ggi il Consiglio comunale dovrà esprimersi sulla delibera. Perplessità da Cgil, Uil e Ugl sull’atto: “I consiglieri si assumano la responsabilità”
Questa sera il Consiglio comunale di Catania è chiamato ad esprimersi sulla proposta di delibera di fusione delle società partecipate Catania rete gas e Sidra. Un passaggio delicato, previsto nell’ambito delle iniziative conseguenti al dissesto finanziario del Comune di Catania, che però continua a destare alcune perplessità alle sigle sindacali provinciali Filctem Cgil, Uiltec Uil e Ugl Chimici con particolare riferimento alle prospettive future del nuovo soggetto partecipato che si andrà ad istituire. “E’ un atto che ormai si trascina da diverso tempo perchè il Consiglio, fino ad oggi, non ha mai voluto prendere una posizione chiara su questa attività particolarmente complessa – dicono Jerry Magno, Alfio Avellino e Carmelo Giuffrida. Sulla proposta, peraltro, noi sindacati abbiamo avuto solo qualche timida interlocuzione iniziale con l’Amministrazione comunale più di un anno addietro, ma niente di più, motivo per cui non possiamo essere in condizione di esprimere un pensiero su quello che potrà comportare tale fusione. Mentre per l’incorporazione tra Amt e Sostare il passo è stato breve, poichè facilitato dalla complementarità delle finalità aziendali, nel caso di Catania Rete Gas e Sidra abbiamo davanti due soggetti che, pur operando nel settore energia, hanno caratteristiche e funzioni diverse, oltre che destini diversi previsti dalla legge come la liberalizzazione del servizio di erogazione del gas cittadino e l’affidamento al gestore unico per la distribuzione idrica. Lasciamo dunque al Consiglio comunale la responsabilità di decidere cosa fare, visto che non siamo più stati chiamati in causa neanche dall’attuale commissario straordinario di Palazzo degli Elefanti, ma saremo ben attenti sul mantenimento dei livelli occupazionali perchè non deve andare perso neanche un solo posto di lavoro. Non vogliamo, oltretutto, che questa fusione possa diventare l’alibi per lasciare il terreno della gestione pubblica dei servizi (perdendo inoltre utili risorse economiche provenienti anche dal Pnrr) e concedere spazi ampi ai privati che, avendo le capacità finanziarie e tecniche, possono acquisire concessioni ed espandere la loro reti nel territorio. Anche su questo – concludono i tre esponenti di Filctem Cgil, Uiltec Uil e Ugl Chimici – non ci faremo trovare impreparati e siamo già pronti a rivendicare il diritto dei lavoratori e dei cittadini ad avere gestioni pubbliche su acqua e gas.”
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