Nasce da una ricerca trentennale di studio e produzione poetica il nuovo lavoro della poetessa catanese Gabriella Cremona, dal titolo: “Nel segno nuovo dell’ Infigurazione – Saggio breve con Monologo “Sicilia come Infigurazione” (1997-2022)” (Il Convivio Editore, 2022) e presentato al pubblico sabato 22 ottobre 2022, presso il “Refettorio piccolo” delle Biblioteche Riunite “Civica e Ursino Recupero”, in occasione del compimento delle “settanta primavere” dell’autrice.
Il Prof. Dario Stazzone, Presidente del comitato catanese della Società “Dante Alighieri” ha moderato l’incontro, iniziato con i saluti introduttivi della Dott.ssa Rita Carbonaro, Direttrice delle Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero”, la quale ha ricordato come la professoressa Cremona, già docente di letteratura italiana e latina, sia legata dalla sua esperienza di paleografa- bibliotecaria a quelle preziosissime sale, custodi insostituibili del Sapere all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini di Catania.
Come ricordato dal Prof. Andrea Manganaro, docente di Letteratura italiana presso l’Università di Catania e Presidente nazionale degli Italianisti ADI-SD, la sensibilità poetica della professoressa Cremona ha influenzato generazioni di studenti che hanno avuto l’onore di crescere con lei sui banchi liceali. Un’impronta fortissima che non può lasciare indifferenti le anime sensibili e le più ribelli, stimolate alla ricerca dell’Invisibile oltre il velo del tangibile.
Carico di entusiasmo e di stima, l’intervento della Prof.ssa Novella Primo, docente di Letteratutra italiana contemporanea presso l’Università di Messina e autrice della prefazione del libro, ci illustra il carattere pionieristico del saggio breve, nel quale viene esposta la teoria delle Infigurazioni e come questa costituisca un esempio di prosa letteraria e di ricercatezza stilistica.
Il saggio inoltre è da leggere come strumento di interpretazione della produzione poetica dell’autrice – Poesia non è sogno (1984); Controfigure del tempo (1987); Il Giardino Sotterraneo (1992); Alfabeto Notturno (1998); All’Alba, (2004-2006); Opera continua (2007) – e come punto di partenza per le riflessioni teoriche della Letteratura, in retrospettiva e in prospettiva.
La scoperta letteraria dell’Infigurazione propone in primo luogo un nesso nuovo tra parola e immagine, per rendere visibile l’invisibile attraverso l’attraversamento di una soglia, un limen che può assumere svariate forme, ma che è sostanzialmente una cornice verbale che incornicia il passaggio, il movimento necessario per raggiungere la visione. La siepe leopardiana è solo forse il più illustre degli esempi che possiamo fornire al lettore per introdurre l’idea dell’Infigurazione, che potrebbe assurgere a figura retorica con l’approvazione unanime del mondo accademico.
Con il concetto di anima collettiva si apre l’intervento della poetessa, dopo i sentiti ringraziamenti ai presenti al tavolo “conviviale” e in sala. Tale concetto è tanto più forte quanto più è legato ai luoghi a cui si rende omaggio, Catania, sua città natale, la Sicilia come anima mundi. Il Monologo ne è intriso, come risulta evidente, per esempio, da questa strofa:
“Io sono lo specchio d’ogni terra
il frammento nordico e il velo del deserto
la cartaginese la greca e la spagnola
Sono la Francia e l’Inghilterra
e la gola americana
lo sposo normanno e la sorella bizantina
Qui vive l’oriente e l’occidente”
Il ricordo dei tre poeti catanesi, Sebastiano Addamo, Fiore Torrisi e Angelo Scandurra, citati in epigrafe al Monologo, rivela la commozione di un omaggio alla Poesia, sentito e colmo di gratitudine.
Abbiamo chiesto alla poetessa in che misura la scoperta dell’Infigurazione può raggiungere anche un pubblico di non addetti ai lavori. Lei, sorridendo, ci risponde che introdurre una parola nuova con un significato inedito, arricchisce il linguaggio, costituisce cioè un contributo semantico aggiuntivo per l’espressione dialogata, e quindi è un arricchimento per i non addetti ai lavori.
La novità assoluta dell’Infigurazione è che la parola poetica legata all’immagine interiore viene veicolata al lettore attraverso il movimento preso a prestito dalla terminologia della Cinematografia.
L’ultima parola spetta sempre alla Poesia, e così l’incontro si conclude, come tempo, con l’interpretazione del Monologo “Sicilia come Infigurazione” da parte dell’intensa voce dell’attrice Anna Aiello, per continuare, come storia, nella Letteratura.
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