952) ed Akimenko (1876-1945) e il russo Prokofiev (1891-1953).
Di quest’ultimo è stata eseguita la Sonata op. 119, che ha presentato un Prokofiev ben diverso da quello a cui siamo abituati e ben lontano dalle sonorità di “Pierino e il Lupo” o del balletto “Cenerentola”. Nella Sonata, piuttosto, Prokofiev mette in successione motivi marziali, temi epici, le sonorità dei soviet, il folklore delle campagne, il trionfo del comunismo e del popolo vincitore. Tutti temi particolarmente in voga nell’Unione Sovietica di Iosif Stalin, ambito nel quale la Sonata fu composta, nel 1949.
Prokofiev emigrò all’estero, esattamente come Bortkiewicz ed Akimenko, due compositori che furono molto celebri alla loro epoca e che poi, per ragioni politiche o altro, furono dimenticati anche nelle capitali straniere che li avevano accolti ed acclamati: rispettivamente Vienna e Parigi.
Considerati rappresentanti dell’espressionismo dell’Europa orientale, talvolta molto vicini al mondo sonoro di Ravel e Scriabin, questi due compositori ucraini furono autori di composizioni che, sebbene velate di folklore intriso di malinconia, sembrano scritte apposta per una committenza gaudente ed internazionale che, incurante di crisi o guerre, passa incessantemente dal salotto alla cena di gala, dal gran galà al valzer nel salone degli specchi. Certamente sono sonorità leggere ed orecchiabili ma, in sottofondo, si avverte una vena di inquietudine e nostalgia, sentimenti ai quali non si sottraggono mai gli emigrati, soprattutto se russi.
Una particolare impressione ha esercitato sul pubblico la Sonata op. 37 di Fedor Akimenko, eseguita al termine della prima parte del concerto. Con la sua sensibilità e frizzante leggerezza, con il suo spirito impressionistico che evidenzia le immagini caleidoscopiche delle danze, dei canti e delle favole russe, il brano ha quasi superato la celebre Sonata op. 119 di Prokofiev. La richiesta di bis ha confermato l’apprezzamento del pubblico, che ha voluto riascoltare questa composizione di Akimenko.
Merito del maestro Pavlov, che è russo di nascita, aver recuperato con indefesse ricerche nelle biblioteche e negli archivi esteri le partiture rare o addirittura inedite di Bortkiewicz ed Akimenko, che al Museo diocesano di Catania ha presentato assieme a Luca Ferrini per la prima volta al pubblico italiano. Il pubblico ha applaudito calorosamente e a lungo i due grandi artisti.

Condividilo:

Lascia un commento