Immaginate un mondo dove la giustizia è un’arma potente, brandita per risolvere conti personali, vendette e ripicche. Purtroppo, in qualche raro caso, questa distopia si avvicina alla realtà. Se pensate che la giustizia sia sempre cieca e imparziale, forse dovreste dare un’occhiata a qualche storia di vita quotidiana che sembra uscita da un romanzo di George Orwell. Fortunatamente, questi episodi restano rari… O almeno così ci piace credere.
Un esempio illuminante ci arriva da un racconto che sembra quasi incredibile. Un ragazzo, minorenne e promettente calciatore, si trova a giocare una partita fuori casa senza il suo abituale allenatore, sospeso dall’arbitro. Al suo posto, entra in scena un sostituto che di professione fa il poliziotto. Fin qui, nulla di strano. Ma durante la partita, scoppia un acceso diverbio tra il giovane giocatore e l’allenatore improvvisato. Parole forti, rimproveri ad alta voce e una risposta forse inopportuna del ragazzo. Una situazione sgradevole, certo, ma ordinaria.
La vera stranezza inizia poco dopo. Il padre del ragazzo, proprietario di un noto bar in città, inizia a ricevere visite piuttosto frequenti e zelanti da parte delle autorità. Controlli su controlli, seguiti da articoli di giornale che parlano di presunte anomalie nel suo esercizio commerciale. Una coincidenza? Forse, ma difficile da digerire senza un certo retrogusto amaro.
Questa storia non è che la punta dell’iceberg di come la giustizia, quando male utilizzata, può diventare un’arma per regolare conti personali. E se pensate che sia un caso isolato, c’è chi sostiene che situazioni del genere non siano poi così rare. La commistione tra giustizia, politica, affari e interessi personali può creare un mix esplosivo.
Passiamo alla gestione delle indagini, un ambito dove l’imparzialità dovrebbe essere la regola d’oro. Tuttavia, basta che un’indagine venga condotta in modo parziale o che certi fatti vengano ignorati, e la storia contenuta nel fascicolo può cambiare drasticamente. Questo approccio anomalo può facilmente indurre in errore il magistrato e, di conseguenza, il giudice.
Certo, stiamo parlando di eccezioni, non della norma. La maggior parte degli agenti di polizia giudiziaria e delle autorità giudiziarie lavora con integrità e dedizione. Ma quando si verificano queste deviazioni, l’impatto può essere devastante. La fiducia nel sistema giuridico è un pilastro fondamentale della società, e ogni abuso di potere rappresenta una crepa in questa struttura.
Così, mentre continuiamo a confidare nella giustizia e nelle sue istituzioni, non possiamo fare a meno di guardare con una certa ironia e sarcasmo a questi episodi. Che dire? Speriamo che il giovane calciatore trovi un allenatore più comprensivo e che il bar del padre torni a essere semplicemente un luogo di ritrovo e non il bersaglio di controlli inspiegabili.
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