Lo scandalo della condotta Pantano D’Arci – località Carmito. Un’occasione perduta per dare acqua alle nostre campagne.

Lo scandalo della condotta Pantano D’Arci – località Carmito. Un’occasione perduta per dare acqua alle nostre campagne.

Il cambiamento climatico accelera oggi il processo di desertificazione della nostra isola, già in corso da anni.
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: le agenzie dell’ONU e la gran parte degli scienziati da decenni ormai annunciano questa accelerazione del surriscaldamento climatico che, in Africa e nel sud dell’Europa, si caratterizza per una fortissima riduzione delle piogge e causa l’avanzamento del deserto, velocizzato per l’assenza di acqua.
Di fronte a questo processo planetario, nella nostra regione non solo non ha mai predisposto nessun programma straordinario, ma si è continuato ad affossare ogni provvedimento, sprecando tempo e compromettendo l’economia e l’agricoltura siciliana.
Il riuso delle acque che nelle aree urbane finiscono nei depuratori e, successivamente, a mare appare una delle prime scelte da operare: non serve cercare altri pozzi, per gli usi agricoli occorre stabilmente utilizzare i milioni di metri cubi di acqua depurata che viene dispersa in mare.
In questa ottica venne annunciata nel 2010 la realizzazione di una condotta in ghisa lunga 12 chilometri e di diametro 80 cm, per riutilizzare per fini irrigui e industriali, l’acqua depurata dall’impianto di Pantano d’Arci, che viene ordinariamente dispersa nel torrente Buttaceto e da esso in mare: oltre 500 litri di acqua al secondo, 9 milioni di litri l’anno, sarebbero così stati spostati in località Carmito, presso una vasca di accumulo, per poi immettersi nel sistema di distribuzione del Consorzio di bonifica numero 9, che avrebbe provveduto alla distribuzione per gli usi irrigui e industriali.
Il progetto, redatto dallo studio Cioppa di Roma, prevedeva anche una particolare cura alla qualità delle acque, che sarebbero state controllate sia in uscita dall’impianto di depurazione che prima dell’effettivo utilizzo in agricoltura e nell’industria; l’opera, finanziata per 8 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture, sarebbe stato completata in 18 mesi.
Il comune di Catania è il proprietario dell’opera, la Sidra venne indicata come ente gestore ed il Consorzio di Bonifica come ente utilizzatore.
Illustrando il progetto Cioppa, nel 2010 il sindaco Stancanelli annunciava che a breve sarebbero state avviate le procedure di gara per realizzare l’importante opera.
Nel marzo 2012 alla presenza del segretario generale del Comune, venne siglato con l’impresa ATI Edilpali-Borrella il contratto d’appalto per la realizzazione dell’opera, ormai divenuta di rilevanza comunitaria. Lo stesso sindaco Stancanelli assicurava che entro due anni il nuovo sistema sarebbe stato completo e funzionante.
Sempre lo stesso sindaco Stancanelli l’anno successivo, 2013, annunciava che l’opera era già al 35% del completamento i lavori e che , secondo le stime dei tecnici, alla fine del 2014 il complesso e innovativo sistema idraulico sarebbe entrato a regime.
Dopo un lungo e inspiegabile silenzio, nel 2018 fu il sindaco Bianco ad annunciare che la condotta, che avrebbe dovuto essere pronta nel 2014, sarebbe stata invece completata nell’autunno di quell’anno, senza però spiegare il motivo di questo clamoroso ritardo.
E invece nel 2019 i lavori della condotta si arrestavano, per un contenzioso tra il comune e l’impresa.
Solo nelle scorse settimane abbiamo avuto finalmente notizie ufficiali su questa decisiva opera.
Il direttore dei lavori pubblici Fabio Finocchiaro dichiarava lo scorso 26 luglio in XI
commissione consiliare, che la condotta è attualmente inservibile, perché realizzata a pezzi e senza collegamenti, e che per il completamento dell’opera servirebbero ancora due milioni di euro.
Considerato che l’opera sarebbe dovuta essere pronta a fine 2014, di chi è la responsabilità del mancato rispetto dei tempi di realizzazione?
Perché servirebbero altri 2 milioni di euro per il completamento della condotta, mentre l’opera era stata interamente finanziata per 8 milioni di euro fin dal 2012?
Le amministrazioni comunali, e da ultima quella Trantino, non possono essere considerate estranee o semplici spettatrici, in quanto il comune di Catania è il proprietario dell’opera nonché il soggetto che l’ha appaltata: solo dopo il collaudo la condotta sarà affidata alla Sidra quale ente gestore
Non è ammissibile quindi nessun disimpegno. Ogni giorno di ritardo nella realizzazione della condotta Pantano D’Arci- Località Carmito è frutto di precise responsabilità politiche, tecniche e amministrative anche dei gravi danni che hanno subito i nostri coltivatori e la nostra economia.
Sinistra Italiana considera la vicenda della condotta Pantano D’Arci – Località Carmito come l’esempio del malgoverno che ha caratterizzato la gestione della cosa pubblica nella nostra città.
Ma oggi ciò diviene drammatico, considerato che migliaia di imprese agricole versano in gravissime condizioni e rischiano di chiudere, desertificando anche economicamente la nostra isola e la nostra provincia.
Sinistra Italiana sul destino di quest’opera organizzerà una campagna di sollecitazione e di protesta: chiederà un urgente intervento del prefetto, perché impegni l’amministrazione comunale per un sollecito completamento della condotta, presenterà un’interrogazione al parlamento nazionale e depositerà un dettagliato esposto alla procura di Catania.

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